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TENSIONE CON TRUMP

da | 19 Ott 2020 | Internazionale

Stati Uniti

Arriva all’Unione Europea l’autorizzazione dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) ad imporre dazi aggiuntivi sui prodotti importati dagli Stati Uniti per un controvalore di 4 miliardi di dollari.

L’export agroalimentare italiano verso gli USA ammonta a circa 4,7 miliardi di euro ed è il primo mercato di sbocco fuori dalla UE: ambienti dell’industria ci riferiscono che nella campagna 2018/20 l’Italia ha esportato 7.938 tonnellate verso gli Stati Uniti. Se al momento non si prefigurano segnali evidenti di un possibile rischio di ritorsioni doganali, i rapporti commerciali tra Europa e Stati Uniti hanno tuttavia i contorni di una guerra a colpi di dazi: sullo sfondo c’è il contenzioso in corso da oltre un decennio tra Ue e Stati Uniti sugli aiuti pubblici elargiti ai gruppi colossi dell’aeronautica mondiale Airbus e Boeing, l’evergreeen delle politiche protezionistiche, che dura ormai dal 2004.

L’accusa reciproca è di aver usufruito indebitamente di fondi pubblici, alterando gli equilibri di mercato. Sempre in questo quadro, la WTO nell’ottobre 2019 aveva autorizzato gli Stati Uniti all’applicazione di dazi aggiuntivi sulle importazioni dall’UE per un controvalore complessivo di 7,5 miliardi di dollari, pari a 6,3 miliardi di euro. Tale cifra era considerata una compensazione per i cosiddetti effetti sfavorevoli causati dai sussidi federali al costruttore di aerei americano. Eppure l’ammontare, oltre ad essere di gran lunga al di sotto degli 11 miliardi della richiesta comunitaria, è anche nettamente inferiore a quello delle tariffe punitive per 7,5 miliardi concesse lo scorso anno agli Usa nei confronti dell’Ue, che hanno avuto pesanti ripercussioni su molti prodotti d’eccellenza italiani.

Si delinea ancora più chiaramente in questo botta e risposta il tema cogente del deficit commerciale USA e del piano americano di riportare in patria la manifattura per separare le proprie catene di fornitura globale dalla Cina e Trump non intende in alcun modo rinunciare al ruolo di difensore degli interessi americani a ridosso delle presidenziali. Inoltre, il raggiungimento di un’intesa pare inficiato dalla recente scelta Usa di tassare l’alluminio europeo, in particolar modo quello tedesco.

Occasione per riaprire il negoziato o pericolo di scontro aperto?

Se in Italia Conte ritiene che i dazi e le sanzioni degli Stati Uniti non abbiano colpito l’Italia in maniera significativa, il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ieri ha confermato che l’Europa andrà avanti con i dazi. Bruxelles, per ora, non intende compiere mosse affrettate e preferirebbe attendere le prossime elezioni per conoscere l’interlocutore e stabilire come intavolare una trattativa. Il responsabile del Commercio Ue, Valdis Dombrovskis rinnova l’impegno immediato, positivo e costruttivo con gli Usa, manifestando l’auspicio di un accordo negoziato con gli Stati Uniti che possa evitare cicli dannosi di misure e contromisure, al fine di riportare l’attenzione sulle priorità urgenti transatlantiche quali la ripresa economica dalla pandemia, la riforma Wto e il ripristino di condizioni di parità a livello globale. In caso di risposta negativa da parte dell’America Dombrovskis dichiara, seppur a malincuore, la risoluzione a difendere gli interessi europei e a rispondere in modo proporzionato, ovvero stabilendo dazi sulle importazioni americane.

La risposta di Trump non si è fatta attendere: gli Stati Uniti sono pronti a rispondere con dazi ancora più duri e il rappresentante al commercio Usa, Robert Lighthizer, pur dichiarandosi pronto ad intensificare le trattative con Bruxelles, ha precisato di essere in attesa di una risposta da parte di Bruxelles e di proposte americane. Trump potrebbe scegliere di aumentare le tariffe fino al 100% e di estenderle ad altri prodotti chiave del Made in Italy.

Risulta evidente che un inasprimento dei dazi e delle tensioni commerciali sarebbe dannoso, a maggior ragione nell’attuale fase di crisi economica innescata dalla pandemia, e potrebbe portare a conseguenze fortemente negative. Secondo i dati della Commissione europea, l’export agroalimentare degli Stati membri verso gli USA è diminuito di oltre 400 milioni di euro nei primi cinque mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
Risulta quindi indispensabile negoziare con gli Stati Uniti un accordo per mettere fine a una guerra commerciale che coinvolge suo malgrado anche il settore agroalimentare.

A livello di procedure burocratiche la Commissione Ue dovrà stilare, entro la fine di ottobre, la lista delle merci in arrivo dagli Usa, incluse alcune produzioni agroalimentari sulle quali applicare dazi aggiuntivi.

La decisione della WTO rischia così, se non si dovesse trovare una soluzione negoziata, di rivelarsi paradossalmente un boomerang per l’agroalimentare made in Italy e principio di precauzione vorrebbe che si mantenesse l’agricoltura fuori dalla lista dei prodotti statunitensi da sanzionare. Autore: Milena Zarbà

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