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FACCIAMO PARLARE CHI USA IL GLIFOSATE

da | 5 Nov 2022 | NEWS

agrofarmaci
Abbiamo scritto che sulla autorizzazione del glifosate non c’è stata ancora una decisione (https://www.risoitaliano.eu/glifosate-stop/) e prima ancora abbiamo messo in chiaro che senza questa sostanza chimica rischiamo una parte del raccolto (https://www.risoitaliano.eu/senza-glifosate-raccoglieremo-il-177-in-meno/).
Adesso vogliamo sentire chi lo usa, dando la parola agli agricoltori (sia convenzionali che biologici) per poter in questo modo tastare con mano se uno dei principi attivi più importanti dei diserbanti odierni sia effettivamente importante ed essenziale come dicono gli studi in circolazione. Iniziamo dal Pavese. (Ma non dimentichiamo la novità…)

GLIFOSATE NELLE RISAIE DEL PAVESE

Il primo intervistato è Giovanni Tremoli, risicoltore di Cascine Calderari (quindi dell’areale pavese), già intervistato per il bilancio riguardo all’annata agraria trascorsa. Nella sua realtà di 140 ha, di cui 110 destinati alla coltura del riso, l’utilizzo del glifosate è a dir poco essenziale come riportato da lui stesso: «Reputo questo principio attivo essenziale, nella mia realtà viene utilizzato ormai da moltissimi anni, anche perché viene principalmente usato per contrastare il Crodo in operazioni di falsa semina del letto». Sulla domanda riguardo a possibile alternative valide il signor Tremoli evidenzia come, ad oggi, non esistano principi alternativi che possano sostituire efficacemente il glifosate, «senza dubbio è il miglior diserbo per contrastare a livello generale per contatto malerbe in presemina.
Per quanto riguarda il Crodo inoltre, sostituire il glifosate con operazione meccaniche di erpicatura, non porta allo stesso vantaggio. Questo succede perchè non si ha l’eliminazione totale delle piantine, ma la persistenza di alcune. Perciò l’utilità del glifosate è senza dubbio enorme, e soprattutto legata al fatto che ad oggi, a parer mio, non vi è nulla che possa sostituirlo uguagliandone l’effetto». Secondo lo stesso imprenditore, la rimozione del principio attivo, provocherebbe un ingente danno all’agricoltura non solo nazionale, ma mondiale. Qui, ad esempio, il principio attivo è adoperato per la sincronia e la correlata resistenza in colture geneticamente modificate.

I VANTAGGI INDIRETTI

Il signor Giovanni evidenzia come questo principio attivo apporta, oltre alla riduzione di infestanti, anche altri vantaggi indiretti,  secondo lui, in quanto «l’utilizzo di glifosate permette non solo di eradicare il crodo in risi non clearfield o provisia, ma negli stessi permette di ridurre l’utilizzo dei diserbi, ai quali sono resistenti, per estirpare il Crodo, in quanto questo è stato ridotto quantitativamente da un uso preventivo di glifosate».

«Inoltre, è ormai ben noto che le modalità di utilizzo del glifosate svolte nella mia realtà, e in quella di numerosi altri risicoltori che hanno problemi di Crodo, non abbia un enorme impatto ambientale. L’impatto è minore sia per coloro che lo usano per fare maturare semente».

Conclude dicendo «il glifosate è vitale per la risaia, sopratutto per le tecniche di falsa semina contro il Crodo, questo per mantenere una buona pulizia della risaia e allo stesso tempo garantire produttività. Noi siamo nelle mani della ricerca, essa deve provvedere a cercare soluzioni e principi attivi sostitutivi al glifosate che abbiano efficacia uguale o maggiore. Questi oggi a parer mio non sono presenti». Autore: Emanuele Virota

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