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IL RISO CHE BEVE POCO

da | 19 Nov 2022 | Tecnica

Nuovo Prometeo

Pubblichiamo per gentile concessione dell’Ente Risi l’articolo di presentazione del nuovo Prometeo, in pubblicazione su Il Risicoltore. 

Il miglioramento genetico da sempre ha condotto studi e ricerche circa le principali caratteristiche biomorfologiche. Al centro dei lavori si sono trovati caratteri quali l’aumento della produttività e la resistenza alle principali malattie per ridurre i costi di produzione e migliorare la qualità.

Altri caratteri di pregio sono la riduzione della taglia per evitare perdite produttive da allettamento e del ciclo produttivo per favorire la miglior organizzazione aziendale, il miglioramento della qualità del granello per accontentare nuovi segmenti di mercato e convincere altri consumatori.

GENETICA E CLIMATE CHANGE

L’accelerazione dei fenomeni meteorologici estremi nel nostro paese, come sul pianeta, l’aumento delle temperature, del manifestarsi degli sbalzi termici frequenti e drastici, delle violenti piogge, delle grandinate intense, della siccità perpetua e prolungata (come quest’anno), hanno messo la ricerca genetica, e non solo, davanti a sfide serie e imminenti:studiare, creare e rilasciare al più presto varietà tolleranti ai cambiamenti climatici.

UN PROGRAMMA A TRE VIE

Questa prerogativa si è posta anche per il Settore di Miglioramento Genetico dell’ENR, il quale, negli ultimi anni, ha elaborato un programma mirato. Lo studio del germoplasma esistente in loco, l’introduzione delle novità varietali migliori che la ricerca mondiale ha già creato e messo a disposizione unitamente all’attuazione di un programma complesso d’incroci sono state le tre vie che lo staff della ricerca genetica del CRR hanno introdotto.

Non solo! Negli ultimi anni, la ricerca nel campo del miglioramento genetico ha intrapreso numerose misure e ha applicato specifici protocolli attuativi. L’obiettivo è migliorare il processo di selezione genetica garantendo una ricerca più rigorosa e tempestiva. La valutazione delle linee più performanti in fase di selezione comprende diversi caratteri. Caratteri che vanno dal vigore germinativo alla capacità produttiva, dalla qualità del granello, alla resistenza alle malattie.

CONFRONTO TRA GERMOPLASMA

Tra i primi approcci strategici seguiti nel nostro percorso c’è stato il confronto del germoplasma introdotto (conosciuto per i suoi specifici caratteri richiesti) dalle banche mondiali con i genotipi della collezione presente nella Banca del Germoplasma dell’EnteNazionale Risi.

Negli ultimi tre anni, sono state riseminate, studiate e analizzate più dell’80% della collezione esistente (composta da più di 1650 varietà). Lo scopo è individuarne quelle maggiormente interessanti. Dal confronto fra numerosissimi genotipi (varietà e linee) messi in prova, ne sono state individuate più di 72 di riso (5,4% di quelle seminate). Inoltre, decine di linee sono giunte in fase di selezione finale perchè descritte da una spiccata resistenza alla siccità.

IL FUTURO DELLA RISICOLTURA ITALIANA E CONTINGENZE

Negli ultimi anni il settore agricolo e nello specifico quello risicolo, si sono trovati a fare i conti con gli effetti nefasti dei cambiamenti climatici. Cambiamenti che hanno registrato un incremento della frequenza e dell’incidenza degli eventi meteorologici estremi. A questi si è affiancata una sempre minore disponibilità idrica. Ciò è risultato ancora più evidente durante quest’ultima stagione colturale. Qui, una combinazione di prolungata siccità ed elevate temperature hanno “cancellato” totalmente, fra le province di Pavia e di Novara, una superficie risicola di oltre 26.000 ettari oltreché cospicue perdite produttive. Infine, un calo della qualità del prodotto è avvenuto sulla porzione rimanente del territorio, come non si era mai verificato a memoria d’uomo.

RESISTENZA ALLO STRESS IDRICO E CAMBIAMENTI CLIMATICI

Ovviamente questa situazione particolarmente sfavorevole è stata il risultato di una combinazione casuale di eventi. Eventi che speriamo non si ripetano in futuro. In ogni caso, la disponibilità idrica necessita di essere affrontata al più presto. Il motivo non è tanto per i noti problemi di desertificazione che affliggono alcune aree del nostro paese, quanto per il fatto che,secondo i più recenti studi, la maggior parte dei ghiacciai alpini situati al di sotto dei 3500 metri di altitudine, il cui scioglimento contribuisce ad assicurare la disponibilità idrica a buona parte della Pianura Padana durante la stagione estiva, scomparirà entro il 2050.

