Si torna a quotare a Mortara dopo 20 giorni di stop dovuto a festività e ponti. Il venerdì è caratterizzato dall’allargamento di interesse della domanda e da nuovi passi avanti ufficiali per i tondi. Non convincono i recenti dati sull’export del riso italiano, resi noti in settimana da Coldiretti (LEGGI).
OMEGA E LUNGHI B QUOTATI E SCAMBIATI A 55 €/Q
Il bollettino emesso dalla sede Lomellina riporta diversi allineamenti attesi ed un’ulteriore passo avanti per Omega. Questa varietà raggiunge Araldo a 55 €/q lordi. Viene riportato, inoltre, l’approdo di Selenio a 70 €/q lordi, l’aggiustamento della voce “CL 007 – Leonardo” a 45 €/q lordi per il primo (identificato dai minimi) e 50 per il secondo (il massimo) e il lieve calo di Arborio e similari a 94 €/q lordi.
Tale gruppo resta, al contrario, a 100 €/q lordi a Milano. La commissione del capoluogo lombardo sceglie però di aggiungere la dicitura nominale, che testimonia un numero di compravendite ridotto, non tale da permettere la definizione di un prezzo a listino rappresentativo allo scambio. Secondo gli operatori questo gruppo varietale è oggi vendibile, a fatica, ad un valore che oscilla tra gli 85 ed i 90 €/q lordi in base alla qualità merceologica. Milano aggiunge la dicitura nominale anche per i gruppi Carnaroli, poco richiesto ma per il quale tuttavia i valori allo scambio sono maggiormente in linea con le quotazioni, e Vialone Nano, per la quasi totale assenza di merce ancora da vendere.
Sempre tra i lunghi A nessuna novità per i gruppi Roma e Baldo, acquistati ai prezzi in essere. Per Diva e Sunrose quotazioni ancora bloccate, nonostante, come avvenuto ad inizio settimana (LEGGI), continui ad esserci la possibilità di scambiare a 42 €/q lordi. Anche per i tondi vi è una situazione di prezzi vociferati maggiori dei listini ufficiali. Il “gruppo” Centauro (CL 18, Sinfonia, Fortunato) ha la quotazione ferma a 55 €/q lordi ma gli operatori riferiscono di scambi a 60 €/q lordi nelle ultime sedute. Buone notizie anche per i lunghi B, tornati ad essere richiesti dall’industria, disposta nuovamente a riconoscere 55 €/q lordi.
TUTTOFOOD: I DATI COLDIRETTI TENGONO CONTO DELLE ROTTURE
Cambiamo argomento parlando dei dati proposti da Coldiretti in occasione di Tuttofood. Dopo la loro pubblicazione, avvenuta non solo sui siti specializzati ma anche su importanti testate giornalistiche generaliste ed economiche, molti addetti ai lavori della risicoltura hanno sollevato dubbi in merito. Abbiamo deciso di approfondire la questione. Abbiamo scoperto che i numeri proposti risultano imprecisi e portano ad una rappresentazione inesatta della realtà. Fonti interne ad Ente Risi ci spiegano che: “Guardando con attenzione i dati abbiamo verificato che Coldiretti ha preso i dati Eurostat senza applicare i tassi di trasformazione e tenendo conto delle rotture.” In sostanza i 720 milioni di kg (720mila tonnellate) non erano di solo riso bianco, comprendevano anche altro tipo di merce derivante dal risone.
La realtà attuale della risicoltura italiana, purtroppo, non risulta essere così rosea in termini di vendite all’estero. Ente risi comunica che alla data del 30 aprile, le esportazioni dall’Italia verso i Paesi Terzi, pari a 90.800 tonnellate, in equivalente lavorato, risultano in calo di 9.175 tonnellate (-9%) rispetto a un anno fa. Per quanto concerne le consegne verso gli altri Stati Ue (Fonte ISTAT), i dati disponibili sono aggiornati a gennaio 2025 ed evidenziano un volume superiore alle 213.800 tonnellate, facendo segnare un incremento di circa 7.700 (+4%) rispetto alla scorsa campagna. Dunque un bilancio totale negativo di 1475 tonnellate. Guardando alla campagna 2023/2024 (1 settembre 23- 31 agosto 24) il dato complessivo è pari a 646.377 tonnellate esportate. Queste sono suddivise in 137.428 tonnellate verso i Paesi terzi e 508.949 tonnellate verso l’Ue. Autore: Ezio Bosso
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