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IN CAMPO COI PIONIERI DELLA PRECISIONE

da | 27 Apr 2014 | NEWS

Precision farming, ovvero agricoltura di precisione. Se ne parla tanto, da qualche anno. E c’è chi la pratica con profitto in risicoltura: li chiamiamo ancora “pionieri” e non perché difetti l’esperienza ma perché i numeri, in termini di imprenditori preparati, sono quelli che sono. Forse perché per diventare agricoltori di precisione non è sufficiente l’assistenza tecnica dei fornitori, ma dev’esserci un tutor, un amico, qualcuno che ti aiuti a muovere i primi passi. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a una specie di iniziazione. Scenario: le risaie della Bassa Novarese. Obiettivo: trattamento presemina, messa in campo di un’irroratrice. Tutor: Nino Chiò (foto piccola), risicoltore e veterano dell’agricoltura di precisione, impegnato ad aiutare un amico a fare il salto di qualità. “Non siamo più pionieri – ragiona Chiò – perché ormai usiamo una tecnologia consolidata. Semplicemente, una buona irroratrice si esprime al meglio quando la si abbina all’agricoltura di precisione e poiché, secondo gli ultimi studi dei laureati in agraria della Provincia di Vercelli, che avete pubblicato anche voi di Riso Italiano, i fitofarmaci rappresentano un 7-8 % dei costi totali, ottimizzare la distribuzione porta degli indubbi benefici economici: dosi giuste, nessuno spreco, e vantaggi ambientali che allineano la produzione alle prescrizioni pac e pan…” Ma c’è di più, sottolinea l’adepto: “Ho notato che evitando le sovrapposizioni o i rallentamenti incontrollati causati dagli affondamenti si evitano sensibilmente i danni alla coltivazione da sovra-dosaggi”. Ovviamente, in questo campo, il fai-da-te è escluso. Il tutor è indispensabile ma soprattutto la prima messa in campo viene eseguita dai tecnici – in questo caso sono presenti quelli di Spektra agri – che effettuano le tarature standard. “La procedura è abbastanza facile – spiega Chiò durante una pausa – ma le prime volte occorre un appoggio. Una volta operato in risaia, si devono scaricare le mappe di esecuzione (foto grande) e controllare il lavoro eseguito. In questo caso, l’intenzione di distribuire la dose giusta al primo giro di bordo e ridurre la dose al centro dove la pressione delle infestanti è minore ha centrato l’obiettivo e si è realizzata bene anche la chiusura delle sezioni in automatico. Le apparecchiature mostrano in foto, in rosso e in blu, i punti di partenza non perfetti, ma ti dicono anche che gli arrivi sono tarati correttamente e che sono stati rispettati i confini, insomma, tutto il prodotto è rimasto nel campo”. Gli errori saranno risolti, informa un tecnico, agendo sui tempi di apertura delle valvole con piccoli anticipi temporali: “alla prossima uscita – commenta Chiò – scaricando le mappe di esecuzione troveremo sicuramente dei risparmi, ma per allora avremo messo in campo anche lo spandiconcime e ne parleremo!” (26.04.14)

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