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ACQUERELLO “RIPUDIA” IL CARNAROLI

da | 6 Mar 2018 | Uncategorized

Scandaloso Rondolino. Quel geniaccio del marketing che da anni riesce a vendere il Carnaroli come se fosse oro, ripudia la varietà che gli ha portato fortuna in nome del brand. Un terremoto nel mondo del riso: violato il sancta sanctorum! Il Carnaroli è in crisi? Bisogna salvare Acquerello. Il pretesto è la nuova legge del mercato interno che permette di utilizzare la denominazione “Riso Carnaroli” anche per vendere Karnak o altre varietà similari, purché iscritte nel registro delle varietà tradizionali, e di vendere Carnaroli con l’aggiunta dell’aggettivo “Classico” solo se nella scatola vi è unicamente riso Carnaroli. Una legge scellerata secondo il patron di Acquerello, perché fa di tutta l’erba un fascio e di tutte le varietà similari il Carnaroli. Quindi la decisione, annunciata oggi: «Abbiamo preso una decisione molto importante a seguito di alcuni interventi legislativi per cui riteniamo necessario, per non generare equivoci, spiegare le motivazioni che ci hanno spinto a sostituire sulle nostre confezioni di Riso Acquerello la denominazione “Riso Carnaroli” con l’attuale “Riso Lungo A”.

Secondo la legge italiana del 18/3/1958 relativa al commercio interno del riso, in vigore fino al 4/8/2017, era obbligatorio, nel caso della varietà Carnaroli, scrivere sulla confezione “Riso Carnaroli”; definizione che, però, poteva comprendere anche altre varietà di riso con caratteristiche biometriche simili a quelle del Carnaroli; infatti legalmente negli anni se ne sono inserite altre 8. Dal 4/8/2017 il D.Lgs. 131 ha sostanzialmente confermato la legge precedente e semplificato l’inserimento nella dicitura “Riso Carnaroli” di nuove varietà similari. La legge inoltre, ora consente, a libera scelta del produttore, la possibilità di utilizzare la denominazione “Riso Lungo A” invece che “Riso Carnaroli”.

Nel 1991 quando è nato Acquerello, in Italia erano coltivati sotto la denominazione Carnaroli 1000 ettari, nel 2017 ne sono stati coltivati 25.080 tutti legalmente venduti con la denominazione “Riso Carnaroli” confermata dalla nuova legge; inoltre si sta diffondendo la coltivazione di Carnaroli anche all’estero. Negli anni il Carnaroli ha quindi subito un lento svuotamento del suo carattere di esclusività dovuto alle altre 8 varietà che possono rientrare nella stessa denominazione. È questa la motivazione della nostra scelta di prendere le distanze da una situazione che creerà sempre più una deliberata confusione nel consumatore e da una denominazione che sta diventando sempre meno qualificante. Acquerello garantisce di non essere solo un Carnaroli, ma di essere il risultato di un processo di produzione esclusivo, che assicura una sostanziale differenza di qualità. L’invecchiamento del risone, la lenta lavorazione con l’elica, e il processo brevettato di reintegro del chicco con la sua gemma, fanno di Acquerello il riso realmente e legalmente inimitabile». Il dispaccio è lungo e sarà oggetto di esegesi. Ad esempio, quando recita «Acquerello garantisce di non essere solo un Carnaroli» qualche maliziosetto ipotizzerà che dentro le scatole di Carnaroli d’ora innanzi possa esserci anche qualche chicco di Karnak o di Carnise, come la legge prevede. Ma sono solo cattiverie: la fortuna commerciale dell’Acquerello ha generato molte invidie in questi anni. Il patron del riso dei miracoli spiega che l’intento è proprio quello, al contrario, di non essere assimilato ai similari… Qualcun altro si chiederà perchè il Piero Rondolino non abbia sfruttato la nuova legge per valorizzare il proprio prodotto chiamandolo Carnaroli Classico, visto che la scatola contiene solo riso Carnaroli, e preferisca diluire la denominazione nel mare magnum dei lunghi A. Infine un dubbio: ma sarà davvero possibile, se si vende una varietà iscritta al registro delle varietà tradizionale, usare la denominazione generica del tipo? Forse sul frontespizio, ma non nello spazio riservato alla denominazione… mah. Ammettiamo che la legge è giovane e ancora non chiarissima. Le risposte, in fondo, sono tutte nel dispaccio e convergono su un punto, inequivocabile, che spiega tutto: Acquerello è un brand più importante di Carnaroli e il titolare della tenuta Colombara di Livorno Ferraris vuole evitare che cada in disgrazia com’è capitato alla ex varietà più pregiata del mercato, che oggi si vende a 30 euro ivata. Stupiti? E’ solo l’inizio.

(IN SERATA ACQUERELLO HA DIFFUSO UNA RETTIFICA CHE POTETE LEGGERE QUI)

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