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FLESSIBILITA’ O COMPLICITA’ ?

da | 10 Giu 2016 | NEWS

soldi33Avevamo anticipato la notizia il 30 aprile: la Commissione europea ci aveva ripensato e annunciava la proroga del termine di presentazione delle domande Pac e Psr 2016 al 15 giugno, ufficialmente per «venire incontro alle esigenze delle aziende agricole in considerazione della crisi di alcuni settori e rispetto alle difficoltà emerse nel primo anno di applicazione della nuova Pac». Bene. Un segno di lucidità, di fronte alla confusione imperante nel campo della nuova Pac. Ora, però, di fronte al protrarsi dei ritardi nei pagamenti non sul 2016 bensì sul 2015, le parole del parlamentare del Pd Nicodemo Oliverio, che proiettano questa proroga ben oltre il perimetro descritto in prima battuta da Bruxelles (presentazione delle domande), fino ad investire i pagamenti del dovuto, portando la scadenza al 15 ottobre, suonano come una presa in giro per gli agricoltori. Sentite cosa dice Oliverio: «Flessibilità è la parola d’ordine che sembra guidare la decisione del Commissario Ue all’Agricoltura Hogan che annuncia la proroga al 15 ottobre per i versamenti agli agricoltori dei ‘pagamenti diretti’ della politica agricola comune da parte degli Stati membri senza che siano applicate sanzioni e riduzioni di finanziamento su eventuali ritardi previsti dalle regole europee. Voglio esprimere la mia soddisfazione per questa scelta che testimonia l’attenzione e la sensibilità nei confronti dei tanti agricoltori in difficoltà, la cui attività dipende dai finanziamenti diretti Ue, a cui viene assicurato il pieno rimborso del valore dei pagamenti. Scelta che vuole tenere in considerazione anche le difficoltà burocratiche legate alle nuove procedure, dopo il primo anno di applicazione della nuova PAC, senza che questo costituisca un alibi, anzi diventi un elemento di maggiore attenzione verso i bisogni degli agricoltori. La proroga è la prova che l’Europa ha ascoltato i nostri appelli, le nostre richieste di aiuto ed è un segnale leggibile di fiducia riposta nella politica che il governo italiano e il Parlamento stanno portando avanti nel settore agricolo. Flessibilità, dunque, e disponibilità: i binari che l’Europa ha deciso di percorrere unita nella consapevolezza che solo insieme si possono raggiungere gli obiettivi prefissati». Se non capiamo male, l’Europa non sanzionerà l’Italia perché non paga nei tempi dovuti il dovuto agli agricoltori. Questa non si chiama flessibilità, ma complicità. Nulla di illegale, certo, tutto secondo le leggi europee e soprattutto secondo la consuetudine di imporre i sacrifici solo agli agricoltori, che ovviamente dovranno scordarsi anche gli anticipi. Unica consolazione:  una eventuale multa europea sarebbe ricaduta nuovamente sugli agricoltori. Quindi, viene confermato il ritardo – pardon, ora si chiamerà proroga – ma non si correrà il rischio di sentirsi chiedere indietro i soldi.

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