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BILANCIO, SOFFRE IL RISOTTO

da | 7 Dic 2013 | NEWS, Riso in cucina

logoRisiApparentemente. il bilancio di collocamento del riso italiano è in equilibrio. In realtà ci sono dei problemi proprio nel segmento più importante, quello delle varietà da risotto, ossia dei risi destinati alla preparazione dei primi piatti e alla parboilizzazione. Secondo i dati dell’Ente Nazionale Risi, che saranno presentati ufficialmente al Ministero delle politiche agricole il 16 dicembre,  la produzione lorda di risone nel 2013 è stata di 1.417.291 tonnellate (mentre l’anno scorso erano 1.594.476) con una minor superficie investita (216.019 ettari contro 235.052) e una produttività ad ettaro più bassa (6,56 contro 6,78), compensata però da una buona resa alla lavorazione (0,63 contro 0,61). Considerati gli stock in calo (155.000 tonnellate di lavorato contro 191.772 dello scorso anno) si arriva a valutare una disponibilità vendibile nazionale di 898.876 tonnellate di lavorato che, sommata alle importazioni (nei limiti “accettabili” delle 22,914 tonnellate dall’Ue e delle 59.563 tonnellate dai paesi terzi) ci conduce a una disponibilità vendibile nazionale nettamente inferiore al consuntivo 2012/2013, che era di 1.004.430 tonnellate di riso lavorato: quest’anno ci si attesta invece a 978.876 tonnellate, 100.000 delle quali dirette ai Paesi terzi e il resto al mercato europeo, Italia compresa. Numeri che non dovrebbero preoccupare e che non preoccupano: a creare dei grossi mal di pancia sono ben altri dati, come quelli delle importazioni a dazio zero dalla Cambogia, di cui abbiamo già ampiamente trattato, e come quelli dell”orientamento varietale. Sempre secondo le tabelle elaborate dall’Ente Risi e discusse la scorsa settimana dalla consulta risicola, è diminuito fortemente l’ettarato di varietà mercato interno e di conseguenza la disponibilità vendibile dei risi tradizionalmente consumati dal mercato italiano. L’Arborio, che l’anno scorso si estendeva su oltre 20mila ettari e quest’anno è sceso a 13.212 (e la resa è passata da 5,99 a 5,30) scende da una produzione di oltre 122mila tonnellate alle attuali 70mila. Il Carnaroli si è quasi dimezzato: da 90mila a 49mila. Il Roma scivola da 23mila a 12mila. Il Baldo da 77mila a 64mila. Perde terreno anche il Vialone Nano… Se questa situazione indubbiamente aiuta i risicoltori a spuntare prezzi più remunerativi appare fin troppo chiaro che non si riuscirà ad approvvigionare adeguatamente l’industria che rischia di non soddisfare le richieste di importanti mercati esteri come la Turchia, dove sono ripresi gli acquisti di Roma e Baldo. il rischio è che altre risicolture in crescita, come quella sudamericana, si inseriscano negli spazi lasciati dagli italiani. Stabile il tondo, la stessa sofferenza si verificherà per il parboiled, dove alla carenza di lungo A si potrà supplire probabilmente con il lungo B, cresciuto fortemente nel momento più difficile, per via della competizione con l’import asiatico: la produzione è passata in questo caso da 447mila a oltre 500mila tonnellate di risone. Per scaricare le tabelle clicca QUI. (8.12.13)

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