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«LE MALERBE TE LE SISTEMO COSI’» (VIDEO)

da | 10 Mag 2015 | NEWS, Servizi in campo

DSC00354«Sento parlare molto del brusone ma ci sono anche tante altre avversità che rappresentano una  minaccia per il raccolto del riso, ad esempio la flora infestante ». Incontriamo Lorenzo Frattino (nella foto e nei video) sull’argine, perché è qui che la vita della risicoltura si è spostata nelle ultime settimane ed è qui che continuerà a pulsare fino al prossimo autunno, quando le mietitrebbie solcheranno la Baraggia. Siamo a Nord delle terre del riso, una delle punte più nordiche; a questa latitudine la distanza dalle Grange, si traduce in un’escursione termica che raggiunge i cinque gradi centigradi. In certe campagne, vuol dire molto. Più del celebrato cambiamento climatico. Una variabilità che i risicoltori italiani sanno fronteggiare, con una competenza tecnica che non è comune nemmeno in agricoltura.

Frattino è uno determinato. Non lascia niente al caso. Oggi la sua botte lavora di Oxadiazon, una sostanza attiva che da queste parti significa Ronstar®, prodotto di punta della Bayer. Dicono che costi poco? Risponde con una smorfia (mai parlare di costi ai risicoltori…) e tira dritto: «Non c’è altro modo per sconfiggere l’Heteranthera, che è diffusissima da queste parti – risponde l’agricoltore vercellese, che ha risposto al nostro appello di raccontare come si fa il diserbo in pre-semina – ma si può fermarla, purché si sia lavorato molto bene il terreno, perché l’Oxadiazon crea un velo e se c’è una zolla lì s’infila la malerba. E ti frega».

Ovviamente, Frattino questo terreno l’ha trasformato in un tavolo da biliardo. E’ consapevole del rischio: l’Heteranthera è una delle malerbe più diffuse nelle risaie italiane ed è in grado di produrre un danno produttivo del 20-40%. Si è adattata all’ecosistema risicolo in seguito alla monosuccessione e alla sommersione. Non puoi distrarti un attimo. Devi combatterla a partire dagli argini. Quelli dei Frattino sono brulli; del resto, si sa, dove passa il Glifosate non cresce un filo d’erba. L’imprenditore sorride sardonico indicandomi il campo del vicino, dove prosperano i giavoni. «Serve anche a controllare quelli» dice. E poi lancia il suo appello: «Bisogna stare molto attenti quest’anno anche a malerbe che passano solitamente inosservate, come la Murdania, particolarmente aggressiva qui in Baraggia». I colleghi risicoltori sono avvisati. La stagione dei diserbi è iniziata: anche quest’anno sarà una lotta senza esclusione di colpi. «In pre-semina, ad esempio, non hai alternative all’Oxadiazon, se vuoi dormire tranquillo – dichiara -. Io dopo averlo distribuito con l’irroratrice a barra sommergo per una ventina di giorni, nel mentre semino in acqua e poi sgrondo. Così si fa l’asciutta di radicamento». In Baraggia si fa pratica con la semina in asciutta, o a file interrate, per via dei terreni sortumosi. L’alternativa è il diserbo in pre-semina ma a risaia allagata.

Torniamo al dato economico: costa caro il diserbo di presemina? «Costa, costa, ma il costo è sempre relativo al ricavo: con un trattamento di Oxadiazon a dose normale limito gli interventi successivi, diversamente dovrei andar giù pesante coi graminicidi, molto più pesante di quanto farò per controllare i giavoni, in quanto il velo di Ronstar avrà già rallentato la germinazione di quelle infestanti. Questo significa anche un uso sostenibile: visto che oggi tanti parlano di vietare i diserbanti, scegliendo i prodotti giusti rispettosi dell’ambiente e non rinunci a nulla, in termini di produttività». C’è da credergli, perché da questi campi proviene anche il riso che una nota industria dolciaria trasforma in pappe per neonati. (06.05. 2015)

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