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«VI RACCONTO LA MIA PACCIAMATURA»

da | 12 Mag 2016 | NEWS

DSC_6493Ha suscitato una certa curiosità l’investimento di Riso Vignola in un innovativo sistema di coltivazione del riso, realizzato attraverso dei grandi teli che coprono la risaia, contrastando con questa forma di pacciamatura l’insorgere di erbe infestanti. L’iniziativa è in corso nelle aziende di proprietà dell’azienda Vignola su un totale di circa 300 ettari.  Per saperne di più, abbiamo intervistato Giovanni Vignola (a destra nella foto con Patrizio Roversi, conduttore di Linea Verde, che si occuperà dell’argomento nella puntata del 15 maggio).

Cosa state facendo esattamente?

L’idea nasce dal desiderio di trovare un sistema di coltivazione assolutamente sostenibile applicato al riso, specificamente riferito al prodotto biologico, ma tendenzialmente anche al convenzionale. Abbiamo osservato alcune coltivazioni effettuate con questo sistema nella scorsa annata risicola: seppur basate su un ettarato esiguo avevano dato degli ottimi risultati, così, nell’ottobre 2015 abbiamo deciso di rompere gli indugi e, dopo aver siglato accordi sia con i produttori dei materiali sia con i produttori dei macchinari, abbiamo velocemente avviato un progetto riguardante la stesura nei campi di un film biodegradabile e compostabile (tecnica della pacciamatura ) atto ad impedire l’insorgenza delle erbe infestanti.

Tecnicamente, dove sta la novità?

La novità rispetto alle prove precedenti è che tale progetto riguarda un ettarato importante ed è quindi un test che io ritengo assolutamente esaustivo per avallare la bontà di tale pratica. Le aziende agricole coinvolte infatti presentano caratteristiche del terreno molto diverse una dall’altra, si va infatti da una composizione sabbiosa ad un medio impasto, per arrivare infine a terreni molto robusti; tutte le caratteristiche peculiari della Pianura Padana sono rappresentate. Due aziende sono monitorate direttamente dall’Ente Risi che in questo modo incamera dati che potranno essere utili nel prossimo futuro.

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Ci spieghi come funziona…

La tecnica è molto semplice e consiste nel preparare il terreno per una semina in asciutta. La concimazione avviene tutta prima della semina. Si stende il film compostabile attraverso apposite macchine. Si semina (quest’anno ancora manualmente), si allaga il campo quando la piantina ha raggiunto un buon irradiamento e a quel punto si attende la raccolta.

Quali sono i vantaggi  e gli svantaggi ?

I vantaggi e gli svantaggi si vedranno effettivamente al termine della coltivazione quindi quest’autunno, ma fin d’ora possiamo affermare che questo sistema impone un minor utilizzo di seme e di concime, una più ridotta permanenza dell’acqua sul campo (il che implica un effetto positivo sulla presenza di arsenico nel riso) e ovviamente una minore usura dei macchinari e un minore consumo di gasolio. Infine, quando semineremo in modo meccanizzato, riscontreremo anche un risparmio sul personale.

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Veniamo agli svantaggi.

Al momento,  ci sono solo le incognite legate alle varie fasi della crescita delle piantine. Certo, il costo del film ( piuttosto caro quest’anno) è un “male” necessario e la semina manuale è onerosa, in assenza di macchine combinate.

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Siamo di fronte a una pratica innovativa, mutuata dalle coltivazioni orticole: si può definire sperimentale? 

Certamente è perfettibile. Ci siamo assoggettati appositamente al ruolo di cavie per poter studiare i sistemi migliori con cui arrivare al risultato finale, quindi quest’anno abbiamo avuto problemi con il vento che sollevava il film, problema risolvibile con un maggior rincalzo laterale; abbiamo avuto il problema dei piccioni o degli uccelli in genere che hanno particolarmente gradito questo tipo di semina, costringendoci  a riseminare alcuni campi, e questo sarà un problema da affrontare meglio l’anno prossimo, eventualmente attraverso dissuasori, ma come capirete siamo all’inizio di un percorso che ci sembra promettere bene.

DSC_6114Non possiamo esprimerci sulle produzioni ma siamo ottimisti. In ogni caso, sono convinto che occorra veramente impegnarsi tutti quanti per ottenere una agricoltura sostenibile, meno legata agli schemi del passato e tesa a creare innovazione, anche attraverso modi apparentemente semplici come questo: è il motivo profondo per cui ho deciso di provare questa soluzione. (08.05.2016)

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