Sono Fabio Lanfranchini e gestisco una sede CAA presso lo Studio Pulsar nel comune di Borgolavezzaro in provincia di Novara, provincia a spiccata vocazione risicola. Già dallo scorso anno la presentazione delle Domande Uniche per le aziende che coltivano riso si è di molto complicata per l’obbligo di inserire in domanda i dati di acquisto e utilizzo di sementi certificate.
PRESENTAZIONE DOMANDE PAC: UNA VELOCE CRONISTORIA
Vorrei però fare una veloce cronistoria di quanto accaduto fino ad oggi per far comprendere ai non addetti ai lavori quanto sia diventata ormai impossibile da gestire la presentazione delle domande di contributo lavorando in Regione Piemonte (nella foto, l’assessore piemontese all’agricoltura Bongiovanni; ndr).
Doveroso è chiarire come uno studio tecnico come il mio inizi a lavorare alla presentazione delle domande già da inizio anno con il rinnovo dei contratti di affitto; sistemati i titoli di conduzione si passa alla compilazione del piano grafico su Sistemapiemonte, strumento informatico messo a disposizione dalla Regione. Abbiamo negli anni compreso come sia più semplice e preciso fissare appuntamento in ufficio con i nostri clienti così da compilare direttamente a sistema il piano grafico indicando le variazioni colturali e, nel caso del riso, indicando anche la varietà coltivata.
CARTA DI USO DEI SUOLI
Quest’anno, giunti alla seconda metà di aprile, quindi con buona parte dei piani grafici già lavorati, Arpea ha pubblicato quella che è stata chiamata la “nuova carta dei suoli”, che semplificando è un insieme di nuove foto e fotointerpretazioni dei terreni coltivati. Fin da subito ci hanno stupito le tempistiche di questo aggiornamento che doveva essere fatto al massimo nel mese di gennaio, aggiornamento che ha costretto i CAA a buttare nel cestino tutto il lavoro fatto in precedenza per rivedere le superfici elegibili.
Questo sarebbe incomprensibile già di per sé….ma peggio ancora è stato verificare che “magicamente” questo aggiornamento ha portato ad avere parecchie aziende cerealicole con inspiegati appezzamenti a vigneto o a noccioleto nel bel mezzo dei campi coltivati a cereali!
BACO INFORMATICO
Si può solo immaginare la reazione di chi, come il sottoscritto, ha visto settimane di lavoro annientato. Abbiamo quindi iniziato a segnalare al CSI (ente che gestisce il sistema informatico) tutti i casi di aziende bloccate grazie all’aggiornamento messo in linea, problema risolto solo in parte da automatismi informatici inventati all’ultimo minuto.
Ma purtroppo le difficoltà per il mondo riso erano solo all’inizio, l’ultimo regalo ci è stato fatto in data 29 maggio scorso quando l’ennesimo fermo servizio del programma ha portato a caricare un nuovo layer che variava nuovamente le superfici a risaia! Volete sapere il risultato della pubblicazione di queste nuove superfici…..che dovremo rivedere nuovamente tutte le aziende per verificare la differenza di superficie tra la validazione precedente e quella risultante dall’ennesima modifica!
Ad essere penalizzato da questa situazione è anche chi lavora sui dati del Fascicolo come le compagnie assicurative che devono garantire la copertura da eventi atmosferici. Risulta impossibile per loro mettere in copertura le colture senza le superfici definitive, e quindi un’altra volta il cane che si morde la coda e i nostri uffici tartassati da telefonate di chi dipende da noi per poter svolgere il proprio lavoro.
VALIDAZIONE SOTTO AL 50%
Risulta quindi evidente perché ad oggi a livello regionale le percentuali di validazione siano ancora sotto al 50% e le domande in bozza per quanto riguarda Domanda Unica e PSR a numeri irrisori. Ricordo che la scadenza resta fissata al 16 di giugno ma appare palese come sarà impossibile per tutti i CAA regionali riuscire a rispettarla anche solo lontanamente. Questo anche perché oltre al mondo riso le stesse problematiche si sono presentate per la vite e per i prati/pascoli.
LIBERA PROFESSIONE: UN PUNTO DI VISTA
Viene ora spontaneo chiedersi, soprattutto per un libero professionista, chi pagherà tutto questo? Ovviamente non potremo caricare il costo del rifacimento dei pani grafici alle aziende agricole che non ne hanno alcuna colpa, ma non potremo neppure essere noi a sostenere ore e ore di lavoro buttate al vento per totale inadeguatezza di chi gestisce la parte politica e tecnica a livello regionale! E’ ora che la responsabilità venga addossata a chi di dovere e che finalmente qualcuno ne risponda in solido perché così è diventato impossibile lavorare e fornire un servizio di qualità agli Imprenditori Agricoli.
GARANTIRE LA QUALITA’ DEL LAVORO
A proposito ricordo che, sempre la stessa Pubblica Amministrazione (AGEA), ha costretto in queste settimane, molti tecnici come il sottoscritto, ad una assurda assunzione (obbligo ad essere dipendenti di una struttura superiore) così da “garantire la qualità del lavoro”. Un insulto alla professionalità e alle mille tutele già garantite da chi è iscritto ad un Albo Professionale, paga un’assicurazione ed è costretto alla formazione continua! Dovrebbero essere Loro a metterci nelle condizioni di garantire qualità del lavoro e professionalità invece di trincerarsi sempre dietro al solito scarica barile o a evidenti interessi politici!! Qualcuno mi dirà mai a cosa è servita questa norma se non a portare alla chiusura di molti studi professionali favorendo così chi vede già la propria associazione strutturata in modo tale da rispettare le nuove normative!?
QUADERNO DI CAMPAGNA
Termino evidenziando l’ennesima beffa che si chiama Quaderno di Campagna Elettronico…..strumento ormai inserito in tutti i PSR e nella gestione dei reflui per le aziende zootecniche; uno strumento teoricamente intelligente ma praticamente ingestibile alla luce di quanto descritto in precedenza. Come possiamo aggiornare immediatamente i trattamenti o le fertilizzazioni delle aziende se non riusciamo a completare il piano grafico entro la fine dell’estate? Dicono che diventerà obbligatorio dal 2026 ma non sono in grado di consentire ai CAA di lavorare, generando un totale disallineamento tra la ottusa burocrazia e la realtà di chi ha a che fare con le aziende agricole quotidianamente.
SBUROCRATIZZAZIONE: MISSION IMPOSSIBLE!
Sburocratizzazione, semplificazione, collaborazione sono belle parole ma resteranno tali fino a quando non verranno messe in pratica, così stiamo mettendo in crisi un settore intero e pregiudicando l’integrità mentale di chi, come me, lavora da anni per cercare di aiutare gli imprenditori agricoli. Sto sventolando una enorme bandiera di richiesta aiuto, sperando che anche chi si riempie la bocca parlando di agricoltura tutti i giorni in televisione, ogni tanto prenda una posizione netta nei confronti di chi ci costringe a svilire così tanto il nostro bellissimo lavoro. Autore: Fabio Lanfranchini, studio Pulsar
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