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COS’È L’AGRICOLTURA SOSTENIBILE?

da | 19 Feb 2023 | Non solo riso

Si parla moltissimo di “sostenibilità” e “sostenibile” come parole “magiche”. Per capire di cosa si tratta, proviamo ad elencare le varie declinazioni dei significati.

  • ECONOMICA: redditività dell’agricoltore, sicurezza economica per gli operatori agricoli, alimenti a prezzi accessibili, autosufficienza.
  • BENESSERE: standard di vita degli agricoltori, salute e benessere di agricoltori e consumatori, fruizione del territorio (paesaggio, alimenti).
  • PRODUTTIVA: produttività dei sistemi e delle pratiche agricole, qualità e sicurezza degli alimenti, disponibilità ed accessibilità dei prodotti.
  • AMBIENTALE: qualità di acqua, suolo ed aria, mantenere le risorse per le future generazioni, biodiversità, benessere animale.

REDDITIVITA’ E PREZZI

Se potessimo mettere in opera insieme e contemporaneamente tutte queste parole “magiche” avremmo conquistato il ritorno nel Paradiso Terrestre. Difficile far convivere la redditività dell’agricoltore con i prezzi accessibili ai consumatori, soprattutto con l’intermediazione della Grande Distribuzione Organizzata, che si accaparra almeno la metà del valore aggiunto delle filiere alimentari.

Il comportamento della Commissione Europea, che controlla l’agricoltore col bastone e la carota, dove il bastone è il carico burocratico sempre in crescita (quando legge “semplificazione” l’agricoltore si spaventa, perché di solito la semplificazione si trasforma in ulteriori complicazioni) e la carota (PAC) sempre in calo, non ne aiuta certo il benessere.

L’AGENDA DELL’AGRICOLTORE

L’Agricoltore al mattino prima di decidere cosa fare deve ripassare tutti i divieti posti da Bruxelles, da Roma, dalla Regione, dal Comune: manca solo la voce delle assemblee di condominio per completare il panorama. Ma non basta: deve assicurarsi che non sia scaduto qualche corso di aggiornamento, pena sanzioni. Il risultato di questo scarso benessere lo si vede dal censimento agricolo del 2020 (foto 1): il numero dei giovani ricambi degli agricoltori è ridotto al lumicino.

Poiché il reddito dell’agricoltore è dato dalla quantità del prodotto per il prezzo, che viene stabilito dal mercato, l’unico modo che gli rimane per sopravvivere è incrementare la produttività per ettaro.

GUERRA AGLI AGROFARMACI

Incide la guerra che la Commissione EU ha intrapreso, a partire dal 1998, contro i fitofarmaci, che continua a vietare, senza preoccuparsi di fornire sostituti meno inquinanti, ma efficaci. Se negli anni ‘80 si raccoglievano in Italia, come in California, Egitto, Australia 6,5 tonnellate di risone per ettaro, noi siamo rimasti al palo, mentre gli altri viaggiano intorno alle 10 tonnellate. In Europa molti disprezzano l’agricoltura “intensiva”, e puntano al “biologico”, con produzioni da parte dei bioveri, (non biofinti) pari a 3 o 4 tonnellate per ettaro. Lo stesso dicono le statistiche pubblicate dall’Accademia di agricoltura di Francia riguardo al grano tenero: il bio produce la metà. Quindi per nutrire gli 8 miliardi di abitanti della Terra, servirebbe raddoppiare le terre coltivate, ovviamente a scapito delle foreste, non potendo coltivare deserti e rocce montane.

BIODIVERSITA’

Riguardo alla biodiversità, se la si vuole completa ed indisturbata, occorrerebbe abbandonare l’agricoltura. Quest’ultima lavora per ottenere dal campo solo le piante coltivate, senza parassiti ed infestanti. Per azzerare l’impatto ambientale dell’umanità bisognerebbe tornare ad essere cacciatori-raccoglitori, come eravamo 10.000 anni fa.

SOVRANITA’ ALIMENTARE

Nelle migliaia di anni precedenti, la popolazione mondiale è sempre rimasta al di sotto dei 10 milioni; se vogliamo tornare a quei tempi dovremmo organizzare una lotteria, per decidere chi potrà mangiare e chi dovrà perire, a meno che qualcuno decida di gingillarsi con le bombe atomiche.

Se si cerca la sovranità alimentare, almeno per l’Italia si dovrebbero recuperare i milioni di ettari abbandonati negli ultimi anni dalla coltura di mais, frumento, e molto altro (foto 2), praticando l’agricoltura intensiva. Altrimenti dovremo continuare ad importare alimentari in quantità stratosferiche, pagando sempre prezzi maggiori, in proporzione ai progressi fatti dai Paesi in via di sviluppo, i cui abitanti desiderano ardentemente migliorare la loro nutrizione.

LE RISPOSTE DALLA GENETICA

Come faremo ad incrementare le produzioni riducendo l’impatto AMBIENTALE? La prima arma sarebbe la TEA (tecnica di evoluzione assistita) applicata alla genetica: OGM e Genome Editing, che permetterebbero di ottenere produzioni più abbondanti con piante resistenti alle malattie, che richiederebbero uso limitato di fitofarmaci. Scriviamo in condizionale, perché la Corte dei Conti UE composta da contabili, ignoranti di genetica oltre che di agricoltura, le ha vietate.

PRECISION FARMING E AGRICOLTURA DIGITALE

Altra arma sarebbe l’agricoltura 4.0, che aiuta ad applicare le dosi adatte di fertilizzanti e fitofarmaci in funzione delle variabili del suolo, limitando gli eccessi o le carenze. Anche qui usiamo il condizionale, perché l’entità dell’investimento in attrezzature è proibitivo per le piccole aziende. La media della superficie delle aziende italiane è di 11 ha, troppo piccola per adottare queste tecnologie. L’agricoltura è accusata di immettere in atmosfera molta CO2, gas che incrementa la temperatura della Terra.  Nulla di più falso, se si considera che la fotosintesi clorofilliana delle coltivazioni trasforma la CO2 in sostanza organica, in grandi quantità: un ettaro di mais ibrido cattura più CO2 di un ettaro di foresta amazzonica.

INCREMENTARE LA SOSTANZA ORGANICA NEL TERRENO

Per bloccare ancor più anidride carbonica un modo efficace è quello di incrementare la sostanza organica nel terreno, mediante cover crops, sovesci e lavorazioni ridotte, combinate in modo da rispettare le condizioni specifiche del terreno. Ma nessuno pensa di premiare l’agricoltura accreditandole i Carbon Credits pagati dalle industrie molto inquinanti.  In conclusione ci tocca condividere un detto di Eisenhower: “l’agricoltura sembra terribilmente semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a migliaia di miglia da un campo di grano.” Autore: Giuseppe Sarasso, agronomo.

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