“Con un’annata del genere c’è poco da stare allegri. Ho finito di raccogliere solo l’altro ieri: sui 140 ettari che coltivo ho avuto un calo medio di oltre il 15 per cento”: Fabio Camisani, agricoltore milanese tra Gaggiano e Vermezzo, è uno dei duemila risicoltori lombardi che stanno facendo i conti con una stagione da dimenticare. Per la prima volta in Lombardia – stima la Coldiretti regionale – il raccolto scenderà sotto i 5 milioni di quintali, con una diminuzione nelle rese compresa tra il 15 e il 20 per cento. Sebbene la qualità sia buona – spiega la Coldiretti Lombardia – la primavera piovosa ha posticipato la semina e ostacolato i lavori nei campi. La raccolta è partita in ritardo di quasi tre settimane e in molti casi si è conclusa in questi giorni. Considerando una media di 55 quintali per ettaro – afferma la Coldiretti – in provincia di Pavia la produzione finale si attesterà poco sopra i quattro milioni di quintali, nel Milanese sui 650 mila quintali, nel Lodigiano su 60 mila quintali. Per Mantova e Bergamo, le prime stime parlano rispettivamente di 49 mila quintali e 176 quintali. “La primavera lunga e piovosa mi ha fatto posticipare la semina e costretto a scegliere una varietà tardiva come il Selenio che però ha rese inferiori: 52 quintali per ettaro contro i 60 quintali del mio Volano l’anno scorso” spiega Luigi Lanzi, risicoltore di Caselle Lurani, nel Lodigiano. A diminuire non è solo il raccolto finale, ma anche le superfici dedicate. Le previsioni di inizio anno sono state confermate – spiega la Coldiretti regionale – Se nel 2012 la Lombardia poteva contare su oltre 98 mila ettari di riso, quest’anno siamo scesi a 87 mila con un calo dell’11 per cento. Tra il 2010 e il 2013, il territorio che ha pagato di più la fuga dalle risaie è stata la provincia di Lodi con un meno 52 per cento di aree. “I produttori che sono riusciti a seminare prima del 20 maggio hanno avuto rese accettabili – afferma Paolo Braschi, risicoltore della cascina Colombina di Vistarino (Pv) -. Chi invece ha seminato all’inizio di giugno ha registrato diminuzioni sui raccolti. Intanto la domanda di prodotto è in crescita e le quotazioni sono in salita”. Per il Carnaroli, ad esempio, si oscilla tra i 55 e i 60 euro al quintale, per il Vialone Nano tra i 60 e i 62 euro al quintale, mentre per l’Arborio – Volano la forbice va dai 50 ai 55 euro a quintale. (19.11.13)