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OCCHIO AL MAGAZZINO

da | 7 Nov 2013 | NEWS

logoRisiRicordate di monitorare regolarmente la temperatura e l’umidità del risone stoccato in magazzino dopo il raccolto. Lo scrive, su Il Risicoltore di settembre, Maria Luisa Giudici, dirigente dell’Ente Nazionale Risi, spiegando che “quando le temperature sono elevate favoriscono il proliferare di miceti e accelerano notevolmente la velocità con cui si riproducono gli insetti, essendo altresì, nel contempo, incrementate proprio dal loro metabolismo. La comparsa di insetti va tenuta sotto controllo, sondando la massa di risone e utilizzando trappole di vari tipi, appositamente studiate per la cattura dei coleotteri e lepidotteri tipici dei cereali immagazzinati”. Sotto la superficie del risone si possono collocare le trappole a caduta, nelle quali gli insetti, nel corso dei loro spostamenti tra le spighette, entrano casualmente da piccole aperture, restando intrappolati senza possibilità di fuga. Nell’ambiente, invece, si possono opportunamente distribuire trappole caricate con feromoni di aggregazione, i quali inducono gli individui di una medesima specie,  solitamente coleotteri (es. Triboli), a dirigersi e a concentrarsi nei pressi della sorgente di emissione del feromone, o con feromoni sessuali, generalmente femminili, per attrarre esemplari dell’altro sesso, nei lepidotteri (Tignole). Appena si individua un’infestazione, spiega il tecnico dell’Ente Risi, bisogna provvedere a movimentare il risone, sottoponendolo a un trattamento insetticida (azadiractina A, cipermetrina, deltametrina, piretrine, pirimifos metile), uniformemente distribuito, oppure ricorrere alla fumigazione, purché alle condizioni già esposte in precedenza. “E’ fondamentale, per evitare l’insorgenza di ceppi resistenti, rispettare le dosi consigliate in etichetta e variare il tipo di principio attivo, assicurandosi che sia registrato allo scopo, consci che alcuni principi attivi sono utilizzabili esclusivamente per l’ambiente di conservazione e non per le derrate” osserva la Giudici, che nello stesso articolo elenca le operazioni da compiere preventivamente allo stoccaggio, sia sul magazzino che sulla massa stoccata. Il primo “deve essere il più possibile ripulito da rotture, frammenti, polveri, materiali inerti e semi estranei, essiccato affinché il contenuto di umidità non superi il 14% e mantenuto a una temperatura inferiore a 15°C: è noto, infatti, che valori di umidità e temperatura superiori, unitamente alla presenza elevata di impurità, possono avviare fenomeni di deterioramento della massa e formazione di muffe durante lo stoccaggio. Inoltre, i frammenti vegetali possono attrarre e, quindi, favorire l’insediamento  sia di insetti secondari (Triboli delle farine, Silvano, Criptoleste, Tignola fasciata), in quanto non sono in grado di attaccare il risone integro, sia di parassiti terziari e micetofagi (psocotteri e acari)” scrive. Dopo aver posto particolare cura nell’effettuare una radicale e meticolosa pulizia delle attrezzature (essiccatoi, elevatori, coclee, ecc.) e del luogo di conservazione (anfratti, crepe, fessure), asportando ogni residuo (compresi sacchi, contenitori, ecc.) e le polveri che riducono l’efficacia degli insetticidi, “sarebbe opportuno procedere alla disinfestazione o debiotizzazione  degli ambienti vuoti per eliminare eventuali insetti superstiti, trattando pareti, pavimenti e attrezzature con insetticidi (pirimifos metile) o con fumiganti (alluminio fosfuro, magnesio fosfuro, difluoruro di solforile) registrati per quest’impiego. Nei casi in cui i bersagli fossero particolarmente difficili da raggiungere è consigliabile utilizzare  prodotti volatili: i migliori risultati si ottengono grazie alle fumigazioni con gas tossici che, però, vanno eseguite solo in ambienti a tenuta stagna o adeguatamente sigillati ed esclusivamente da ditte specializzate e autorizzate. Naturalmente una grande attenzione va posta nel mantenere in ordine anche l’area circostante il magazzino e nell’impedire la penetrazione di roditori, di volatili o di altri  ospiti occasionali accidentali. A questo proposito, si segnala che nel recente passato sono stati rinvenuti adulti del Punteruolo acquatico del riso nelle masse di risone: come è noto, si tratta di un insetto dannoso in risaia e non per le derrate, ma l’occhio inesperto potrebbe confonderlo con le Calandre” osserva. Secondo la Giudici, nel caso in cui si pensi di stoccare a lungo il risone, “è raccomandabile eseguire preventivamente un trattamento insetticida contro gli insetti primari  Calandre del riso, del mais e del grano, Cappuccino dei cereali, Vera tignola dei cereali), in grado, cioè, di attaccare le spighette integre”. In assenza di questa misura, “si badi a programmare le vendite in modo tale da evitare di conservare il risone nei mesi più caldi” consiglia la Giudici. (7.11.13)

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