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RISONE BIO NON PREMIATO

da | 9 Feb 2023 | NEWS

Baraggia

La settimana scorsa ha proposto un mercato che sembra avvicinarsi ad una fase di stabilità, dopo i forti cali delle precedenti sedute. L’aggettivo stabile, al contrario, non ha mai abbandonato il listino dei risi biologici. Il loro prezzo di riferimento in tutte le voci a Mortara (Ribe, tondi e lunghi B) è sempre stato intorno ai 100 €/q lordi in questa campagna, passato nella seduta del 27 gennaio a 104 €/q lordi per Ribe e lunghi B. Tale quotazione per tondi e Ribe non è molto maggiore di quelle dei risoni convenzionali, nonostante il divario produttivo. Il calo di disponibilità rispetto ai 3 anni passati (secondo i dati Ente Risi), inoltre, è maggiore di quello occorso nella produzione classica, -27% contro -18%.

«IN PROSPETTIVA NON VEDO COMPLICAZIONI»

Affrontiamo questi e gli altri temi di mercato con Carlo Zaccaria, risicoltore di Salussola (BI). «Nella mia azienda produco principalmente riso di Baraggia Biellese e Vercellese Dop (Carnaroli, Arborio, S.Andrea e Loto), in parte anche attraverso la coltivazione biologica – afferma l’agricoltore -. La mia percezione generale è che il mercato abbia premiato i risicoltori nelle prime settimane dopo il raccolto, raggiungendo valutazioni sorprendenti. Il calo vissuto nelle ultime sedute lo reputo fisiologico, essendo anche consueto che avvenga in questo periodo. In prospettiva non mi aspetto una situazione complicata, poiché dal mio punto di vista i consumi non sono calati. Dico ciò dal momento che svolgo anche l’attività di vendita diretta del mio prodotto, dove anche a fronte di un aumento dei prezzi continuo a riscontrare un incremento delle richieste».

«LA VENDITA ALL’INGROSSO NON PREMIA IL BIOLOGICO»

«Tra i prodotti che coltivo e vendo un ruolo importante lo ricopre il riso biologico. Produco con questa tecnica su una parte della superficie aziendale. Trovo che l’azienda mista sia sostenibile, in quanto il biologico è un prodotto di nicchia, adeguatamente valorizzabile soprattutto se venduto direttamente. Il prezzo del risone bio, infatti, è al limite della sostenibilità economica oltre che poco remunerativo. Io pratico la tecnica della pacciamatura verde che mi permette un raccolto sulla singola camera ogni due anni con produzioni attorno ai 50-55 q/ha. Alla luce di questo, penso che il risone biologico dovrebbe avere quotazioni più elevate e con differenze di prezzo maggiori rispetto al convenzionale. Il bio non deve essere svalutato, costa grande impegno farlo».

«IL RISO ITALIANO DEVE DISTINGUERSI»

«In generale credo che tutta la risicoltura italiana debba puntare a valorizzare il proprio posizionamento all’interno del contesto economico globale della risicoltura. Lo deve fare cercando di identificare i propri prodotti in ragione della grande qualità che li contraddistingue. Per fare questo servono denominazioni e brand legati al territorio e alla storia della risicoltura italiana. Sempre in un contesto di adeguata valorizzazione della produzione risicola nazionale, ritengo sia importante attribuire adeguate quotazioni alle varietà classiche ed autentiche in ragione delle loro caratteristiche agronomiche, di qualità e storicità».

«Negli ultimi mesi – continua Zaccaria – è cresciuta molto l’attenzione in merito alla presenza oltre i limiti di legge di metalli pesanti all’interno di alcune partite di riso, in particolare cadmio. L’aumento della presenza di questo metallo, considerato cancerogeno, sembra sia dovuta alla stagione particolarmente siccitosa del 2022 e più in generale alla semina in asciutta. Credo sia importante che in questa fase i risicoltori verifichino in autocontrollo la presenza di metalli pesanti nel risone di propria produzione. Ritengo sia importante conoscere anche la situazione dei propri terreni. Si tratta di analisi piuttosto semplici e veloci e non esageratamente costose. Va considerato che mettere in vendita prodotti destinati all’alimentazione conformi alle normative è un dovere di tutti oltre che una precisa responsabilità. Aggiungo che la conoscenza dei propri terreni e della risposta della pianta di riso alla tecnica colturale utilizzata, può consentire di lavorare in sicurezza e tranquillità. Oggi su questo tema siamo in una situazione particolare e in alcuni casi anche molto complicata proprio perché ci mancano molte informazioni». Autore: Ezio Bosso.

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