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BRUXELLES: LA CRISI NON ESISTE

da | 6 Giu 2017 | NEWS

tecnocrate

Secondo Bruxelles la crisi del riso non esiste: è il messaggio che il Commissario al Commercio dell’UE, Cecilia Malmstrom, ha indirizzato all’europarlamentare Angelo Ciocca in una risposta a un’interrogazione nella quale l’esponente leghista aveva ancora una volta segnalato alla Commissione europea l’urgenza di rispristinare strumenti di difesa sulle importazioni asiatiche di riso, a cominciare dall’attivazione della “clausola di salvaguardia” per gli accordi di libero scambio in essere.
Dopo la risposta negativa del Commissario Hogan (agricoltura) pervenuta a Regione Lombardia qualche giorno fa, è stato il turno della Malmstrom, la quale – oltre a non ravvisare alcun pericolo dai contingenti di riso importati – sostiene che questi sopperiscono a una parte del fabbisogno europeo altrimenti non soddisfatto dalla produzione interna.
“Penso che la filiera risicola italiana abbia diversi punti da obbiettare rispetto a questi dati e, inoltre, mi chiedo quanto l’ingresso di altissimi contingenti di riso extra-UE non abbia inciso, causa crollo dei prezzi, a disincentivarne la produzione in Europa e in Italia; i tempi – continua Ciocca – per ridare qualche garanzia e qualche tutela al settore risicolo europeo ed italiano, che ne è la componente principale sono strettissimi; ravviso ancora una volta un atteggiamento privo della necessaria autorevolezza da parte del Governo italiano e del suo Ministro all’Agricoltura e ricordo loro che nei prossimi mesi dovranno giocare un ruolo fondamentale sulle modifiche della Pac e su diversi altri temi sensibili. In un’ottica negoziale generale l’Italia ha il dovere di mettere l’accento sui problemi oggettivi che gli accordi di libero scambio dell’UE provocano a diverse filiere italiane, delle quali quella risicola è certamente una delle più colpite, minacciata addirittura nella propria sussistenza”.
Il regolamento delegato (UE) n. 1083/2013 della Commissione stabilisce che se non è stata presa la decisione di avviare un’inchiesta, la Commissione evita di rendere nota la domanda di avvio di un’inchiesta di salvaguardia nell’ambito del regolamento SPG.
Per questo motivo la Commissione non può esprimersi in merito alla richiesta ricevuta.

Per quanto riguarda le importazioni di riso nell’UE provenienti tra l’altro dalla Cambogia, la Commissione rinvia l’onorevole deputato alla risposta data all’interrogazione E-000954/2017. In tale risposta la Commissione ha affermato di essere consapevole dell’importanza che l’industria europea del riso conferisce alla questione delle importazioni da paesi meno avanzati, ma i dati finora disponibili non mostrano segni di gravi minacce per il mercato europeo del riso. Circa il 40% del consumo annuale di riso nell’UE è inoltre coperto dalle importazioni, poiché l’UE non è autosufficiente in questo settore, in particolare per quanto riguarda la varietà di riso Indica, che viene importata principalmente dall’Asia. Le importazioni della varietà di riso Japonica, che è la varietà di riso più prodotta nell’UE, sono invece di entità trascurabile.

La Commissione continuerà comunque a monitorare il mercato UE del riso. La Commissione dispone attualmente di un sistema di sorveglianza delle importazioni di riso, nell’ambito del quale sono elaborate statistiche settimanali sulle importazioni nell’UE di qualsiasi origine. Tale sistema di sorveglianza integra le prescrizioni in materia di licenze di importazione del riso introdotto nel territorio doganale dell’UE”.

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