Inizio di settimana privo di novità ufficiali nei mercati piemontesi e giacenze degne di nota. Il listino di Novara esprime un lieve aggiustamento mentre a Vercelli i prezzi sono totalmente invariati. La domanda resta maggiormente interessata all’acquisto dei tondi ma si mostra ben disposta per quasi tutti i comparti.
RISOTTI NON RICHIESTI
L’unico segmento di mercato dove gli acquisti continuano a procedere a rilento sono i risi da risotto. Nelle borse piemontesi non si registrano variazioni, essendo già da tempo in vigore i prezzi raggiunti nelle ultime sedute in Lombardia (LEGGI). Come riportato da alcune settimane, i valori reali a cui le riserie si dimostrano disposte a comprare sono ancor più bassi rispetto a queste valutazioni ufficiali. Per il gruppo Arborio, quello dove la difficoltà a trovare un compratore è maggiore, si continua a parlare di 85 €/q lordi come massimo prezzo ottenibile allo scambio. Per i Similari di Carnaroli, un po’ più facili da vendere se necessario, nelle ultime sedute non si è andati oltre i 97-98 €/q lordi. Gli affari conclusi per questi raggruppamenti varietali, tuttavia, sono talmente pochi da non permettere alle commissioni prezzi di aggiornare le quotazioni, come dimostra la dicitura nominale sempre presente a Vercelli.
Un discorso diverso vale per le altre voci del mercato interno, più richieste e con disponibilità minime. Carnaroli Classico risulta vendibile ai prezzi ufficiali, pur essendo ormai rarissima una partita in vendita sul mercato del risone. Situazione analoga per S. Andrea e Gloria, mentre per il gruppo Roma, per il quale si dispone di più risone vendibile, si iniziano a vociferare scambi ad 80 €/q lordi. Ancor più risone da collocare per il gruppo Baldo, in parte da interno in parte da export, che rimane stabile a 70 €/q lordi.
ACCELERA L’EXPORT, CALA L’INTERESSE PER I LUNGHI B
La leggera variazione espressa a Novara riguarda Selenio, che si riallinea alle altre sedi a 70 €/q lordi. Un calo figlio di una volontà di omogeneità e non di una diminuzione reale alle scambio. Questo riso, infatti, continua ad essere richiestissimo, come tutti gli altri tondi ancora sul mercato. Per questo comparto non vi è equilibrio tra domanda ed offerta, con la prima elevata e la seconda ridotta, non essendo molto il risone disponibile. Uno squilibrio che sembra prossimo a causare nuovi apprezzamenti per questi risi. A Vercelli la Quotazione di Araldo, 55 €/q lordi, viene espressa come nominale, un segno di pochi scambi a tale cifra forse in quanto si è iniziato a fare affari con una remunerazione maggiore. Nessuna novità per Il “gruppo” Centauro e per Omega, stabili rispettivamente a 60 e 55 €/q lordi.
Quest’ultima prezzo fatica nuovamente ad essere riconosciuto nelle sedute in analisi per i lunghi B, comunque acquistati. Ciò potrebbe essere legato all’accelerazione nelle importazioni avuta nelle prime due settimane di maggio. I dati forniti da Ente Risi affermano un +14.237 tonnellate di riso lavorato importate, passando da 112.786 tonnellate al 29 aprile a 127.023 al 13 maggio. Per rendere meglio l’idea, significa un +12,6% del quantitativo importato nel 5,5% del tempo analizzato (2 settimane sulle 36 trascorse dall’azzeramento dei valori all’inizio della nuova campagna di mercato l’1 settembre).
GIACENZE ANCORA ELEVATISSIME PER MEDI E LUNGHI A DA EXPORT
Chiudiamo con uno sguardo a medi e lunghi A da parboiled. Le voci di apprezzamento per Diva e Sunrose sembrano ormai scomparse ed i 40 €/q lordi sono di nuovo consolidati. Stabili anche i prezzi di Crono, CL 007 e Leonardo. Pur considerando la possibile applicazione di questi risi in alcune lavorazioni che prediligono i tondi, a causa di un prezzo oggi decisamente concorrenziale, l’elevatissima disponibilità e la conseguente presenza di partite in vendita continua a scoraggiare qualsiasi sforzo economico maggiore delle riserie. Le industrie sono consce che presto o tardi l’offerta deve cedere la merce, avendo necessità di spazio in magazzino con l’autunno che si avvicina, ed i numeri sono dalla loro parte.
Ad oggi risultano da trasferire 152.107 tonnellate di risone sommando le varietà da export e i medi (VEDI). È doveroso precisare che si tratta di una somma non del tutto corretta (in quanto si conteggiano due volte le 3.428 tonnellate di “Lido e similari”) ma che permette un confronto con i mercati precedenti con un errore poco significativo (essendo “Lido e similari” un gruppo di varietà non molto coltivate nelle ultime campagne). Detto ciò, il risultato di tale somma a pari data è 82.314 tonnellate nel 2023/24, 60.512 nel 2022/23 e 36.993 nel 2021/22. Valori decisamente lontani da quello attuale, talmente elevato che rende difficile pensare ad apprezzamenti per questi risi nel prossimo futuro. Autore: Ezio Bosso
Puoi seguirci anche sui social: siamo su facebook. Se vuoi essere informato delle novità, compila il modulo newsletter e whatsapp presente in home page. Per leggere ricette trovi tutto su http://www.risotto.us. Se coltivi anche grano leggi www.granoitaliano.eu.