VOCAZIONE RISICOLA A RISCHIO

Dunque il rischio concreto è che in alcune aree risicole della Pianura Padana si possa perdere la vocazione risicola e che di conseguenza la superficie italiana a riso possa subire una drastica riduzione. In virtù anche dei tempi piuttosto lunghi richiesti dall’attività di miglioramento genetico, è necessario che la ricerca genetica (pubblica e privata) intraprenda con largo anticipo programmi seri per mettere a disposizione degli agricoltori varietà capaci di crescere e fornire produzioni soddisfacenti anche in condizioni di irrigazione turnata o di scarsa disponibilità idrica.

Nel frattempo, occorre intensificare gli sforzi per creare e predisporre delle varietà dotate anche di una più spiccata rusticità genetica rispetto a quelle oggi in commercio,capaci di fornire produzioni accettabili anche a fronte di ridotti input agronomici, come peraltro si manifesta in alcune delle varietà più vecchie, sviluppate prima della rivoluzione verde e dell’avvento della fitochimica.

CARATTERI DA PRIVILEGIARE

Dagli studi in corso risulta che molte delle moderne varietà a taglia bassa, la cui biomassa è decisamente ridotta rispetto alla maggior parte delle varietà coltivate in passato, presentano un apparato radicale poco sviluppato rispetto a quest’ultime, risultando generalmente anche meno rustiche e fornendo elevate produzioni solo a fronte di un cospicuo apporto di input agronomici.

Oggi è oramai noto che il riso presenti un sistema radicale di tipo fascicolato, superficiale e con sviluppo iniziale in senso orizzontale, per poi andare più in profondità durante la fase di accestimento, al termine della quale raggiunge la sua massima estensione in prossimità della fioritura.

In generale, il 25-35 % del sistema radicale (in certe varietà già in coltivazione, questa percentuale arriva sino al 75-80%) non supera neanche i primi 5 cm di profondità e circa il 60-65% non supera neanche i primi 10 cm di terreno. Ovviamente un angolo più stretto di crescita radicale e una lunghezza più accentuata delle radici si traducono in una esplorazione più profonda e di maggior volume di suolo. Dunque occorre, quanto prima possibile, iniziare ad invertire la rotta nella ricerca di questo carattere, in quanto il sistema radicale, oltre la funzione di ancoraggio della pianta è la prima e più efficace risposta al fenomeno della siccità in risaia.

LE RISPOSTE DELLA GENETICA AL CLIMATE CHANGE

Se da un lato la ricerca genetica per lo sviluppo di varietà adatte ad un’agricoltura più sostenibile e a ridotti input è solo agli stadi iniziali, Ente Nazionale Risi ha voluto altresì fornire una risposta immediata, anche se ancora parziale.

Questo responso sembra arrivare proprio dal passato. Già da qualche anno, si è deciso di tornare a provare e coltivare, a scopo sperimentale nei campi del CRR, le numerose varietà del passato. Tra queste c’è una vecchia varietà di riso come Prometeo, che era già nota per la sua buona resistenza all’irrigazione turnata.

PROMETEO

La varietà Prometeo fu sviluppata presso il Centro Ricerche negli anni ottanta incrociando la varietà Ardizzone (selezionata nel 1925 da una varietà statunitense originata da Madagascar, Lady Wright) con la varietà Raffaello (ottenuta nel 1963 a sua volta dall’incrocio fra il Carnaroli e Balilla). Prometeo è stata inclusa nel Registro Nazionale delle Varietà Vegetali con Decreto Ministeriale di Iscrizione il 19/12/1990.

La caratteristica principale, avendo un apparato radicale molto sviluppato, è la capacità di sopportare molto bene l’irrigazione turnata (anche con turni d’adacquamento fra una bagnatura e l’altra molto lunghi). Prometeo negli anni Novanta è introdotta e sperimentata in Lomellina.

La varietà Prometeo, nonostante abbia riscontrato ottimi risultati produttivi in condizioni di irrigazione turnata, non si era mai estesa più di tanto su larga scala, complice, ai tempi, l’assenza di condizioni effettivamente limitanti. Condizioni che ne avrebbero potuto determinare di sicuro il successo rispetto alle altre varietà allora in commercio.

NUOVE LINEE DA PROMETEO

Nel 2020, la selezione effettuata su una popolazione della varietà Prometeo seminata in campo, ha permesso di ottenere molte pannocchie definite “interessanti”. Una volta seminate a file nell’anno successivo, hanno dato origine a diverse linee tra cui anche PRM81. Linea che, pur essendo fenotipicamente del tutto simile alla varietà Prometeo da cui deriva, si caratterizzava comunque per un più accentuato sviluppo di apparato radicale.

La linea è contraddistinta da un sistema radicale di tipo verticale, peculiarità molto importante e considerata fondamentale per reperire l’umidità del terreno in profondità (Nella foto grande). Questo carattere genetico di primaria importanza consente alle radici di esplorare un volume di suolo maggiore. Le radici inserendosi in profondità nel terreno conferiscono alla pianta una capacità di resistenza ancora migliore in condizioni di stress idrico.

