A Brescia, nell’inceneritore di via Codignole è in corso una sperimentazione per il recupero delle ceneri leggere che riguarda molto da vicino il riso. Il processo di combustione del termovalorizzatore produce infatti una grande quantità di ceneri: per ogni tonnellata di scorie infornate (per un totale di 809 mila l’anno) escono 250 kg di ceneri pesanti e 30 kg di ceneri leggere, ricche di metalli pesanti ed altre sostanze nocive per l’uomo e l’ambiente, devono essere trattate con molta circospezione.
Si tratta di un problema di grande impatto economico ed ambientale; per questo, l’Unione Europea ha promosso ricerche che puntano alla loro completa inertizzazione. È così nato tre anni fa il progetto Cosmos, che si prefigge essenzialmente lo scopo di rendere innocue le ceneri e poter poi utilizzare il residuato quale fonte di materie prime secondarie. A seguire i lavori, anche l’Università di Brescia-Dipartimento di Ingegneria Meccanica ed Industriale. La sperimentazione vede il coinvolgimento anche di A2A.
Particolarità del progetto Cosmos (nella foto grande il gruppo di ricerca, in quella piccola la cenere di lolla di riso), l’impiego nell’industria delle piastrelle e, aspetto molto promettente, nella fabbricazione di materie plastiche. I buoni risultati già ottenuti hanno indotto l’Unione Europea e i partner (la Regione Lombardia e diverse aziende: oltre A2A ci sono le bresciane Eco-plast di Isorella, Rapidplastics spa di Lavenone, VCM di Cazzago San Martino e Delta Phoenix di Maclodio) a proseguire con il progetto Cosmos Rice che ha lo scopo di sostituire la silice commerciale (molto costosa) con quella ricavata da un altro sottoprodotto agricolo, la lolla di riso (il rivestimento esterno della cariosside), molto ricca appunto di silice. Annualmente, le (teoriche) 270.000 tonnellate di ceneri che si possono ricavare dalla lolla potrebbero fornire 243.000 tonnellate di silice che consentirebbero il trattamento di circa 2 milioni di tonnellate di ceneri provenienti da impianti di combustione. (11.12.13)
