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ENERGIA DAI CHICCHI

da | 9 Mag 2007 | Riso in cucina

Ricavare energia dalla paglia di riso? L’idea Š buona, il business c’Š, assicura La Stampa di Torino, che ha pubblicato un interessante servizio su quest’argomento. La raccolta e la combustione degli scarti del riso sono economicamente (e ambientalmente) appetibili – avverte – solo in presenza delle macchine agricole pi— moderne, degli spazi necessari per lo stoccaggio del materiale, di aziende medio-grandi e di centrali "su misura", non troppo potenti e soprattutto non troppo lontane. Sempre sperando che la pioggia non si metta in mezzo, andando a disturbare quel mese o poco pi— (dal 25 settembre al 31 ottobre) in cui le condizioni climatiche consentono la raccolta delle stoppie. Nel Vercellese si continuer… a lungo a discutere di paglia di riso, dei pro e dei contro derivanti dalla loro combustione per ricavarne energia. Soprattutto finch‚ ci saranno soggetti pubblici e privati pronti a costruire sulla Bassa (vedi Desana e Caresana) centrali elettriche a biomasse. Per far luce su alcuni aspetti finora oscuri (almeno nei dettagli), nell’aprile scorso l’Ovest Sesia ha incaricato l’agronomo Giuseppe Sarasso (colto collaboratore del Risicoltore, la rivista dell’Ente Risi) di effettuare una prima "valutazione dei cantieri di raccolta della paglia di riso", un fascicolo che sintetizza e quantifica come e quando pu• rivelarsi conveniente bruciare i sottoprodotti del riso. "Emerge chiaramente – sottolinea il direttore dell’Ovest Sesia, Luca Bussandri – che si tratta di un’attivit… molto pi— complessa del previsto, e comunque non possibile a tutti. Solo le grandi aziende agricole hanno la convenienza economica a buttarsi su attivit… di questo tipo". Chi ci guadagna La ricerca, in effetti, parla chiaro. Per un’impresa di piccole dimensioni, con una superficie coltivata inferiore ai 55 ettari, la raccolta e lo stoccaggio della paglia pu• arrivare a costare 116 euro a tonnellata. Si scende a 78,7 euro se gli ettari sono 100 e si approda a 56,8 alla soglia dei 200; altre economie di scala e altri risparmi se l’agricoltore decidesse di ricorrrere a un’azienda terza specializzata nella raccolta o addirittura nel binomio raccolta/trasporto: in questi casi i costi possono scendere a 70-80 euro a tonnellata per le imprese medio-piccole, e intorno ai 50 euro per quelle grandi. Valori interessanti e capaci di competere con le altre biomasse pi— diffuse sul mercato (dal cippato di legno ai gusci di arachidi, che oggi si possono acquistare per 40-50 euro a tonnellata), ma in questo caso si darebbe per scontata una rete di contoterzisti specializzata che oggi Š diffusa per la paglia di grano ma dovrebbe ancora "convertirsi" a quella di riso. "A questo punto – suggerisce Sarasso – quello che servirebbe Š una sperimentazione. Ma fin d’ora emerge la necessit… di trovare un equilibrio tra i ritorni e i costi". Ovvero gli investimenti fissi, necessari per realizzare gli spazi di stoccaggio (si calcola che un’azienda da 100 ettari avrebbe bisogno di circa mille metri quadrati, adiacenti e sorvegliati) e l’acquisto – o l’affitto – dei macchinari. Quest’ultimo Š un capitolo particolarmente delicato perch‚ riguarda la stessa possibilit… di raccogliere il materiale: "Oggi la maggior parte degli agricoltori brucia la paglia in campo perch‚ non ha i mezzi per trinciarla", taglia corto Sarasso, che ricorda come il 65% delle macchine in esercizio abbia pi— di 15 anni, come attesta uno studio di Antonio Finassi. Molte di queste sono state costruite senza trinciapaglia, e molte non hanno un motore sufficientemente potente da azionarne uno eventualmente aggiunto a posteriori. Per cui questi risicoltori sono costretti a bruciare la paglia in campo, anche se in certi terreni (quelli sciolti della Lomellina, per intenderci) sarebbe agronomicamente utilissimo trinciarla. "La maggioranza delle aziende che ancora utilizzano le macchine datate sceglie di bruciare in loco. E se permangono gli attuali, modestissimi ritmi di sostituzione non Š dato prevedere un mutamento della situazione in tempi rapidi" commenta ancora l’esperto. Per ricavare energia dalla paglia di riso ci vorr… pazienza, e non poca. Biomasse s o biomasse no? L’argomento centrali sta facendo discutere da tempo gli abitanti della Bassa vercellese, in particolare a Caresana e Desana, dove potrebbero arrivare presto due impianti di produzione. La diatriba Š aperta e non sembra destinata a chiudersi nel giro di poche settimane. A Caresana da una parte c’Š l’Unione Coser, che vuole la costruzione di un impianto per la produzione di energia elettrica con una capacit… di 20 megaWatt, in grado di bruciare circa 70 mila tonnellate all’anno di paglia di riso; i promotori assicurano che frutter… 600 mila euro annui con conseguente riduzione dell’Ici e dell’Irpef e che i benefici economici non andranno a scapito della salute. Sul versante opposto c’Š una neo associazione per la tutela del territorio, presieduta da Riccardo Poggio, che informa sul consistente inquinamento che produrr… l’impianto, oltre al traffico – ritenuto eccessivo – dei mezzi pesanti che transiteranno per la Bassa per il trasporto della materia prima. L’associazione si Š gi… dotata anche di un un sito Internet (www.tuteladellabassa.it), dove si trova tra l’altro un’interrogazione in Consiglio regionale a firma dei Verdi e un filmato di Beppe Grillo: "Sono inceneritori veri e propri", mette in guardia il comico. Si tratta di un vero e proprio blog, visitato gi… da mille persone dove tutti scrivono di non volere la nuova centrale. E il Coser? Naturalmente si difende, inviando ai concittadini una lettera, a firma del presidente Francesco Saviolo e dell’assessore alle Attivit… produttive Massimiliano Panella in cui indica che la casa di riposo Greppi di Caresana ha gi… venduto alla Biopower vercellese srl (la ditta che realizzer… la centrale) alcuni terreni di sua propriet…. Si tratta di una superficie di circa 260 mila metri quadri di terreno al costo di 10 euro il metro. A garanzia dell’acquisto, il ricovero ha incassato 200 mila euro. A settembre si terr… in Provincia una conferenza dei servizi che si preannuncia decisiva per le sorti dell’impianto di Caresana.

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