Pubblicato per la prima volta in una lingua occidentale il trattato di agricoltura che Wang Zhen scrisse in lingua cinese nel 1313.
TRATTATO DI WANG ZHEN: STRUTTURA E CONTENUTI
Il Nongshu, questo il suo nome, si compone di trentasette “libri” organizzati in tre sezioni. Le tre sezioni sono: prescrizioni complete di agricoltura – sericoltura, tutti i grani e il registro illustrato degli strumenti agricoli. Le tre sezioni sono corredate di oltre 300 illustrazioni affiancate da testi didascalici e poetici. L’opera di Wang Zhen non era del tutto ignota agli specialisti di storia europea, ma la barriera linguistica – resa più alta dal fatto che il cinese classico in cui è scritto il trattato differisce dal cinese moderno – ha finora impedito alla ricerca occidentale di comprenderlo. Eppure, si tratta del più significativo e completo tra i trattati di agricoltura cinesi noti (uno è del VI secolo a.C., l’altro del 1639).
UN RACCONTO ILLUSTRATO
Il trattato è stato scritto in una fase storica dove la Cina non solo intratteneva rapporti continui con il mondo occidentale, ma conosceva una stagione fondamentale per lo sviluppo in epoca contemporanea. Il libro è arricchito da figure che sono state selezionate dal “Nongqi Tupu”: il Registro illustrato degli strumenti agricoli. Questo registro rappresenta in maniera “fotografica” le tecniche e gli attrezzi agricoli in uso nelle distinte aree produttive della Cina di inizio Trecento.
IL LAVORO SINERGICO TRA UNIFI E GEORGOFILI
I curatori del volume sono Paolo Nanni, storico medievista dell’Università di Firenze e Hao Xu, docente di lingua cinese della stessa Università. I curatori sottolineano: «Siamo consapevoli che questo lavoro è incompleto. Perchè sono molteplici i fili che tramano un più ampio studio sull’opera di Wang Zhen e su una comparazione storica tra civiltà agrarie. Il nostro intento è stato quello di lanciare un primo segnale, che possa muovere l’interesse e l’attenzione per portare avanti questo campo di ricerca. Siamo molto grati all’Accademia dei Georgofili e alla Rivista di storia dell’agricoltura che hanno offerto la possibilità di realizzare una prima pubblicazione in una lingua occidentale (l’italiano) di un trattato cinese del 1313. Gli interessi della Rivista e la sensibilità della più antica Accademia di agricoltura rappresentano la cornice più adeguata a un pubblico ampio. Un pubblico fatto non soltanto di studiosi, ma anche di tutti coloro che si interessano di temi quali l’ambiente, l’agricoltura, l’alimentazione e il confronto tra civiltà.» (Fonte: Georgofili.it)