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LA ZAMPATA LOMBARDO-VENETA

da | 6 Mag 2016 | Norme e tributi

fava-300x224Neanche il tempo per gioire della promessa di Martina che la Lombardia sbugiarda il Ministro. Non appena il titolare di via XX settembre ha fatto sapere che «Agea ha avviato dalla scorsa settimana il pagamento dei saldi definitivi della domanda unica 2015» e che «ha approvato le convenzioni che disciplinano i rapporti tecnici ed economici con gli Organismi pagatori e con i Centri di Assistenza Agricoli» in modo da dare «un nuovo impulso nelle procedure di acquisizione delle domande da parte dei CAA» – dichiarazioni salutate da Cia e Confagricoltura come uno storico successo della manifestazione del 5 maggio (peccato che la nota ministeriale fosse di due giorni prima…) è saltato su l’assessore all’agricoltura della Lombardia, Gianni Fava: «Dal 10 maggio pagheremo la Pac, ma sul tema non dovete fidarvi di chi non racconta il vero, perché la Regione ha già anticipato l’acconto a più del 70% degli agricoltori lombardi e chi non l’ha avuto è perché aveva situazioni in via di definizione, che fosse un contenzioso in atto sul refresh o con la pubblica amministrazione oppure si tratta di particelle in contestazione o, ancora, di attività agricole suddivise su più regioni». Il Pirellone, insomma, fa sapere che «Già dalla settimana prossima  saranno saldate le misure relative sul biologico e poi procederemo per blocchi di pagamenti di 50-60-70 milioni di euro per volta. A differenza di altre Regioni – spiega Fava – la Lombardia ha anticipato anche il greening, stimandolo al 30 per cento ed entro la fine di maggio liquideremo anche i saldi definitivi anche di chi non ha ricevuto l’acconto. Mi sento ottimista, perché gli uffici della Regione stanno lavorando senza sosta, ma non possiamo fare finta di nulla e non dire che i fascicoli con le cosiddette particelle incagliate sono stati bloccati direttamente da Roma». La Lombardia non ci sta a sentire parlare di ritardo – «il termine ultimo fissato dall’Unione europea per il pagamento della Pac è stato fissato al 30 giugno; comprendo che rispetto a un sistema in sofferenza per mancanza di marginalità la Pac costituisca un’importante boccata d’ossigeno, ma non siamo affatto fuori termine» – e comunque se il ritardo c’è è solo per responsabilità di Roma. «Per chi non lo ricorda nel febbraio 2015 il ministro convocò le Regioni a Roma – attacca Fava – affermando che entro il mese di marzo gli agricoltori avrebbero ricevuto i moduli precompilati della Pac, sbandierando il provvedimento Agricoltura 2.0, che avrebbe velocizzato e sburocratizzato l’intero sistema. Ebbene, I titoli definitivi sono arrivati giovedì scorso, dopo più di 14 mesi dalle dichiarazioni di Martina, con i conteggi quasi tutti sbagliati. Per la Lombardia significa che almeno un terzo dei 50mila fascicoli aziendali sono da rivedere completamente. Questo richiede tempo e non certo per errori di Milano”. Infine, l’atto d’accusa: «Abbiamo un sistema nazionale che non è competitivo rispetto ad altri paesi, dobbiamo fare i conti con una Pac che oggi ha fallito i propri obiettivi, ma la strada che le imprese agricole devono percorrere è quella di una specializzazione, perché se ci mettiamo a produrre commodities saremo fuori mercato». Fava non è il solo a mettere i puntini sulle i: anche l’assessore Veneto Giuseppe Pan ha fatto sapere ieri che l’agenzia regionale per i pagamenti in agricoltura (Avepa) «ha già iniziato a pagare i saldi 2015 dei contributi europei per l’agricoltura»

A oggi già 1900 delle 84 mila imprese agricole del Veneto sono state liquidate «e Avepa sta lavorando a pieno ritmo per riuscire ad accelerare i tempi biblici di pagamento da parte di Agea. Ma i ritardi nei pagamenti – che sia chiaro a tutti – non sono imputabili ad Avepa, che ha saputo realizzare un modello di istruttoria e liquidazioni che fa scuola in Italia, ma ad Agea, l’agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura. La centralizzazione dei pagamenti sta producendo i disagi che sono sotto gli occhi di tutti i produttori agricoli e che rischiano di mettere in ginocchio 84 mila imprese venete del settore».

La Regione Vento ha denunciato ripetutamente la vicenda dei “ritardi intollerabili” dei pagamenti in agricoltura, sollecitando il ministero e le altre regioni ad intervenire presso Agea e a Bruxelles per modificare il meccanismo dei pagamenti. «Non possono essere le Regioni, e le loro agenzie per i pagamenti (Avepa in Veneto), a dover supplire alle mancanze di Agea nell’applicazione della riforma Pac 2014-2020», ha ribadito l’assessore ai tavoli ministeriali e interregionali dedicati alla Pac, ricordando che la Commissione europea ha messo sotto osservazione l’ente pagatore chiedendo al governo italiano di apportare i necessari correttivi. «La Regione Veneto ha comunque messo nero su bianco le proprie proposte al governo suggerendo i passi necessari per sbloccare  i pagamenti – riassume l’assessore –  e ha iniziato a pagare anticipando risorse del proprio bilancio al fine di garantire continuità all’attività aziendale dei nostri agricoltori. Ma la Regione non è disponibile, né ha le risorse necessarie, a sostituirsi all’Agenzia nazionale. Invito le organizzazioni dei produttori, invece di puntare il dito contro le Regioni che tentano di fare supplenza, ad unire la loro voce alla nostra per fare pressioni al ministero e a Bruxelles perché si riveda l’intero meccanismo dei pagamenti dei fondi Pac. Il Veneto è disponibile, come sempre, a mettere a disposizione la propria esperienza e la funzionalità di Avepa». E’ facile prevedere che la diatriba Stato-Regioni continuerà all’infinito: quel che non è altrettanto facile capire è se alle dichiarazioni politiche faranno realmente – e tempestivamente – seguito i pagamenti. (06.05.2016)

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