IL PREZZO DELLA GRANDINE

Dopo il documento ufficioso di venerdì (leggi), questa volta è ufficiale: i listini pubblicati restano fermi. Non si registrano segni negativi dopo molte settimane di mercato.

BENE I LUNGHI B, POCO RICHIESTO IL GRUPPO ARBORIO

Ciò accade sia nelle borse piemontesi sia nella seduta della Granaria di Milano. Si consolida così la ripresa della domanda, vista già nelle ultime settimane di mercato. Certo è che non ci si aspettava che questo accadesse ad una sola settimana dalla chiusura delle sale di contrattazioni in agosto e con dei prezzi così lontani dai massimi dell’annata. Le cifre attuali abbiamo già spiegato essere calate rispetto ai massimi di valori compresi tra il 20% dei lunghi B ed il 50% dei risi da risotto. Tali oscillazioni nella singola campagna di commercializzazione risultano sorprendenti, anche per un bene volatile come il risone.

La presenza della domanda, inoltre, non interessa tutte le voci a listino in egual modo. Rimane la tendenza registrata la scorsa settimana, con le riserie più in cerca di tondi, lunghi B e lunghi A da parboiled. Per gli “indica” in particolare si cominciano a ventilare voci di 45 €/q lordi, 2 €/q in più rispetto all’attuale quotazione. Meno richiesti i risi da risotto, per i quali i compratori cercano di spingere ancora più in basso il prezzo. Specie per il gruppo Arborio, per cui gli operatori ci riportano offerte attorno ai 55 €/q lordi nonostante la quotazione di 60 €/q lordi. Vedremo se qualcosa cambierà da qui a fine settimana nel listino di Mortara, nell’attesa di scoprire anche i nuovi punti di partenza a settembre.

CALI IMPORTANTI PER TRASFERIMENTI ED INVESTIMENTO A RISO

Per allora sarà chiaro anche quanto e quale riso è avanzato, considerando che all’ultima rilevazione di Ente Risi la rimanenza a magazzino era pari a 157.400 tonnellate, contro una media negli ultimi 3 anni di 100.067 (+57%). Tale dato è stato proposto dall’ente ministeriale anche nell’ultimo numero di RisoNews, insieme alla seguente elaborazione che sottolinea il forte calo nel collocamento (-312.397, ossia -22%), maggiore per i lunghi A.

Con la ripresa delle trattative in borsa avremo prospettive più realistiche anche per il nuovo raccolto, che sarà alle sue battute iniziali. Abbiamo appreso di recente i dati riguardanti le superficie investite a riso in questa campagna, vicine alla completezza basandosi su un campione comprendente il 79% delle superfici 2022 (vedi il dato). Tali valori esprimono un calo di 7.500 ha abbondanti, principalmente causato dal crollo nell’investimento in varietà tonde. In complessivo aumento, al contrario, i risi da interno, per i quali le rimanenze a magazzino sono però minori rispetto agli ultimi due anni.

IL PREZZO DELLA GRANDINE

Altro fattore che influirà sul raccolto sono gli eventi atmosferici, come la grandinata che ha interessato diverse zone risicole nei giorni scorsi (vedi le testimonianze). L’impatto dei temporali sulla produzione potrebbe in seguito ripercuotersi sugli andamenti dei prezzi, specie per la varietà slegate dal commercio internazionale. Certo abbiamo visto quest’anno come cifre troppo elevate portino ad un blocco al consumo. Di conseguenza, anche in caso di grosse carenze, sarà difficile rivedere i valori massimi di questa campagna. Per i risi intersecati con il commercio internazionale vedremo anche quale sarà il contesto globale e se ci sarà la possibilità di reinserire una barriera all’importazione, come più volte auspicato da diversi rappresentanti sindacali. Come sempre un contesto complesso ed imprevedibile, con la speranza per i risicoltori che le quotazioni tornino a crescere, riportando le valutazioni ad essere remunerative in tutti i comparti. Autore: Ezio Bosso.