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«SEMPLIFICARE SUBITO LA PAC»

da | 24 Set 2016 | Internazionale

copaNo a una semplificazione della Pac che, paradossalmente, rischia di complicare ancora di più la vita agli agricoltori europei: questo il contenuto di una lettera che i presidenti di Copa e Cogeca, la federazione di associazioni professionali e di cooperative agricole, hanno inviato alla Commissione europea in merito alla semplificazione delle misure del greening. «L’agenda per la semplificazione del commissario Phil Hogan è un buon punto di partenza, ma finora non abbiamo visto risultati tangibili per gli agricoltori. Nel caso del greening, le proposte di semplificazione attualmente in discussione non renderanno la vita degli imprenditori agricoli più semplice. E in questo momento non c’è certamente bisogno di un’ulteriore complessità. I presidenti delle associazioni e delle cooperative europee ne hanno discusso in questi giorni, ed è una delle nostre priorità». Merrild aggiunge che appare inaccettabile che la Commissione stia considerando l’introduzione del bando all’utilizzo dei pesticidi per le colture proteiche nelle Aree di interesse ecologico (Efa).  Chiede inoltre che in queste aree sia consentito l’uso di prodotti fitosanitari per le colture a fissaggio di azoto: una delle problematiche è legata anche al ventilatoaumento da 6 a 9 mesi del periodo di messa a riposo dei terreni e l’allungamento a 10 settimane della durata minima comune per le colture intercalari e la copertura vegetale. Il presidente di Cogeca, Magnusson, conclude: «Va anche chiarita la definizione di pascoli permanenti, e va consentita una maggiore flessibilità per le varietà presenti nelle misture di semi». Le proposte della Commissione europea, che se approvate entreranno in vigore a gennaio 2018, al momento sono le seguenti.

Agricoltore attivo: la definizione di agricoltore attivo tornerà a essere una scelta per i diversi Paesi, come prima della riforma del 2013. Farne un obbligo, secondo i tecnici della Commissione, è stato un fallimento. Dal punto di vista politico è il cambiamento più rilevante tra quelli proposti.

Giovani: ai Paesi membri viene data la possibilità di ottimizzare il sostegno ai giovani agricoltori nel primo Pilastro (pagamenti diretti), abolendo il limite del tetto massimo degli ettari. Sempre per i giovani, decadono alcuni limiti di tempo per la presentazione del piano aziendale previsti dai programmi di sviluppo rurale.

Crisi: come disposto anche nel pacchetto di aiuti per il settore latte varato a fine agosto, in periodi di crisi gli Stati membri potranno fornire gli aiuti accoppiati garantendo lo stesso ammontare di sostegno anche in caso di riduzione della produzione.

Stabilità del reddito: le novità più importanti del pacchetto riguardano lo «strumento di stabilizzazione del reddito» (IST), cioè il fondo di mutualità che fornisce copertura per le perdite di reddito. Nella sua versione originaria è «troppo rigido» dicono dalla Commissione.

Con le modifiche proposte, precisa in una propria nota l’Unione agricoltori di Vercelli, le autorità di gestione potranno utilizzare le risorse dello sviluppo rurale per avviare il fondo. Gli agricoltori potranno accedervi dimostrando di aver subito una perdita di reddito del 20% rispetto alla media dei tre anni precedenti, invece che il 30% come in precedenza. L’accesso e la gestione degli strumenti finanziari saranno resi più semplici, così come sono previste disposizioni per garantire un più efficace uso dei fondi per i disastri naturali, come terremoti e alluvioni.

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