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TUTTI VOGLIONO I LUNGHI A

da | 29 Nov 2022 | NEWS

Lunghi A

Dopo aver registrato l’atteso approdo dei lunghi B a 55 €/q lordi (leggi l’articolo), torniamo ad affrontare i temi di mercato confrontandoci come consueto con gli operatori del settore.

PREZZI ALTI A CAUSA DELLA SICCITÀ

Oggi vi proponiamo le parole di Alberto Franzi, risicoltore di Albano Vercellese, che afferma: «Nel nostro areale abbiamo subito dei danni a causa della carenza idrica solo nei terreni maggiormente vicini al Sesia, caratterizzati da una tessitura leggera. In ogni caso, fortunatamente, i cali produttivi non sono paragonabili a quelli subiti in altre zone, come la Lomellina. Questo contesto in campagna ha portato, come sappiamo, ad un importante calo nelle disponibilità del risone, che ha causato i buoni livelli attuali di prezzo. Ciò è avvenuto per tutti i comparti ma soprattutto per i lunghi A da interno, molto richiesti dal mercato e con meno disponibilità, essendo maggiormente prodotti proprio in quelle zone dove la siccità ha colpito di più».

I RISCHI DEGLI AUMENTI

«Mi auguro che questa situazione possa consolidarsi, conscio che ciò significherebbe anche un consolidamento dei costi molto elevati che stiamo avendo per moltissimi mezzi di produzione. Spese così alte aumentano i rischi d’impresa, per capirlo basta mettersi nei panni proprio di quei risicoltori che hanno subito fortemente la siccità. Essi faranno molta più fatica a tamponare il mancato raccolto ai prezzi correnti rispetto a quello che avrebbero dovuto fronteggiare solamente qualche anno fa. Altra dinamica scaturita è la carenza di semente per la prossima campagna, soprattutto in certe varietà molto richieste dal mercato e molto colpite dai cali produttivi, ad esempio CL388. I commercianti, infatti, mi hanno già comunicato la necessità di prenotazione abbastanza urgente se avessi l’interesse di coltivare questa varietà e ciò mi ha colpito.»

LUNGHI B TROPPO DISTANTI

«L’analisi che ho proposto fin qui non è valida per i risi “indica”, la cui disponibilità è calata meno degli altri comparti. Il prezzo attualmente è molto distante dalla media del mercato. Credo che questa differenza si manterrà nel futuro più prossimo. Infatti, è impensabile che i dazi o qualsiasi meccanismo sia inserito nel breve periodo».

«Riguardo ai consumi – conclude Franzi – ritengo non ci sia il rischio di una contrazione diffusa. La popolazione mondiale è in aumento e il riso è un bene di largo utilizzo, di cui non si può fare a meno in moltissime impostazioni alimentari. Certamente,  i risi di nicchia potrebbero essere meno cercati se i prezzi dovessero diventare troppo elevati. Tuttavia, credo che il nostro settore nel complesso non rischi di essere abbandonato dal consumatore». Autore: Ezio Bosso.

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