LA LINEA PRM81

La linea PRM81 non può essere rappresentata diventare tuttavia una nuova varietà, dato che le differenze fenotipiche rispetto alla varietà Prometeo da cui deriva, sono limitate alla sola formadell’apparato radicale (da orizzontale a verticale, che non fa parte delle 38 caratteristiche disintive ai fini di iscrizione varietale), pertanto essa potrebbe essere commercializzata utilizzando solo la denominazione “Prometeo” anche se di fatto è una nuovo generazione sua. Per tale motivo potrebbe essere proposto come il “Nuovo” Prometeo.

La varietà Nuovo Prometeo, come peraltro anche la varietà madre dal quale deriva, presenta una pianta robusta di taglia medio-alta (di circa 98 cm), dal colore verde piuttosto intenso, caratterizzata da un portamento di foglia di tipo “semieretto”, di media lunghezza, tendenzialmente orizzontale a maturazione e pannocchia intermedia “semipendula”; una tipologia di pianta che potremmo definire “di vecchio stampo”, frutto dei tempi in cui la varietà era nata; tuttavia questo particolare portamento e la taglia non troppo ridotta, uniti ad una buona rusticità e resistenza al brusone, potrebbero rendere questa varietà piuttosto indicata anche per delle pratiche di agricoltura biologica.

2022: I RISULTATI SONO PROMETTENTI

Proprio la siccità prolungata che ha caratterizzato quest’ultima stagione, causando non pochi problemi e danni alla risicoltura nazionale, ha creato delle condizioni ideali per sperimentare sul campo proprio la resistenza allo stress idrico.

La varietà è stata testata nel corso dell’annata agraria 2022 in diverse località in provincia di Pavia e Novara e presso i campi sperimentali del CRR. Qui, nonostante le condizioni particolarmente sfavorevoli per un ridottissimo apporto idrico nel corso della stagione, si è rivelata molto resistente, mostrando una germinazione e crescita lineare, una produttività elevata e una maggiore precocità rispetto alle varietà testimoni (Selenio e Centauro).

Queste ultime hanno risentito maggiormente in maniera negativa delle condizioni di prolungata siccità manifestatasi e quindi di stress idrico, bloccando lo sviluppo e la crescita vegetativa e allungando dunque il ciclo semina-fioritura.

LA PROVA PRESSO L’ISTITUTO BONFANTINI

Nella prova realizzata presso l’Istituto Bonfantini di Novara, la nuova varietà in questione ha mostrato una produzione media di 88,28 q/ha, rispetto ai 76,14 q/ha della varietà Centauro (Tabella 1).

Nella prova realizzata presso il CRR ha fatto registrare una produzione media di 87,68 q/ha, contro rispettivamente i 84,84 q.li/ha ottenuti dal Prometeo, i 68,18 q.li/ha di Selenio e i 62,12 q.li/ha di Centauro (Tabella 2).

LA FORZA E’ NELLE RADICI

La varietà Nuovo Prometeo si è quindi rivelata molto promettente, senza mostrare particolari sintomi di stress o di suscettibilità alle malattie, nonostante le condizioni meteorologiche decisamente avverse di quest’anno. Ciò suggerisce che il punto di forza del Nuovo Prometeo che è la sua rusticità e resistenza alla siccità prolungata, risiede proprio nel particolare sistema radicale di tipo verticale e del suo maggior sviluppo, sia nei confronti della varietà madre (Prometeo) che delle varietà testimoni, come Centauro e Selenio. Nuovo Promoteo  può rappresentare una buona soluzione per affrontare le più frequenti condizioni di stress idrico manifestatasi in relazione ai cambiamenti climatici.

NUOVO PROMETEO: 2024 DISPONIBILE PER AGRICOLTORI

La ricerca che Ente Risi sta portando avanti ha fornito finora risultati molto incoraggianti. Il Nuovo Prometeo potrebbe presto essere commercializzato. Il prossimo anno si provvederà alla moltiplica del seme e nel 2024 sarà possibile fornirlo agli agricoltori. Parallelamente proseguiranno i test di verifica in diverse zone risicole per certificare l’adattabilità della nuova varietà e la sua resistenza in condizioni di stress idrico e di malattie.

La selezione di questa varietà è solo il primo passo perchè la ricerca genetica effettuata presso il Centro Ricerche sta lavorando intensamente per sviluppare nuove varietà ancora più tolleranti allo stress idrico, più resistenti agli sbalzi termici e alle basse temperature e più adatti alle condizioni di salinità del terreno. Queste ultime sicuramente, avranno un impatto enorme positivo sul futuro della risicoltura italiana. Autori: Filip Haxhari, Enrico Cantaluppi, Luigi Campanini, Edoardo Magnani, Eleonora Perucco. 

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