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NEXTRICE COMPRA LA RISERIA EUROPEA

da | 5 Giu 2019 | NEWS

Chi ha comprato la Riseria Europea? Siamo arrivati al dunque. All’asta che il 15 marzo 2019 aggiudica il polo di Ferrera Erbognone (Pavia). La procedura fallimentare, come abbiamo visto nelle puntate precedenti di quest’inchiesta, non è rapidissima, anche perché la competenza passa nel frattempo dal Tribunale di Vigevano a quello di Pavia. Nell’attesa, la risaia mormora. Del resto, una riseria di queste dimensioni congelata in mezzo alla pianura solleva degli interrogativi. Perché la Riseria Europea, al momento della chiusura, è un impianto di grande valore economico e produttivo.

Le perizie

Stando alle perizie del 2010 gli immobili valgono più di otto milioni di euro, gli impianti (silos e macchine utensili) la stessa cifra, mentre le scorte in magazzino sfiorano il milione e i materiali di imballaggio superano i 260mila euro. Secondo il Tribunale, insomma, il valore della Riseria Europa si aggira intorno ai 18 milioni di euro: naturalmente, è già un valore di molto inferiore a quello degli investimenti effettivamente fatti dalla famiglia Aschei (45 milioni) e al “buco” generato dal fallimento, che a sentire i creditori, supera i cento milioni. Appare subito chiaro a tutti che molti di loro non rivedranno i propri soldi. Meno chiaro è a chi interessi la Riseria Europea. E perché.

Gli agricoltori

Potrebbe interessare agli agricoltori? E’ inverosimile che, in un mercato in movimento turbinoso come quello del riso, in nove anni i sindacati nazionali non abbiano ragionato sul questo potenziale. Soprattutto quelli proiettati sul mercato (come Coldiretti con Filiera Italia). Le apparecchiature della riseria, per quanto i periti ne abbiano dovuto abbattere il valore commerciale, sarebbero tutte efficienti e con una durata di qualche decennio. La logistica non pone problemi. Ma soprattutto avrebbe dovuto essere la capacità produttiva a suggerire l’investimento agli agricoltori, se veramente avessero voluto uscire dall’angolo in cui il mercato li sta schiacciando, riscattandosi dal ruolo di fornitori di commodity. Infatti, in una fase che vede i grandi gruppi aggregarsi e aumentare la capacità produttiva, il polo di Ferrera Erbognone può lavorare 20 tonnellate di risone all’ora, una capacità produttiva senza pari, o quasi.

Nextrice come Highlander

E invece, in nove anni, intorno a quella che al momento del fallimento è la più grande riseria dell’Ue, non succede nulla. O meglio, stando alle voci di mercato, alla Riseria Europea si interessa solo un grande imprenditore risiero di Valle Lomellina (Pavia). Più recentemente, spunta una cordata di agricoltori che intende creare un consorzio per la tutela del riso tipico italiano – la vecchia idea di Aschei e di altri lomellini, in seguito riveduta e corretta dai promotori dell’Igp Valle del Po e, appunto, dal consorzio in questione – e i pretendenti diventano due. Nel frattempo, i sindacati agricoli si sono dileguati, ritenendo, a quanto ci dicono loro stessi, che non sia sensato entrare nel settore risiero in una situazione di oligopolio commerciale se non si dispone di un solidissimo canale distributivo. Gli acquirenti potenziali della Europea rimangono due fino al 15 marzo 2019, quando il tribunale di Pavia fissa la vendita competitiva di tutto quanto a un valore di 1,5 milioni. A quel punto, come se fossimo sulla scena di Highlander, l’uomo di Valle, che tanto ha atteso questo momento, decide che «ne resterà soltanto uno». Poiché però il boccone è talmente grande che a mangiarselo da soli si rischia un’indigestione, con strascichi anche pesanti sul piano dei rapporti commerciali, Highlander imbarca un socio di minoranza nell’impresa con cui vuole aggiudicarsi la fabbrica fallita e il 4 marzo, nasce la Nextrice spa, ultima progenie di due tycoon del mondo risiero. A quel punto, capita l’aria che tira, il consorzio si ritira rapidamente dalla competizione e la Nextrice resta sola soletta ad aggiudicarsi l’agognata asta pavese. Già, ma chi c’è dietro la Nextrice spa? Autore: Paolo Viana (La quarta puntata sarà pubblicata domani)

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