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NON C’E’ ABBASTANZA ACQUA

da | 4 Feb 2016 | Tecnica

sommersioneTanto tuonò che piovve. In questo caso, la reazione scatta proprio perché non piove affatto. Così, venerdì 29 gennaio, presso la Sede di Novara dell’Associazione Irrigazione Est Sesia, i rappresentati delle Organizzazioni di Categoria Agricola di Piemonte, Lombardia e dell’Ente Nazionale Risi si sono riuniti per analizzare la situazione meteorologica e delle riserve idriche, tenuto conto che da quasi 100 giorni non si registrano precipitazioni significative, sia sull’arco alpino, sia sulla Pianura Padana. Erano presenti la Confagricoltura di Novara, Vercelli-Biella e Pavia; Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza, Novara, Pavia e Vercelli-Biella; CIA Lombardia, Piemonte, Pavia e Novara-Vercelli-VCO e l’Ente Nazionale Risi. «È emersa una condivisa forte preoccupazione – racconta chi c’era – per la situazione in atto e la necessità di sensibilizzare tutti i soggetti istituzionali competenti in merito ai rischi che potrebbe correre l’intero comprato agricolo compreso tra i fiumi Dora Baltea e Ticino qualora si protragga l’eccezionale e drammatica situazione di scarsità di piogge e di accumulo nevoso. Infatti, anche un augurabile e atteso cambiamento delle condizioni metereologiche, con precipitazioni nevose nel corso del mese di febbraio e marzo, non compenserebbe le carenze, con la conseguenza che già oggi si possono prevedere significativi deficit di risorsa idrica a partire dalla seconda metà del mese di giugno, fino al termine della stagione irrigua estiva». Secondo l’Est Sesia, a meno di piogge ben distribuite nell’arco dei mesi estivi, le uniche fonti di risorsa idrica a sostegno delle irrigazioni della Pianura Padana saranno i volumi accumulati nei laghi prealpini. In particolare per il Lago Maggiore sarà vitale la possibilità di raggiungere in primavera la quota di invaso di + 1,50, in deroga alle attuali regole che impongono per i mesi primaverili l’altezza massima di 1 metro rispetto allo “zero idrometrico” di Sesto Calende. Un punto controverso, su cui non tutti gli enti sono concordi, ma è altrettanto vero che la crisi idrica dello scorso anno è stata superata proprio grazie alla facoltà in via sperimentale di tenere il lago all’inizio della stagione a + 1,25 senza essere costretti a scaricare verso il mare Adriatico acque preziosissime e indispensabili per fronteggiare la inevitabile crisi estiva. Un altro rilevante elemento su cui intervenire, riguarda la concessione di deroghe al rilascio di deflusso minimo vitale a carico delle derivazioni irrigue, come previsto dalla normativa della Regione Piemonte, alla luce delle situazioni eccezionali che si presenteranno purtroppo con ogni probabilità. «Si è convenuto che sulle suddette tematiche è fondamentale un’azione congiunta, e forte, delle organizzazioni di categoria agricola verso le Istituzioni a livello nazionale e regionale, affinché, in presenza della eccezionale scarsità di piogge, sia adeguatamente considerato l’utilizzo agronomico delle disponibilità idriche, che, tra l’altro, costituisce un fondamentale apporto alla ricarica delle falde acquifere, di enorme valore ambientale» scrive l’Est Sesia nel rapporto finale, ricordando che stiamo parlando di un territorio di oltre 300.000 ettari ove operano migliaia di aziende agricole. Parallelamente alle azioni di tipo istituzionale, Est Sesia ha indicato la necessità di riconsiderare l’adozione di pratiche agronomiche tradizionali che consentano un’anticipazione della sommersione delle risaie (semina in acqua). «Alla luce delle esperienze accumulate negli scorsi anni, Est Sesia ha ritenuto, in questa condizione di grave emergenza, di proporre alcune raccomandazioni da diffondere presso le aziende agricole associate, relativamente al recupero di pratiche irrigue tradizionali, specialmente in risicoltura, al razionale uso della risorsa idrica e alla massima collaborazione e solidarietà tra agricoltori» recita una nota. Di seguito, elenchiamo le best practices cui vengono richiamati i risicoltori: 1) utilizzare l’acqua quando c’è; 2) ridurre al minimo il ricorso alla semina in asciutta del riso; 3) anticipare il più possibile la prima sommersione per utilizzare l’auspicato deflusso primaverile (piogge e scioglimento delle nevi a “basse quote”), 4) cura e preparazione delle risaie alla “pesta”, per prolungare il mantenimento del terreno in condizioni di umidità del suolo, favorendo una più rapida risommersione in caso di bisogno; 5) evitare la contemporaneità tra la prima bagnatura del mais e la risommersione post-trattamento nel riso, 6) solidarietà tra agricoltori e continuo contatto con gli operatori consorziali per la gestione razionale dell’acqua, 7) trattenere il più possibile l’acqua di pioggia, compatibilmente con la tenuta degli argini di risaia. (04.02.2016)

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