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ECCO LA BOZZA DEL NUOVO PSR LOMBARDO

da | 19 Giu 2014 | NEWS

sarassoDifficile dare un giudizio sulla convenienza dell’adesione al nuovo PSR Lombardia, come delineato nella bozza che potete scaricare cliccando QUI, fino a quando le xxxx poste in luogo dell’incentivo erogabile non si trasformeranno in numeri… Tra gli obblighi generali previsti per tutti i percettori dei fondi Psr di base, spicca l’utilizzo della nuova figura prevista dal Pan, il consulente che dovrà rilasciare ricetta per l’acquisto dei fitofarmaci. Questa figura dovrà avere un diploma o laurea in materia agraria ed essere iscritto all’albo regionale dei consulenti, previa frequentazione di appositi corsi.

Gli obblighi di utilizzo di un’irroratrice certificata, poi, sono richiesti anche a chi non aderisce al Psr, così come quelli di tenuta del registro dei trattamenti, che in Lombardia dovrà essere compilato on line, su apposito sito della Regione. E’ obbligatoria nel Psr la predisposizione di un piano di fertilizzazione, previa esecuzione di analisi del terreno, per le quali non viene menzionata alcuna griglia minima di campionamento: sarà sufficiente una per ogni azienda, per appezzamento, per foglio di mappa, per parcella? Questo dettaglio, quando sarà chiarito, consentirà di fare delle appropriate valutazioni economiche.

Gli impegni accessori per i risicoltori, da aggiungere volontariamente a quelli di base sopra citati, contengono due misure incentivate singolarmente (una o l’altra, in aggiunta all’incentivazione di lotta integrata generica) con contributi da quantificare:

1) la misura L prevede l’obbligo di sommersione delle risaie, mantenendo l’acqua ad un livello tra 5 e 15 cm, per almeno 60 giorni durante la stagione invernale, per almeno due anni su cinque. Da valutare la disponibilità di acqua iemale nei vari territori, e l’interferenza nella gestione dei consorzi irrigui, che devono comunque ritagliarsi tempi congrui per la messa in asciutta necessaria ad eseguire la manutenzione annuale dei canali e degli edifici di regolazione. Occorrerà anche ripristinare le valbe, in quanto la vicinanza di risaie sommerse ad altre seminate con le colture da sovescio previste dalla sotto descritta misura M in molti casi può essere incompatibile.

2) la misura M prevede per tre anni su cinque la realizzazione di una coltura da sovescio, che impieghi leguminose anche in consociazione, ed oltre alle normali pratiche colturali per la buona riuscita del sovescio, prevede anche il divieto di utilizzo di concimi e diserbi. Quest’ultima norma non è chiarissima; il contesto suggerirebbe che il divieto valga per la coltura da sovescio, ma potrebbe essere interpretata come divieto assoluto, nel qual caso si ricadrebbe nell’agricoltura biologica. Un aspetto certamente da chiarire meglio, ad evitare fraintendimenti.

3) sembrano invece scomparsi gli incentivi per l’agricoltura “conservativa”, con lavorazioni ridotte, e non vi è traccia di incentivi per l’adozione dell’agricoltura di precisione.

In sostanza ci troviamo di fronte a una bozza certamente da perfezionare come chiarezza di enunciati, con due misure facoltative (L ed M) che nel caso di aziende confinanti che attuano misure diverse, possono entrare in collisione tra di loro, e con dei limiti strutturali di applicabilità: la L per motivi idraulici, e la M in caso di terreni troppo pesanti e sortumati. Autore: Giuseppe Sarasso. (17.06.14)

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