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RISO SENZA GLIFOSATE

da | 1 Mag 2021 | NEWS

L’Efsa ha pubblicato pochi giorni fa il rapporto annuale sulla presenza di residui di agrofarmaci nei campioni di alimenti analizzati nel 2019 su tutto il territorio dell’Unione: ne emerge che solo il 2,3% è risultato non conforme alle direttive europee.

Limiti “legali” di residui di agrofarmaci

I residui di agrofarmaci, derivanti dall’uso di prodotti fitosanitari sulle colture o sui prodotti alimentari che vengono utilizzati per usi alimentari, possono infatti potenzialmente rappresentare un rischio per la salute pubblica. Per questo motivo, nell’Unione europea è stato stabilito un quadro legislativo completo che definisce le regole per l’approvazione delle sostanze attive utilizzate nei prodotti fitosanitari, il loro uso e i loro residui negli alimenti. Al fine di garantire un elevato livello di protezione dei consumatori, il regolamento (CE) n. 396/2005 stabilisce dei limiti legali o i cosiddetti “livelli massimi di residui“. (Un diserbo pulito ed efficace?)

Gli Lmr armonizzati a livello Ue sono fissati per più di 1.300 pesticidi che coprono 378 prodotti alimentari/gruppi di alimenti. Un limite massimo per difetto di 0,01 mg/kg è applicabile a quasi 690 di questi pesticidi che non sono esplicitamente menzionati nella legislazione sul tema. Il regolamento (CE) n. 396/2005 impone agli Stati membri l’obbligo di effettuare controlli per garantire che gli alimenti immessi sul mercato siano conformi ai limiti di legge. Questo regolamento stabilisce programmi di controllo sia comunitari che nazionali. Ecco perché, secondo la legislazione dell’Unione europea, l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) fornisce una relazione annuale che esamina i livelli di residui di agrofarmaci negli alimenti sul mercato europeo. Questa relazione si basa sui dati delle attività di controllo nazionali ufficiali svolte dagli Stati membri dell’Ue, dall’Islanda e dalla Norvegia e comprende un sottoinsieme di dati del programma di controllo coordinato dall’Unione che utilizza una strategia di campionamento randomizzato.

Controlli sui residui di agrofarmaci nel riso

Per il 2019, il 96,1% dei 96.302 campioni complessivamente analizzati è sceso al di sotto del livello massimo di residui, il 3,9% ha superato tale livello, di cui il 2,3% è risultato non conforme, ovvero si tratta dei campioni che superano il limite massimo dopo aver tenuto conto dell’incertezza di misurazione. Per il sottoinsieme di 12.579 campioni analizzati nell’ambito del programma di controllo coordinato dall’Ue, il 2,0% ha superato l’Lmr e l’1% non era conforme. Per valutare il rischio acuto e cronico per la salute dei consumatori, l’esposizione alimentare ai residui di agrofarmaci è stata stimata e confrontata con i valori guida basati sulla salute. I risultati suggeriscono che è improbabile che i livelli di residui per i prodotti alimentari analizzati rappresentino una preoccupazione per la salute dei consumatori. Tuttavia, viene proposta una serie di raccomandazioni per aumentare l’efficacia dei sistemi di controllo europei, continuando così a garantire un alto livello di protezione dei consumatori in tutta l’Unione.

Per quanto riguarda il riso, nel 2019 i sono stati effettuati diversi tipi di controlli: analizzati 196 campioni di prodotti alimentari trasformati a base di riso. Di questi, 127 sono risultati sotto il limite di quantificazione, 45 tra il limite di quantificazione e il limite massimo e 24 sopra il limite massimo (12,2%). Su questi stessi campioni ci sono stati altrettanti casi in cui sono stati trovati residui multipli: sul 7,7% 2 sostanze attive diverse, sul 5,1% 3 residui diversi, sul 2% 4 diversi, sull’1% 5 diversi e sull’1,5% 6 diversi.

Analisi effettuate anche per individuare i residui di glifosate: sono stati analizzati 194 campioni di riso, ma non sono stati trovati residui superiori al limite massimo.

Parlando di prodotti alimentari importati, alcuni sono stati soggetti a una maggiore frequenza di controlli ufficiali per quanto riguarda alcuni prodotti chimici all’ingresso nel territorio dell’Ue. Complessivamente sono stati segnalati 8.424 campioni. Di questi, l’8,5% (713 campioni) è stato considerato non conforme alla legislazione vigente.

Controlli sugli alimenti biologici

Sottoposti a controlli anche gli alimenti biologici: su 6.048 campioni analizzati, 5.254 non contenevano residui quantificabili (86,9% dei campioni analizzati vs. 84,8% nel 2018); 718 contenevano residui quantificati ma al di sotto o al livello massimo (11,8% contro il 13,8% del 2018) e 76 campioni sono stati segnalati con livelli di residui al di sopra dei loro limiti massimi corrispondenti (1,3% contro 1,4% nel 2018), di cui lo 0,5% (31 campioni) è risultato non conforme nel 2019, lo stesso tasso del 2018. Rispetto agli alimenti prodotti in modo convenzionale (o non biologici), i livelli di superamento degli Lmr e i campioni con residui quantificati tendono ad essere generalmente più bassi negli alimenti biologici.

Diverse possibili ragioni per i superamenti dei limiti massimi sono, ad esempio per quanto riguarda i campioni provenienti da paesi terzi, l’uso di pesticidi non approvati per i quali non esiste una tolleranza all’importazione (o perché non richiesta o perché avendola fatta, la richiesta non è andata a buon fine) (ad esempio il carbendazim nel riso). Per quanto riguarda il riso, il carbendazim è stato segnalato in 119 campioni (0,2%), di cui 20 di riso (provenienti principalmente da India e Pakistan).

Residui di agrofarmaci: le prove per stabilire i limiti massimi

I limiti legali sono stabiliti sulla base di prove supervisionate sui residui che riflettono i livelli di residui attesi in condizioni di campo o, per i prodotti animali, studi di alimentazione animale basati su requisiti dietetici appropriati di diversi animali da produzione alimentare. Il valore del limite massimo è stimato utilizzando metodi statistici e viene solitamente stabilito per coprire almeno l’intervallo superiore del 95° percentile della distribuzione dei residui prevista. Pertanto, si prevede una percentuale di circa l’1% di superamenti del limite massimo anche se le buone pratiche agricole sono pienamente rispettate. Nel 2019, il 3,9% dei campioni conteneva residui che superavano i rispettivi limiti massimi (3.720 campioni). Il tasso di superamento dei limiti massimi nel 2018 era stato del 4,5%.

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