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LA BORSA DEL VENERDI’ SANTO

da | 16 Apr 2022 | NEWS

Vercelli

Aria di festa alla borsa merci di Mortara. Pochissimi i presenti in questo Venerdì Santo. Il listino, però, continua a segnalare la crescita di diverse voci, spinte da una domanda sempre molto insistente. Alcune, come i gruppi Arborio (min 645 €/t max 675 €/t) e Carnaroli (similari: min 880 €/t max 920 €/t; classico: min 935 €/t max 960 €/t), si allineano alla quotazione già registrata ad inizio settimana nelle altre sedi. Altre, ossia S. Andrea, i lunghi A generici, Vialone Nano Roma e Baldo, compiono un ulteriore passo avanti, raggiungendo nuovi massimi. Questi valori in realtà sono una novità solo a listino, trattandosi di cifre già pagate nelle precedenti sedute. Le voci invariate vengono nuovamente definite nominali, per l’assenza di scambi.

OFFERTA ASSENTE

Si è trattato, infatti, di un mercato in cui l’offerta è stata totalmente assente. I risicoltori continuano ad
essere concentrati su altro e non sembrano interessati a vendere. La siccità sta diventando una criticità sempre più irrisolvibile. Il risone disponibile, inoltre, è davvero pochissimo, quando anche il dato relativo al prodotto trasferito, fornito da Ente Risi, rileva il 79% del totale. La rimanenza è composta per più del 60% da risi a granello lungo A. La maggiore disponibilità di questo comparto è dimostrata anche dai nuovi massimi a listino e dagli ottimi prezzi consolidati per Carnaroli (100 €/q ivato), i suoi similari (95 €/q) e il gruppo Arborio (70 €/q). Tornando alle novità, i generici vengono ormai pagati stabilmente 70 €/q lordi, S. Andrea, Roma e Baldo 65 €/q e Vialone minimo 115 €/q, nei rari casi in cui si trova della merce. Anche le partite di tondo rimaste sono sempre più contese e sembra
che questo gruppo sia prossimo a raggiungere i 70 €/q lordi per tutte le varietà, valore già raggiunto a Mortara da Sole.

«MERCATO FESTIVO»

«Situazione molto simile alla scorsa settimana, con la quasi totale assenza di scambi – spiega Giovanni Migliavacca, mediatore Milanese -. La richiesta è forte ma l’offerta è zero, d’altronde la disponibilità è davvero minima ormai. Il periodo festivo ha aggiunto un’ulteriore motivazione per non recarsi in sala di contrattazione, rendendo la seduta pressoché interlocutoria».

«SI SEMINA NELLA POLVERE»

I risicoltori sono lontani dalle borse, concentrati sulla semina e sempre più preoccupati dalla siccità. Approfondiamo questi temi con un noto esponente della categoria, Claudio Melano, che afferma: «In questo momento siamo concentrati sulle lavorazioni inerenti alla semina. La testa, inoltre, è da un’altra parte, ossia sull’acqua. le aziende hanno ormai fatto buona parte degli investimenti economici necessari alla coltivazione, ai costi elevati di cui siamo a conoscenza, e sono esposte ad una criticità che si acuisce sempre più. Il riso viene seminato nella polvere e non sappiamo se riusciremo a portarlo a raccolta. Le precipitazioni dell’ultimo periodo sono state minime nei nostri areali. Si sono verificate alcune nevicate in montagna ma questi apporti non possono colmare la carenza che stiamo vivendo.

La disponibilità idrica dichiarata qualche settimana fa del 20%, laddove viene impiegata, risulta in pratica ancora inferiore, disperdendosi nel terreno divenuto aridissimo. Molti, compreso me stesso, stanno decidendo di seminare a file interrate anche dove avevano deciso di farlo in sommersione. Questa scelta rimanda solo il problema e tra fine maggio ed inizio giugno, nel momento del bisogno, riscontreremo delle serie difficoltà. Oggi, considerando anche la minima disponibilità di risone vendibile, il mercato è l’ultimo dei nostri pensieri». Autore: Ezio Bosso

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