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METTERE IN SICUREZZA LE DERIVAZIONI

DERIVAZIONI

L’analisi di dettaglio delle riserve idriche in ambito agricolo entra in una fisiologica fase di attesa. La stagione si è conclusa e le attività di raccolta del riso sono nel pieno dell’attività.

Il manto nevoso è nullo nelle sezioni considerate, dato ovvio per il periodo. Le continue oscillazioni di temperatura, con massime spesso importanti, stanno però determinando una nuova compromissione, pur se più lieve, delle riserve di ghiaccio presenti alle quote più elevate sul versante Sud delle Alpi. LEGGI LA PRECEDENTE ANALISI A CURA DI ALBERTO LASAGNA.

ARRETRAMENTO DEI GHIACCIAI ANCORA IMPORTANTE

L’arretramento dei fronti glaciali è meno pronunciato degli ultimi anni ma pur sempre attivo, nonostante l’eccezionale nevosità della scorsa primavera, e questo ci deve portare a riflettere sulla sempre più certa mancata disponibilità di acqua di scioglimento glaciale e quindi un diverso, e assai più complicato, regime dei fiumi alpini fondamentali per la nostra irrigazione. I gradi fiumi delle Alpi, da fine giugno nelle condizioni più favorevoli e da maggio nelle condizioni più sfavorevoli (2022), rischiano di assumere un comportamento appenninico con imponenti oscillazioni di portata influenzate, per altro, dalla produzione idroelettrica.

INFRASTRUTTURE E DERIVAZIONI

Occorre introdurre, con urgenza, nuovi protocolli gestionali che salvaguardino le utenze irrigue; occorre investire, con altrettanta urgenza, per la salvaguardia delle infrastrutture irrigue presenti o interferenti sui sistemi fluviali, in previsione degli eventi alluvionali purtroppo sempre più intensi e repentini come il 2020 insegna.

La temperatura del mar Mediterraneo, e del mar Ligure in particolare, sono in costante aumento. Rispetto ai massimi del periodo 2002 – 2018, il massimo registrato nell’agosto del 2024 è di oltre 2 gradi superiore (dati ARPAL Regione Liguria). La temperatura del mare così elevata innesca fenomeni di evaporazione sempre più intensi che, in presenza di perturbazioni intense, possono alimentare eventi alluvionali, come quelli riscontrati nel 1994, 2000 e 2020, enfatizzandone gli effetti aumentando in modo importante le cumulate di pioggia che si potrebbero manifestare in tempi più brevi con colmi di piena considerevolmente più imponenti di quanto fino ad oggi noto.

Spiace che in questo scenario dalla crescente complessità, criticità riconosciuta da tutti, si vadano a realizzare opere di piantumazione in aree golenali, investendo oltre 200 milioni in ambito PNRR, con il rischio che queste attività vengano spazzate dalla prima piena sprecando così imponenti risorse che potevano, e forse possono ancora, essere investite per la messa in sicurezza delle derivazioni da fiume a servizio delle utenze agricole e idroelettriche.

ATTENZIONE AL DEFLUSSO ECOLOGICO

Porre in sicurezza le derivazioni fluviali, rivedendo al contempo il contestato Deflusso Ecologico, significa garantire la certezza dell’attività irrigua. Una attività irrigua costante permette la ricarica della falda freatica e la conseguente restituzione delle portate derivate al “sistema Po” con un positivo effetto di laminazione che va anche a garantire gli ecosistemi fluviali nei momenti di scarsità. Questo risultato può essere raggiunto mediante il saggio utilizzo della capacità di accumulo dinamico proprio della falda freatica.

Il cambiamento climatico impone di rivedere i paradigmi del passato, anche in ambito ambientale, e il progetto di rinaturazione del Po, con le ingenti somme investite, pare tener poco conto delle esigenze complessive del sistema ampio costituito non solo dalle aree golenali ma dall’intero bacino del Po. Vediamo progettazioni milionarie, intrinsecamente spesso corrette, che si concentrano solo su dinamiche lineari interne all’alveo in areali soggetti a potenti sconvolgimenti a causa delle piene, senza una visione strategica e pianificatoria del sistema idraulico complessivo.

Occorre davvero un importante cambio di passo per non perdere l’occasione di ridare dignità idraulica, sociale ed economica al Po trattandolo con la stessa dignità con cui si gestisce il Reno, il Rodano e il Danubio.

RISERVE NEVOSE

L’analisi delle riserve nevose delle 4 stazioni nivometriche analizzate nell’intorno del Monte Rosa diventa superflua in quanto a pari data la situazione è di un diffuso accumulo nullo.

L’analisi riprenderà a partire dal mese di novembre, nel frattempo si analizzeranno informazioni, nelle prossime analisi, di natura glaciologica.

LAGO MAGGIORE

Il lago Maggiore ha un livello idrometrico pari a circa 82 cm sullo zero di riferimento, in crescita rispetto alle ultime settimane.

Riportiamo i consueti grafici acquisiti dal sito https://laghi.net/.

Dato in cm del livello idrometrico a Sesto Calende negli ultimi tre anni al 27 settembre.

derivazioni

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ANDAMENTO FALDA

La falda freatica è in costante calo, come normale nel periodo.

Rispetto ai precedenti anni preoccupa come il massimo raggiunto sia in costante calo negli ultimi 4 anni a prescindere dalle condizioni meteoclimatiche di breve periodo. Tale andamento, da approfondire, appare sintomatico di un progressivo calo che va contrastato in ogni modo.

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Prosegue la stima del volume accumulato nella falda freatica dell’areale risicolo Vercellese, Novarese e Lomellino sia con grafico pluriennale che con informazioni tabellari.

Nota sull’uso delle informazioni:

Si tratta di un modello sperimentale realizzato per affinare la conoscenza del comportamento della falda e si ribadiscono le modalità di lettura dei dati già indicate nelle precedenti analisi.

Nelle ultime settimane:

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Si riporta l’andamento pluviometrico degli ultimi sei mesi (marzo – agosto) dell’ultimo triennio a Sartirana Lomellina.

Nell’ultimo semestre (aprile – settembre) la cumulata del 2024 è simile a quella del 2023.

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SCALA DI ALLARME

La conclusione delle attività irrigue porta a sospendere la predisposizione della scala di allarme, l’attività, fino al mese di dicembre, verrà sostituita da una indicazione e previsione di massima.

Attualmente è da attenzionare l’anticipo del calo della falda freatica e il mancato raggiungimento dei massimi misurati nei precedenti anni. Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia.

 

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