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ECCO I DATI EST SESIA SULLA SICCITÀ

da | 15 Ago 2022 | NEWS

Est Sesia

Situazione ancora tesa al consorzio Est Sesia dopo la decisione di ridurre le portate nel Novarese per dissetare la Lomellina.

STAGIONE PIU’ DRAMMATICA DEGLI ULTIMI 70 ANNI

«Secondo il direttore Mario Fossati «è ormai evidente a tutti che la stagione irrigua che sta per volgere al termine è la più drammatica degli ultimi 70 anni; a causare questa drammatica situazione è stata la concomitanza delle scarse precipitazioni nevose e la totale assenza di piogge significative, con conseguenti forti deficit di portata dei corsi d’acqua e preoccupanti abbassamenti dei livelli di falda. Con l’avvicendarsi della stagione irrigua estiva si è consolidato un trend di temperature sempre più elevate, livelli idrometrici degli invasi e portate nei fiumi sempre al di sotto non solo dei valori medi, ma spesso dei valori minimi mai registrati».

«Le tanto attese piogge previste non si sono mai registrate. Fanno eccezione i territori che non contribuiscono in maniera significativa agli afflussi verso laghi o fiumi da cui dipende l’irrigazione del territorio agricolo da codesta Associazione».

I CANALI

A titolo esemplificativo, volendo fare un bilancio delle portate distribuite attraverso alcune reti consortili dall’inizio della stagione irrigua ad oggi. Nella tabella seguente si riporta la competenza di alcuni canali e le percentuali delle portate erogate nei mesi estivi. Qui si evince una costante riduzione dovuta alla siccità.

UN COMMENTO ANALITICO DEI DATI

«Il Canale Cavour al Ponte Cervo dispensa solamente la portata destinata al comprensorio dell’Est Sesia. La competenza totale sarebbe di 110 m3/s ma la metà è destinata al comprensorio Ovest Sesia».

«Come si evince dalla tabella fin dal mese di giugno non si sono registrate erogazioni superiori a metà della competenza. L’andamento è peggiorato nel mese di luglio e drasticamente sceso nel mese di agosto. A rendere ingestibile la situazione è stata  la continua oscillazione dei livelli del canale Cavour. Quest’ultimo, infatti, non ha mai consentito un’erogazione costante alle bocche di derivazione. Qui si sono osservati sbalzi giornalieri di 15-20 m3/s, che mettevano addirittura in pericolo la stabilità delle sponde».

«Il canale Regina Elena ha tenuto meglio nel mese di giugno. Tuttavia, successivamente il permanere degli afflussi al lago Maggiore inferiori ai deflussi ha portato ad una sempre inferiore disponibilità di invaso. Qui, il 03/08/22 si è osservata la drastica riduzione decisa dal Consorzio Regolatore del Lago a soli 60 m3/s. La portata è da distribuire tra Est Ticino Villoresi ed Est Sesia con una diminuzione dal 64% al 21%».

LE DERIVAZIONI DEL SESIA

Meglio per le derivazioni dal fiume Sesia, che hanno avuto riduzioni tra il 20% e 30%. Tuttavia, si tratta di riduzioni meno preoccupanti di quanto accaduto dal Po o dal Ticino. Stante la grave carenza su Canale Cavour e Regina Elena, drammatica a partire dall’inizio del mese, si sono registrati livelli idrometrici talmente bassi nel canale di adduzione da non consentire l’attivazione delle erogazioni su svariate bocche. Pertanto, le riduzioni medie ormai registrate si attestano intorno al 90%.

«Le situazioni peggiori – ci spiega Fossati – registrate sul territorio sono nella zona della Lomellina ma anche del basso Novarese, in particolare nei tratti terminali delle rogge Busca e Biraga (Zeme) nel comprensorio servito dal diramatore Vigevano (Cerano, Gambolò), lungo il corso del diramatore Q. Sella (Vespolate), dei subdiramatori Mortara e Pavia (San Giorgio Lomellina, Dorno, Garlasco, Gropello Cairoli, Carbonara al Ticino), ma nell’ultimo periodo anche zone fino ad ora meno colpite stanno registrando valori di sofferenza preoccupanti.

L’attuale stagione sta evidenziato come i cambiamenti in atto nel settore agricolo stiano ormai pesantemente condizionando le attività di irrigazione. I fattori principali di questo fenomeno sono da ricercarsi nei cambiamenti climatici e nel cambio di semina del riso sempre più diffuso, ovvero il passaggio dalla semina a sommersione a quella in asciutta.

CLIMATE CHANGE

I cambiamenti climatici in atto comportano un aumento delle temperature con conseguente riduzione delle precipitazioni nevose e della formazione dei ghiacciai, nonché incremento dei fenomeni evapotraspirativi; al contempo si assiste sempre più a fenomeni piovosi estremi con alternanza di fenomeni siccitosi e di eventi particolarmente intensi che costringono ad un rilascio delle portate verso il mare invece che consentirne l’accumulo, di fatto non contribuendo alla ricarica degli invasi.

Dei 1400 milioni di m3 mediamente (ultimi 20 anni) attribuiti agli afflussi nivali e piovosi sono mancati 600 milioni di m3 nel 2021 e 1000 nel 2022.

Il cambio di semina del riso verso la pratica in asciutta, come noto, sposta il fabbisogno di risorsa da aprile a giugno sommandosi al fabbisogno del mais ed inoltre ritarda la ricarica della falda strettamente correlata all’irrigazione superficiale dell’acqua sia in termini quantitativi che temporali, trasferendo l’attivazione delle risorgive ben dopo i mesi critici della stagione irrigatoria estiva. Inoltre, il progressivo abbandono delle pratiche a sommersione sia estive che jemali, così come la sopra menzionata contrazione della stagione irrigua da aprile verso giugno, sta aggravando la mancanza del contributo della falda. Si precisa che tale contributo è paragonabile in termini di m3 messi a disposizione a quelli dei canali principali del comprensorio quali il Regina Elena o il Cavour.

Questo scenario preoccupante va affrontato con varie azioni che si muovono a differenti orizzonti temporali.

AZIONI NEL MEDIO E BREVE PERIODO

Nel breve periodo ci si dovrebbe concentrare sulla ricarica della falda, promuovendo azioni che favoriscano la circolazione dell’acqua superficiale in tutto il corso dell’anno incentivando il ritorno a pratiche a sommersione, come quella invernale utilizzando magari fondi PSR

Nel medio periodo, per compensare le forti escursioni dei trend precipitativi (picchi positivi che causano esondazioni e picchi negativi che causano siccità acuta) sarebbe necessario disporre di nuovi invasi per la laminazione dei volumi, procedendo attraverso la pianificazione e programmazione di interventi strutturali” conclude Fossati. Autore: Elettra Bandi

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