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FOCUS SUGLI ECOSCHEMI

da | 27 Giu 2021 | NEWS

Ecoschemi

Nel trilogo del 24 e 25 giugno, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sul futuro pacchetto di riforma della PAC, che dovrebbe essere confermato dai ministri dell’agricoltura nella riunione del Consiglio di lunedì 28 giugno 2021. La novità più importante della Pac sono i regimi ecologici: le pratiche agricole che gli agricoltori potranno volontariamente adottare con la concessione di un sostegno che gli Stati membri devono includere nell’ambito dei regimi ecologici.  Tali pratiche agricole dovranno soddisfare le seguenti condizioni: 1) coprire attività legate al clima, all’ambiente, al benessere degli animali e alla resistenza antimicrobica; 2) essere definite sulla base delle esigenze e delle priorità individuate a livello nazionale / regionale; 3) il loro livello di ambizione deve andare oltre i requisiti e gli obblighi stabiliti dalla baseline (cioè la condizionalità); 4) contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal dell’UE.

I regimi ecologici sono quindi un nuovo strumento per sostenere la transizione verso un sistema alimentare più sostenibile e rafforzare e sostenere gli sforzi ambientali degli agricoltori, per contribuire all’ambizione climatica dell’UE. I regimi si realizzano a loro volta attraverso gli eco-schemi, che saranno stabiliti dagli Stati membri con i loro Piani strategici: ogni Paese stabilirà il “peso” dei diversi regimi ecologici nel suo piano strategico e la Commissione li valuterà e li approverà come strumenti chiave per la PAC per attuare gli obiettivi del Green Deal. Va da sè che è necessaria un’azione di filiera: secondo gli eco-schemi che sceglierà l’Italia, la risicoltura potrebbe essere favorita o danneggiata. Un rischio che l’Ente Risi ha chiarissimo: se l’Italia dovesse imporre la rotazione delle colture si ridurrebbe la superficie risicola e con essa il diritto di contratto, per dirne una, ed alcune zone vocate, quelle con i terreni pesanti, si troverebbero a disagio a convertire le risaie in campi di soia, dopo secoli di monocoltura. Ma il danno peggiore sarebbe quello di non riuscire a interpretare a proprio vantaggio il cambiamento, che è inevitabile: il valore dei titoli Pac, greening conforme, sarà dimezzato e, fatto salvo l’aiuto accoppiato, dagli eco-schemi dipenderà una fetta importante del bilancio aziendale. (Si ricorda peraltro che l’accordo sulla condizionalità prevede che la BCAA 8 – Rotazione delle colture nei seminativi non sia applicata alle colture in sommersione come il riso)

Ecco cosa prevede l’accordo di compromesso raggiunto al super trilogo (24-25 giugno 2021) secondo una ricostruzione fatta da Paolo Magaraggia di Coldiretti:

  • l’elenco di pratiche agricole stabilite dagli Stati membri per gli eco-schemi deve coprire almeno due delle seguenti aree di azione: clima, ambiente, benessere degli animali e anche la resistenza antimicrobica; 
  • il sostegno sarà erogato su tutta la superficie (non solo sugli ettari ammissibili) coperta dall’eco-schema;
  • è stato accolto un nuovo testo relativo alla conformità degli impegni che possono basarsi su uno o più requisiti della condizionalità, a condizione che gli obblighi degli eco-regimi vadano al di là dei pertinenti requisiti minimi stabiliti dalla condizionalità;
  • l’elenco potrà prevedere anche misure per il benessere degli animali e, di conseguenza, concedere pagamenti annuali per unità animale e per gruppi di agricoltori e possono coprire i costi di transizione;
  • tra i requisiti minimi affinché gli Stati membri possano erogare i pagamenti per impegni che vanno oltre a tale baseline, possono essere incluse norme della legislazione nazionale prevedendo una deroga per i primi 3 anni;
  • i colegislatori hanno concordato la possibilità di concedere un “incentivo” nel definire i pagamenti per gli agricoltori che adottano determinate pratiche agricole essendo compatibile con la scatola verde dell’OMC. 

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