Il sindacato degli agricoltori catalani Unió de Pagesos ha richiesto l’autorizzazione eccezionale dell’agrofarmaco Ronstar per la coltivazione del riso nell’ambito della Tavola dell’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari del Dipartimento dell’Agricoltura che ha avuto luogo di recente. I coltivatori di riso non hanno più potuto utilizzare il prodotto nell’ultima annata agraria, che è stato applicato come diserbante pre-emergenza e ha impedito l’applicazione di diserbanti direttamente sulla pianta. Il settore è stato costretto a ricorrere ad alternative che hanno portato ad un aumento dei trattamenti, eseguendoli in momenti che causano un maggiore impatto sugli uccelli del delta dell’Ebro, oltre a sopportare una perdita di produzione di circa 900 kg/ha e problemi di fitotossicità per le piante di riso, problemi che l’istituto di ricerca agraria IRTA sta valutando. In questo senso, il sindacato ricorda che ogni anno non viene utilizzato l’uso di sostanze attive fitosanitarie efficaci che costringono all’uso di nuove, più costose e meno efficaci.
La modifica del regolamento comunitario per la commercializzazione dei prodotti fitosanitari nel 2009 ha fatto perdere agli agricoltori la metà dei principi attivi per garantire la salute delle colture. Tuttavia, i 500 principi attivi che non possono più essere utilizzati in Europa sono utilizzati da produttori extracomunitari che esportano nell’Unione Europea con l’unico obbligo di rispettare il limite massimo di rifiuti. Questo porta a una chiara concorrenza sleale da parte degli agricoltori europei nei confronti dei produttori di paesi terzi. Inoltre, i contadini spagnoli subiscono una doppia concorrenza sleale, in quanto il Ministero dell’Agricoltura non accetta autorizzazioni eccezionali di prodotti fitosanitari che vengono effettuate da altri Stati membri dell’Unione Europea e non riconosce quelle nuove già registrate in altri Stati membri. Unió de Pagesos ha proposto l’introduzione, nelle prove effettuate dal DARP e dall’IRTA, di prodotti non registrati, in modo che, se funzionano, si possa chiedere al Ministero dell’Agricoltura la sua autorizzazione eccezionale.
