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ZONE A RISCHIO IN BARAGGIA 

da | 24 Mag 2022 | NEWS

trattamenti zero

Continuiamo a occuparci della grande sete. Abbiamo formulato alcune domande ad Alessandro Iacopino, Direttore del Consorzio Baraggia.

LA SICCITA’ 2022

1) quali zone servite dal consorzio potrebbero andare in sofferenza e quando?

«Le zone consortili che potrebbero andare in sofferenza sono quelle servite dal Fiume Sesia e dai torrenti minori (Elvo, Cervo, Rovasenda, Marchiazza). Ciò è dovuto al carattere “torrentizio” dei corsi d’acqua, abbondanti durante il periodo primaverile, durante gli eventi meteorici ed in riduzione durante i mesi estivi. Questo avviene a causa di ghiacciai sempre più ridotti e mancanza di precipitazioni. All’interno dei comprensori serviti dai corsi d’acqua menzionati, andranno maggiormente in sofferenza le zone coltivate in asciutta, poiché particolarmente idroesigenti e soggette a bagnature periodiche».

2) qual è la portata ottimale del periodo è quella attuale dei canali?

«Oggi la portata derivata nei canali della rete principale è quella prevista dai vari Decreti di derivazione. I metodi di coltivazione ed irrigazione praticati negli ultimi anni richiedono sempre maggiori portate. Vanno garantite le tempistiche di sommersione e/o di bagnatura dopo le varie operazioni colturali (esempio il riempimento dopo le operazioni di diserbo, al fine di rendere efficace il prodotto)».

UN APPROCCIO INFRASTRUTTURALE

3) quali opere servirebbe finanziare per affrontare il problema nei prossimi anni?

Il Consorzio negli ultimi 15-20 anni ha messo in atto una politica di ristrutturazione e potenziamento dei propri canali principali. Gli obiettivi sono di contenere le perdite di portata e di garantire all’utenza consortile il miglior servizio possibile, nei limiti delle disponibilità dalle fonti di approvvigionamento.

«Le maggiori opere da finanziare sono le dighe, perché il problema cronico della siccità nei mesi estivi (e quest’anno anche per lunghi periodi invernali e primaverili) può essere combattuto solo trattenendo l’acqua in eccesso dei mesi di aprile/maggio. Così facendo non è persa l’acqua derivante da precipitazioni o dallo scioglimento della neve invernale –  che attualmente scende verso valle e non è utilizzata da nessuno. A questo si aggiunge la costruzone di bacini ed invasi di accumulo». Autore: Elettra Bandi.

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