La fusariosi rappresenta un problema per la risicoltura e, essendo una malattia trasmessa per seme, costituisce un problema anche per le ditte sementiere. Nell’edizione numero 08 (26/02/2015) dell’Informatore Agrario Patrizia Titone, Nora Pelazza, Gabriele Mongiano, Simone Pagnoncelli, Gianfranco Roncarolo, Davide Sacco, Giovanni Carbone, Luigi Tamborini del CRA-SCS- Sede di Vercelli hanno pubblicato uno studio che mette a confronto Procloraz e Fludioxonil, principi attivi utilizzati per il controllo della fusariosi del riso. Questa malattia – che si può affrontare solo al momento della concia del seme, effettuata prevalentemente con questi principi attivi – conduce a importanti perdite produttive; inoltre ai produttori di sementi la fusariosi non permette di ottenere un prodotto certificato, il quale assicura agli agricoltori la salubrità della semente nel rispetto delle diverse normative emanate dalla Comunità Europea. A seguito di una revisione europea che ha revocato l’autorizzazione all’uso del prodotto commerciale contenente questo principio attivo, il Procloraz è stato consentito fino al 31/12/2014 (decreto 26-02-2014, Gazzetta Ufficiale). Quindi dal 2015, per i trattamenti, è necessario utilizzare prodotti a base di principi attivi diversi. La sperimentazione citata ha confrontato questo principio attivo con il Fludioxonil e gli esperti affermano che «i prodotti saggiati hanno analoga efficacia nel contenere la malattia: entrambi hanno ridotto la malattia dell’82% in media rispetto al testimone». Anche la fitossicità è nella norma. Oggi migliaia di ettari di risaia italiana sono interessati dalla fusariosi che si manifesta con allungamento degli internodi, clorosi, aumento dell’angolo di inserzione fogliare, sviluppo di masse fungine di colore bianco-rosa alla base del culmo, spesso assenza o riduzione di accestimento; nel caso in cui la pianta arrivi in fase di spigatura, la pannocchia risulta sterile. Le piante colpite muoiono entro pochi giorni dal sintomo iniziale. Autore: Umberto Rolla (14.03.15)