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CONSERVATIVI O CONSERVATORI?

da | 23 Feb 2015 | NEWS

conservativa

moscaDa qualche anno la Fiera in campo di Vercelli è diventata un punto di riferimento anche per l’agricoltura conservativa, che per un paradosso etimologico, rappresenta oggi una delle punte più avanzate d’innovazione in risicoltura. Ma non è tutto. Anche nella 38esima edizione, ed anzi a maggior ragione quest’anno si parlerà – e molto – di Psr. Su questi argomenti, che sono tra loro profondamente “intrecciati”, si terranno due convegni, venerdì 27 febbraio, per l’intera giornata, e sabato 28 febbraio, al mattino. Il primo incontro del venerdì alle 10 sarà dedicato a illustrare i risultati del progetto RicEnergy, finanziato dalla Regione Piemonte, sullo sviluppo di filiere innovative per la paglia di riso: si approfondirà il dato tecnico analizzando esperienza pratica di inserimento delle paglie nella dieta di un moderno digestore  per biogas; il venerdì pomeriggio alle ore 14.30 ci si soffermerà invece sulle tecniche innovative finanziate dal nuovo Psr piemontese con riferimento nello specifico ai dati derivanti dal progetto HelpSoil, progetto finanziato dall’Unione Europea. Abbiamo chiesto a Paolo Maria Mosca (foto piccola), dell’esecutivo ANGA, coordinatore di queste iniziative e risicoltore esperto di agricoltura conservativa, di illustrarci i contenuti dei due momenti.

Perché c’è tanto interesse per l’agricoltura conservativa?

Di questi tempi si fa un gran parlare di agricoltura conservativa e pratiche agronomiche più vantaggiose rispetto a quelle convenzionali; la parola d’ordine è, oggi più che mai, ridurre i costi di produzione. Agricoltura Conservativa significa innanzi tutto un nuovo modo di concepire l’agricoltura, iniziando dalla non lavorazione o dalla minima lavorazione dei suoli, per ottenere un prodotto il cui bilancio economico aziendale sia migliore o quantomeno paragonabile a quello dell’azienda che opera in modo convenzionale.

Detto così, è un gioco da ragazzi.

Fare agricoltura conservativa è cosa tutt’altro che semplice, ed è proprio per questi aspetti di oggettiva difficoltà, ma anche di provato vantaggio per l’agricoltore (per l’ambiente e per la collettività tutta), che molte regioni italiane (tra cui la Regione Piemonte) si sono decise ad inserire queste pratiche, tra quelle finanziate da apposite misure nel prossimo PSR.

Ed è ciò di cui si parlerà a Fiera in campo, giusto?

Il convegno “RISICOLTURA INNOVATIVA E CONSERVATIVA: UN PARADOSSO?”che si terrà il giorno di Venerdì 27 febbraio dalle ore 9,30 alle ore 16,00 nella sala Monterosa presso la Fiera in Campo di Caresanablot (Vc) sarà l’occasione per confrontare gli aspetti tecnico-pratici relativi all’agricoltura conservativa con gli aspetti che legano queste pratiche alle misure che saranno finanziate dal nuovo e speriamo imminente PSR. In particolare, alle ore 14,30, in un incontro tecnico aperto a tutti da titolo “Tecniche innovative finanziate dal nuovo PSR piemontese”, verranno presentati i dati ottenuti da un progetto di ricerca finanziato dalla Comunità Europea denominato HelpSoil, dove si sono confrontati in appositi campi test aziendali le produzioni convenzionali rispetto a quelle ottenute con tecniche di agricoltura conservativa. Presenteremo realtà diverse, esperienze di agricoltori, che con l’adozione di tecniche di agricoltura conservativa possono testimoniare l’efficacia di un sistema che un tempo risultava impensabile; ci saranno le relazioni da parte di funzionari della Regione Piemonte, di ricercatori dell’Ente Nazionale Risi e della Facoltà di Agraria di Torino, di alcuni agronomi professionisti e di aziende agricole partner dei progetti.

Con quale animo un risicoltore deve approcciare il tema?

Troppo spesso, parlando di agricoltura conservativa, forse in modo troppo superficiale, ci si sofferma su un solo dato, quello produttivo, il quale, andrebbe invece interpretato in una chiave più ampia e completa del sistema aziendale; mano d’opera, costi diversi di macchinari e carburanti, incentivi, operatività aziendale e multifunzionalità, sono voci che vanno inserite nel bilancio generale per farci capire quanto queste tecniche siano più o meno interessanti per la realtà di ciascuna azienda. Fare agricoltura conservativa oggi è uno strumento a disposizione delle moderne aziende agricole, le quali con riduzioni dei carichi di lavoro e delle spese in seguito alla semplificazione del parco macchine, riduzione di carburanti impiegati ecc., possono ottenere, grazie anche all’alto livello tecnico raggiunto dalle macchine impiegate, produzioni simili o uguali per alcuni prodotti a quelle ordinarie; la differenza risiede nella possibilità di contenere i costi e di avere maggior tempo a disposizione per curare altri aspetti della propria azienda sempre maggiormente importanti, come per esempio, la commercializzazione delle produzioni ottenute con una maggiore attenzione. Non sono più i tempi dove bastava produrre, e nemmeno quelli in cui bastava fare i bravi agricoltori per sopravvivere, oggi, per non soccombere, bisogna produrre qualità con determinate regole, le quali, ci consentiranno di riacquistare in parte ciò che la più generosa PAC di un tempo ci riservava. E’ importante essere pronti a raccogliere le possibilità che il nuovo PSR piemontese ci offrirà a breve, e, per quanto non si sappia ancora quando si potranno presentare le domande, è invece certo che cosa verrà finanziato ed è per questo che è importante conoscerne a pieno tutte le potenzialità. (20.02.15)

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