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COME DISERBARE SENZA INQUINARE

da | 17 Lug 2021 | NEWS

Demo-farm

Quello della contaminazione dei corpi idrici superficiali e profondi rappresenta uno dei principali rischi nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Tale rischio può concretizzarsi in fenomeni di deriva (ovvero di dispersione della miscela fitoiatrica nebulizzata fuori bersaglio), di ruscellamento (ovvero di rilascio di acque e particelle terrose contaminate dal trattamento), ma soprattutto in fenomeni di inquinamento puntiforme, legato alla non corretta gestione delle fasi di preparazione della miscela, di dispersione dei residui di fine trattamento e di lavaggio delle attrezzature impiegate per la distribuzione.

Il rischio di contaminazione non riguarda solo la cosiddetta agricoltura “convenzionale” o “intensiva”, ma anche quella “biologica”, che fa massiccio uso di prodotti fitosanitari a base di metalli pesanti altamente pericolosi per l’ambiente quali rame e zolfo.

Per questo la giornata dimostrativa organizzata il 15 luglio presso l’azienda Buscaiolo di Cozzo (PV) nell’ambito del progetto “Demo-farm” per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari nelle Aree Natura 2000 ha assunto una valenza che va ben oltre l’ambito delle aree naturalistiche a protezione speciale, ma riveste un carattere di interesse generale e collettivo, come ha evidenziato in apertura dei lavori Flavio Barozzi (in foto), presidente della Società Agraria di Lombardia, che ha coordinato la manifestazione.

La prof. Maura Brusoni (in foto) del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia ha illustrato il progetto “Demo-farm”, di cui è responsabile scientifico, e che coinvolge la Provincia di Pavia (soggetto capofila), la Società Agraria di Lombardia, il centro di saggio “Agricola 2000” ed appunto l’Università di Pavia.

La presentazione di  Demo-farm su Agrobox

La giornata è stata dedicata alla illustrazione e dimostrazione operativa di uno dei vari sistemi tecnologici finalizzati all’abbattimento del rischio di inquinamento puntiforme denominato “Agrobox“. Questo sistema è basato su un complesso di elementi tra loro diversamente modulabili in funzione delle specifiche caratteristiche ed esigenze delle aziende singole o associate che dovessero utilizzarlo, come specificato dal dott. Marco Galli, marketing manager di Agrin Scarl, la ditta finalizzata all’innovazione in agricoltura che in partnership con Innova-Tech ha messo a punto questo dispositivo.

Esso comprende un’area di preparazione in sicurezza della miscela fitoiatrica e di caricamento della irroratrice ed un’area per il recupero degli eventuali residui di fine trattamento, di lavaggio dell’attrezzatura e di trattamento delle acque reflue.

Il dispositivo in dimostrazione è finalizzato a limitare l’utilizzo di acqua per il lavaggio e quindi alla riduzione dei volumi di refluo da trattare. Per questo viene proposto un sistema di lavaggio a vapore a temperature elevate, già testato ed utilizzato in ambito industriale. I reflui derivanti da residui di fine irrorazione e dal lavaggio interno ed esterno delle attrezzature possono essere sottoposti a trattamenti di evaporazione naturale o forzata (in questo caso si ha un rifiuto secco da smaltire) oppure a trattamenti di filtrazione mediante osmosi inversa da cui derivano un liquido filtrato (acqua deionizzata riciclabile per altri trattamenti) ed un liquido contenente i contaminanti concentrati (a sua volta da smaltire come rifiuto secondo le norme vigenti, comunque di non sempre agevole interpretazione).

Nell’ambito del progetto “Demo-farm” sono previste ulteriori giornate dimostrative con altri sistemi tecnologici di controllo dell’inquinamento puntiforme, che può rappresentare oltre il 50% dei fattori di contaminazione da prodotti fitosanitari. Autore: Paolo Accomo

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