Il mercato si mostra complesso per i risicoltori nelle ultime sedute, con scambi di risone minimi. La domanda chiede poca merce e fa offerte al ribasso. I produttori però sembrano non farsi prendere dal panico, evitando di forzare la mano per vendere e rifiutando, finché è possibile, gli scambi a prezzi inferiori a quanto riportato a listino. Questo atteggiamento dell’offerta, come sappiamo, non è bastato ad evitare un importante calo a listino, – 5€/q, per voci nelle quali la domanda è minima e la disponibilità di risone maggiore del previsto, ossia tondi e lunghi A generici (LEGGI L’ULTIMA ANALISI).
«NON DOBBIAMO FORZARE LA MANO»
Questi sviluppi preoccupano i risicoltori, come si evince dalle parole di Alice Cerutti, risicoltrice di Crova (VC), che afferma: «Il momento è critico. Dobbiamo essere razionali nelle nostre scelte, consapevoli del contesto incerto nel quale ci muoviamo. I costi di produzione sono aumentati notevolmente, a trainarli come è noto vi sono il costo del gasolio e dei fertilizzanti. Alla luce di ciò i prezzi attuali non devono calare, come hanno fatto nelle ultime sedute. Per arginare il più possibile questa tendenza, dobbiamo essere attenti a non eccedere nelle vendite in un mercato in discesa. La scelta più saggia, a mio modo di vedere, è attendere che la domanda torni ad essere interessata concretamente all’acquisto, così da valorizzare al meglio il nostro prodotto».
«MI PREOCCUPA LO SCARSO INTERESSE ALL’ACQUISTO DELLA DOMANDA»
«Riguardo alle variazioni credo che la cosa più preoccupante sia che, nonostante il calo nelle quotazioni, la domanda continui ad essere pochissimo interessata all’acquisto di risone nei gruppi merceologici in questione, soprattutto i lunghi A da parboiled. Per i tondi si aggiunge anche il problema di una disponibilità interna maggiore di quanto ci si aspettasse, secondo le stime Ente Risi. Vedendo come si è sviluppata la campagna nella mia azienda, credo che questo sia anche frutto di una maggiore adattabilità di questi risi al clima molto caldo e secco avuto la scorsa estate. Come è noto, inoltre, sono state importate anche importanti quantità di risone di questo tipo dall’estero».
«Questo discorso ha sicuramente un’influenza maggiore per gli “indica”, per i quali le importazioni da Cambogia e Myanmar sono aumentate moltissimo. Mi preoccupa meno il comparto dei risi da interno, che mi auguro possa mantenere le cifre attuali. Per i risi da risotto il problema maggiore nella mia esperienza in questa campagna è scaturita da una grandissima difficoltà ad ottenere un raccolto soddisfacente, nonostante nella mia azienda la siccità non si sia manifestata in modo catastrofico come in altre zone. Le temperature elevate ed il clima secco hanno influito negativamente su produzioni e rese, causando perdite che hanno raggiunto l’80% per varietà storiche come l’Arborio».
«LAVORIAMO NELL’INCERTEZZA»
«Parlando in generale, sono molto preoccupata dal contesto di grande incertezza nel quale siamo costretti a muoverci noi imprenditori agricoli. Negli ultimi anni, infatti, si sono moltiplicate le variabili ed il loro raggio d’azione. Oggi siamo molto più incerti riguardo alla disponibilità idrica ed alle oscillazione termiche, nel mentre la volatilità nei costi degli input e nei ricavi del risone è alle stelle. Per questo è difficile “fare sonni tranquilli” e mi auguro che quantomeno i listini riescano a stabilizzarsi, evitando il contesto ribassista sviluppatosi nelle ultime sedute». Autore: Ezio Bosso
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