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COME USARE IL DIGESTATO IN RISAIA

da | 11 Apr 2022 | NEWS

Digestato
Nei giorni scorsi, il digestato è stato riconosciuto come fertilizzante e questa è sicuramente una grande conquista per il mondo agricolo. È senza dubbio un’opportunità green per far fronte all’impennata dei costi dell’urea e per diminuire l’utilizzo dei concimi minerali.
 

CRITICITA’ E VANTAGGI

Sul tema abbiamo sentito il parere di Giuseppe Croce, Dottore Agronomo. «Il digestato da fermentazione anaerobica rappresenta sicuramente un ottimo prodotto in risicoltura. Tra i principali vantaggi si evidenziano:

  • fertilizzante organico in grado di migliorare la struttura del suolo;
  • contiene azoto presente sia in forma organica, sia ammoniacale consentendo un rilascio graduale nel tempo con vantaggi sia agronomici (per la migliore nutrizione della pianta), sia ambientali grazie alla minore perdita per lisciviazione;
  • contiene fosforo e potassio facilmente assimilabili oltre a molti microelementi utili;
  • l’alcalinità svolge una funzione correttiva dei suoli di risaia tendenzialmente acidi.

Questi sono invece i limiti indicati da Croce: «se distribuito tal quale il digestato contiene un elevato contenuto di acqua che incide sui costi di trasporto; (ii) è complessa la distribuzione in copertura (attuabile solo sulla semina in asciutta prima della sommersione ed interrato superficialmente con attrezzature idonee)».

FANGHI E LETAME

Pur nella consapevolezza che fanghi e digestato sono prodotti completamente diversi abbiamo chiesto a Giuseppe Croce di fare un paragone e di evidenziare i vantaggi del digestato. «Dato che il digestato agricolo deriva da prodotti e sottoprodotti agricoli, mentre i fanghi derivano da processi di depurazione civile/industriale, per il digestato vi sono maggiori garanzie sulle matrici di provenienza». Per quanto riguarda il confronto con il liquame suino – secondo Croce – il digestato ha un maggiore contenuto di sostanza secca, e a differenza di quest’ultimo non acidifica i terreni. Inoltre, il digestato ha maggiori apporti nutritivi (soprattutto rispetto al liquame suino).

IL PARERE DEI RIVENDITORI

Secondo Dante Boieri, rivenditore di prodotti per l’agricoltura a Novara, se i controlli sono fatti bene e i prodotti sono di certa provenienza è sicuramente una opportunità per gli agricoltori. Critità principale secondo Boieri è la difficoltà di reperire il digestato.  Per il vercellese Alberto Balzaretti il difetto principale è che, «il digestato, essendo composto da azoto ammoniacale al 70%, va immediatamente interrato. L’ideale è quindi spargere il prodotto in campo e procedere con l’aratura subito dopo. Quest’anno in cui le precipitazioni sono state scarse l’attività potrebbe essere semplice ma in caso di terreni particolarmente fangosi lo spargimento è difficoltoso se non impraticabile».

Altra criticità secondo Balzaretti è che i digestori non sono così tanti e la vendita del digestato è quindi limitata e circoscritta. Le dosi ideali sono per il riso 30 tonnellate all’ettaro mentre per il mais dai 50 alle 70 tonnellate. Se usato in questa quantità, secondo Balzaretti il digestato potrebbe portare ad un risparmio del 20-30% sull’urea. Balzaretti, in conclusione è favorevole all’utilizzo nei campi sia del digestato che del compostato e ritiene sia un’opzione più green e sicura rispetto all’utilizzo dei fanghi. Autore: Elettra Bandi

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