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IL RISO VERCELLESE E’ INQUINATO?

da | 13 Nov 2013 | NEWS, Riso in cucina

radiazioni-pericoloSe è vero bisogna preoccuparsi, se non è vero bisogna difendere l’immagine del riso italiano. Insomma, urgono verifiche scientifiche serie e documentate. Ci riferiamo a una notizia apparsa recentemente su Lettera 43, davvero inquietante. Nel vercellese ci si ammala di tumore più che altrove, anche per colpa del riso: è questa la notizia. Secondo l’agenzia, infatti l’incidenza delle patologie tumorali potrebbe essere ricondotta all’impianto di stoccaggio delle scorie nucleari di Saluggia, che inquinerebbe la Dora Baltea e quindi le risaie che vengono irrigate con le sue acque. Il caso esplode come strascico della vicenda Pomì, la società che ha pubblicizzato la provenienza dei suoi pomodori dal Nord Italia per tranquillizzare i consumatori dopo le campagne mediatiche sulla “Terra dei fuochi”, l’area campana dove la Camorra brucia, ogni giorno e ogni notte, in roghi grandi e improvvisati rifiuti d’ogni tipo, spesso tossici e provenienti dal Nord. In molte di quelle terre sono presenti diossina e altre sostanze cancerogene. Per dimostrare che non tutto quel che è padano è di qualità, Lettera 43 il 6 novembre ha riportato il caso di Vercelli o meglio di Saluggia, dove c’è la discarica dei rifiuti nucleari italiani, gestita da Sogin ed Eurex: “barre di uranio messe a raffreddare all’interno di piscine d’acqua, identiche a quelle di Fukushima. Ogni tanto – la cronaca lo riporta – le mura di queste piscine, vecchie, si filano, si crepano, e colate di acqua radioattiva finiscono nella Dora (che poi si getta nel Po) e nei terreni circostante, andando ad aggiungersi agli «scarichi controllati» che i depositi normalmente rilasciano nel fiume”. Secondo l’agenzia d’informazione, “il riso locale è tra i più famosi e venduti d’Europa. Eppure a Vercelli e dintorni ci si ammala di tumori come in poche altre zone del mondo. Sono i dati Asl a dirlo: tra il 2000 e il 2005 la piccola provincia ha avuto ben 132 casi di tumori del sistema nervoso centrale contro i soli 55 di Torino e provincia, ben più popolate della vicina cittadina stretta tra le risaie e i rifiuti radioattivi. Ma altissimi, assolutamente fuori norma, sono anche i numeri di altre neoplasie, come i tumori del colon retto e quelli della tiroide, tipici dell’esposizione a sostanze radioattive, che colpiscono le donne del Vercellese (dove si trova anche la ex centrale atomica di Trino) in percentuale doppia a quelle del capoluogo piemontese. Lo stesso fiume, la Dora, dove si gettano le acque di «pulizia» dei depositi nucleari, in primavera viene usato per allagare i campi e produrre il riso. C’entra qualcosa con i tumori?” si domanda Lettera 43. (10.11.13)

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