Agrinsieme chiede di non applicare il modello CUN al mercato del riso. Lo fa con una lettera al Ministro Martina (SCARICA IL DOCUMENTO) in cui definisce l’attuale organizzazione «funzionale alle dimensioni della filiera e alle particolari modalità di contrattazione tra risicoltori e riserie». Confagricoltura, Cia, Alleanza delle cooperative e Cospargi sottolineano che le modalità di contrattazione (offerta di partite di varietà diverse per caratteristiche e destinazione commerciale, richiesta di esame immediato di un campione della partita) «presuppongono la presenza fisica dei venditori e degli acquirenti nel luogo ove si svolge il mercato» e fanno notare che «fino ad ora il sistema di rilevazione dei prezzi dei risoni sopra descritto ha funzionato in modo abbastanza efficiente, pur con qualche limite nella formulazione dei listini da parte delle diverse borse merci. Ora, sulla possibilità di individuare nella CUN (Commissione unica nazionale) l’alternativa alle borse merci camerali, si sta sviluppando un confronto all’interno della filiera del riso e tra le organizzazioni professionali». Le organizzazioni agricole ritengono che «non ci siano le condizioni per istituire una CUN che indichi settimanalmente la tendenza dei prezzi dei risoni in luogo delle attuali commissioni presso le borse merci. Piuttosto si vuole sottolineare che il percorso, ormai avviato, di fusione e ristrutturazione degli enti camerali, potrà e dovrà auspicabilmente prevedere anche regole comuni per la rilevazione dei prezzi e la formazione dei listini nelle ricostituite borse merci, a partire da una corretta e puntuale informazione sulle quantità contrattate settimanalmente in ciascuna piazza». Neanche una parola sul passaggio delle contrattazioni alla Borsa telematica, che essendo legata alle Camere di Commercio continua ad avere degli sponsor nella filiera e anche al vertice delle sue istituzioni.