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CAMBOGIA, ORA TOCCA AGLI OPERATORI

da | 16 Mar 2018 | NEWS

Siccità

Inizia l’indagine della Commissione europea che potrebbe portare alla clausola di salvaguardia. Quattro anni non sono pochi: tanti ne sono passati da quando è esplosa la crisi cambogiana e i prezzi sono scivolati in basso. Tuttavia questa è una gran bella notizia: l’avvio della procedura è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità europea (SCARICA LE REGOLE, LE TROVI IN APERTURA INCHIESTA)e ciò significa che la richiesta di aprire la procedura per l’attivazione della clausola di salvaguardia, presentata dal governo italiano, è stata accolta. Ora, come spiega l’Ente Risi, «si apre una fase in cui i servizi della Commissione verificheranno a livello di singole aziende risicole – ma anche di industria e di importatori – il danno provocato dalle esenzioni daziarie». L’Ente Risi ricorda di aver contribuito in misura decisiva, ma va oltre: «Entriamo in una fase estremamente delicata – dichiara il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà (foto grande) – che richiede determinazione e unità da parte della filiera. Calcisticamente parlando, il documento che ha predisposto l’Ente Risi vale la qualificazione alla finale, ma per vincere il titolo, ossia per ottenere la reintroduzione dei dazi, occorre che la filiera lavori unitariamente, stimolando gli operatori a sostenere con la loro testimonianza la denuncia del danno subito in questi anni».

Quello che più colpisce è la puntualizzazione successiva: «è di vitale importanza che il lavoro sin qui fatto dall’Ente risi in termini di ricerca e di denuncia sia portato avanti dagli operatori: la Commissione europea chiederà alle singole aziende di dimostrare – fatture alla mano – che le importazioni cambogiane e birmane hanno inciso sui profitti, rendendo insostenibile la produzione. Sarà possibile per i singoli operatori inviare testimonianze in merito a questo e la Commissione stessa intervisterà alcune aziende a campione. È quindi necessaria una intelligente mobilitazione della filiera per assistere gli agricoltori, affinché l’intervento tecnico dell’Ente Risi trovi una traduzione politica che conduca all’applicazione della clausola di salvaguardia». Parole che hanno un significato ben preciso: fin qui arriva l’ente pubblico economico, ma d’ora innanzi dovranno essere gli imprenditori a far sentire la propria voce, eventualmente con il supporto dei sindacati e dell’Airi. Tocca dunque alla filiera nel suo complesso prendere in mano la situazione, mettendo da parte divergenze e distinguo, per portare a casa il risultato. (LEGGI L’ARTICOLO DELL’ENTE RISI)

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