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I FANGHI FERTILIZZANO E NON INQUINANO IL RISONE

da | 17 Feb 2015 | NEWS

logoRisiL’Ente Nazionale Risi, in collaborazione con la Provincia di Pavia, ha avviato una ricerca sull’utilizzo dei fanghi di depurazione in risicoltura che sta dando risultati molto interessanti e che è stata illustrata recentemente ad un convegno scientifico presso il Centro ricerche di Castello d’Agogna (nella foto, un momento dell’utilizzo, durante lo studio). Abbiamo intervistato chi segue in prima persona questa ricerca, la ricercatrice Eleonora Miniotti.

Quali sono i risultati in termini di costi e di rendimento che avete raggiunto finora?

Dalla sperimentazione di lungo periodo che abbiamo condotto a Pieve Albignola è emerso come dopo 5-6 anni di applicazione di fanghi di depurazione la produttività risicola sia aumentata, sia in termini di performance sia in termini di componenti della produzione. L’applicazione dei fanghi ha inoltre migliorato le caratteristiche qualitative e la fertilità dei suoli, incrementando il contenuto di sostanze nutritive disponibili per le piante.

Rispetto a quali fertilizzanti l’uso dei fanghi è vantaggioso?

Dal nostro studio è emerso come le tesi in cui sono stati applicati fanghi abbiano conseguito risultati produttivi più elevati rispetto alle tesi in cui erano stati applicati cornunghia e urea. Infatti, i fanghi ben si adattano all’applicazione in risaia, con un comportamento complementare a quello delle paglie interrate nei suoli. Queste biomasse aumentano l’attività microbica dei suoli, incrementando i processi di degradazione e umificazione del materiale organico interrato e arricchendo il suolo di azoto ammoniacale poi utilizzato dal riso per la nutrizione.

Quali sono le conseguenze qualitative sul risone?

Nei 15 anni di sperimentazione non sono stati osservate variazioni per quanto riguarda alcun inquinante inorganico. Inoltre, nel caso di nuovi fondi per il proseguimento del progetto, è nostra intenzione intraprendere un’indagine accurata riguardante la presenza di contaminanti organici.

Quali sono i limiti di legge e le difficoltà che possono limitare l’uso di fanghi?

L’utilizzo di fanghi di depurazione in agricoltura è regolata in Italia dal D.Lgs n.99 del 1992, (attuazione della Direttiva CEE n.278 del 1986, ora in fase di revisione) che indica le modalità di applicazione e le caratteristiche chimiche che fanghi e suoli interessati dall’applicazione devono avere perché tali biomasse possano essere utilizzate in agricoltura.

All’estero questi prodotti sono usati in risicoltura?

Sì. In particolar modo in Giappone, dove da molti anni si sta valutando come l’applicazione di queste biomasse possa influenzare gli aspetti agronomici e ambientali delle risaie (Tanaka et al., 2006; Asagi et al., 2007)

Con quale esito?

Gli studi condotti hanno ottenuto esito positivo. (12.02.15)

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