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ARSENICO: NON PIU’ DI 0,2 MG AL CHILO

da | 4 Set 2014 | La curiosità

Bomba
sartu risoLa Commissione del Codex Alimentarius – l’organismo delle Nazioni Unite che stabilisce gli standard alimentari – nel mese di luglio ha adottato nuove norme per la tutela della salute dei consumatori di tutto il mondo, tra cui la definizione dei livelli massimi accettabili di arsenico nel riso.Gestito congiuntamente dalla FAO e dall’OMS, la Commissione del Codex Alimentarius stabilisce gli standard internazionali di sicurezza alimentare e di qualità per promuovere  alimenti più sicuri e più nutrienti per i consumatori.  Le norme del Codex servono in molti casi come base per le legislazioni nazionali, e forniscono i parametri di riferimento per la sicurezza del commercio alimentare internazionale. Per la prima volta il Codex ha stabilito il livello massimo di arsenico consentito nel riso stabilendolo a 0,2 mg per kg.L’arsenico è presente in natura, a livelli elevati nelle acque sotterranee e del suolo di alcune parti del mondo. L’elemento tossico può entrare nella catena alimentare quando è assorbito dalle colture tramite l’acqua e il terreno. Un’esposizione prolungata all’arsenico può causare tumori e lesioni della pelle. E’ stato anche associato a problemi dello sviluppo, alle malattie cardiache, al diabete, e a danni al sistema nervoso e al cervello.Il riso in particolare, può assorbire più arsenico rispetto ad altre colture e come alimento base per milioni di persone può contribuire significativamente all’esposizione all’arsenico, molto dannoso per la salute umana.La contaminazione da arsenico nel riso è particolarmente preoccupante in alcuni paesi asiatici, dove le risaie sono irrigate con acque sotterranee contenenti sedimenti ricchi di arsenico, pompate da pozzi tubolari poco profondi. Migliori sistemi d’irrigazione e pratiche agricole più efficienti potrebbero contribuire a ridurre la contaminazione, ad esempio coltivando il riso in letti rialzati piuttosto che in campi allagati. La Commissione ha inoltre deciso di sviluppare un nuovo codice di pratica che aiuterà i paesi a rispettare il massimo livello stabilito e fornire ai produttori buone tecniche agricole e di produzione per prevenire e ridurre la contaminazione. (04.09.14)

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