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OGM, DECIDONO GLI STATI

da | 13 Gen 2015 | NEWS

ogmriIl Parlamento europeo ha dato il via libera oggi al testo di accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo sulla riforma della Direttiva in materia di OGM che sancisce il diritto degli Stati Membri di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo, per motivi di natura economica ed agricola. «È un successo della Presidenza italiana – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina – del ministro Galletti, con cui abbiamo lavorato a stretto contatto, che ha presieduto in questi mesi il Consiglio dei Ministri dell’Ambiente competente sulla materia OGM. Un risultato che non era scontato e sul quale si lavorava da più di 4 anni. Molto importante è stato anche il dialogo e il lavoro fatto dal Parlamento europeo e in particolare dalla delegazione italiana. È una scelta che risponde alle attese degli agricoltori, dei territori e di tutti gli italiani che hanno a cuore la qualità, la tipicità dei nostri prodotti alimentari e la distintività del nostro modello agricolo. Bene quindi che ora sia data libertà di scelta ai singoli Paesi dell’Ue. In Italia rinnoveremo il divieto di coltivazione del mais Mon810 e proprio nei prossimi giorni ci confronteremo con i Ministri Lorenzin e Galletti per procedere».La capogruppo di Forza Italia Elisabetta Gardini obietta che ora «bisognerà vigilare sui testi di legge che potrebbero indebolire la portata di questa decisione». Anche l’attivista indiana Vandana Shiva sottolinea che «molto probabilmente a breve  arriveranno nel Vecchio Continente nuovi brevetti biotech. Per questo è importante che gli Stati  membri, e l’Italia in particolare che da sempre è in prima fila in  questa battaglia, approvino leggi per rafforzare le basi giuridiche della scelta anti-ogm. Facciamolo subito». Più ottimista il commissario europeo alla salute e responsabile del dossier, Vytenis Andriukaitis, secondo cui «il voto del Parlamento europeo a favore della proposta legislativa sulla coltivazione di Ogm ci porta ad un passo dal fornire agli Stati membri gli strumenti per decidere sulla coltivazione di Ogm sul loro territorio, sulla base di motivi diversi dai rischi per la salute e per l’ambiente autorizzati. L’accordo soddisfa i costanti appelli degli Stati membri che dal 2009 chiedono di avere l’ultima parola sull’opportunità o meno di coltivare Ogm sul loro territorio, al fine di tenere meglio in considerazione il loro contesto nazionale». Il commissario ricorda anche che l’accordo mantiene una forte valutazione del rischio e un sistema di autorizzazione per gli Ogm che garantiscono un livello elevato e uniforme di sicurezza in tutta l’Ue”. Ci si aspetta un’approvazione celere da parte del Consiglio Ue, per consentire agli Stati membri di decidere sulla coltivazione di Ogm a partire dalla primavera di quest’anno, dice la Commissione. Il Mipaaf fa sapere che l’accordo raggiunto con il Parlamento Europeo ha migliorato il testo approvato in prima lettura dal Consiglio europeo nel giugno scorso sotto tre aspetti rilevanti: 1- le valutazioni sui rischi ambientali e sanitari, di competenza dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, dovranno essere aggiornate ogni due anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precauzione che è un pilastro del diritto ambientale internazionale; 2- gli Stati Membri possono chiedere, tramite la Commissione europea, alle imprese produttrici di OGM, di escludere i loro territori dal novero dei Paesi nei quali intendono chiedere l’autorizzazione europea alla coltivazione; ma questa fase di “negoziato” con le imprese non è più obbligatoria, e gli Stati Membri potranno decidere di passare direttamente al divieto di coltivazione per le motivazioni indicate nella Direttiva; 3- gli Stati Membri, prima di introdurre il divieto di coltivazione, dovranno comunicare il relativo provvedimento alla Commissione europea ed attendere 75 giorni per il parere, ma durante questo periodo di attesa gli agricoltori non potranno comunque procedere alla semina dei prodotti interessati dall’ipotesi di divieto. (13.01.15)

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