«Nei comprensori lombardo-piemontesi della risaia il fabbisogno di acqua non varia al variare del fabbisogno dei campi, poiché è legato alla quantità necessaria a rimpinguare la falda freatica, a porre a regime i fontanili e a consentire il reimpiego delle portate derivate, da cui dipende il funzionamento del sistema irriguo». Lo dice alla Provincia Pavese Giuseppe Caresana (foto piccola), presidente dell’associazione irrigazione Est Sesia (310mila ettari fra Lomellina e Novarese), replicando alle accuse di caro-irriguo avanzate dagli agricoltori. Caresana precisa che i contributi a carico dei risicoltori sono invariati dal 1995: il contributo per l’acqua irrigua estiva a bocca tassata (cioè dispensata a portata), che può essere considerato quello di riferimento per le risaie, ammonta a 25,86 euro per litro al secondo, cifra relativa alla rete di canali gestita dal comprensorio (“rete principale”). Per chi irriga a superficie la dotazione idrica media è compresa tra 1,5 e 4 litri al secondo per ettaro, scrive il quotidiano. Questi contributi secondo il giornale valgono indipendentemente dai diversi sistemi di coltivazione del riso: semina in acqua e sommersione continua; semina interrata e sommersione posticipata; semina interrata e irrigazioni turnate. «Queste diverse tecniche di coltivazione, secondo la loro diffusione, comportano diverse problematiche a livello di gestione delle dispense delle acque irrigue, ma finora non si è registrata alcuna variazione contributiva», conferma Caresana alla Provincia. Nella foto grande, di Massimo Biloni, risaie in sommersione nel Novarese. (03.05.14)