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IL FALSO BIO SI AUTODENUNCIA?

da | 1 Ott 2022 | NEWS

riso bio
Un agricoltore segnala alla nostra redazione, attraverso il servizio whatsapp, una “biostranezza” nelle dichiarazioni che deve rendere all’Ente Nazionale Risi. Dovendo dichiarare una rimanenza di risone della varietà PVL136IT prodotto nel 2021 in questi giorni ha fatto accesso all’apposito portale dell’Ente. Qui, nel menù a tendina dove si deve indicare la varietà, cercando “PVL” si è visto apparire una serie di opzioni: PVL024, PVL136IT e…PVL136IT BIO. (La novità!)

La cosa gli è apparsa alquanto strana – come ci ha scritto – per tre motivi.

I TRE MOTIVI DELLA BIOSTRANEZZA

  1. Dato che le varietà siglate PVL, ovvero a tecnologia Provisia, sono commercializzate con contratto di vendita del seme certificato e dell’erbicida specifico a base di Cicloxydim più bagnante, come è possibile che un produttore “bio” ne venga in possesso?
  2. Dato che per avere la certificazione “bio” bisognerebbe seminare semente certificata “bio”, e che una semente Provisia “bio” è evidentemente un ossimoro, come è possibile che qualche risicoltore abbia ottenuto la certificazione “bio” di un PVL?
  3. Si può ipotizzare che il “biorisicoltore” abbia regolarmente acquistato sia la semente, sia il diserbante e poi non abbia utilizzato il prodotto erbicida. Ma allora, ferma restando l’incongruenza relativa alla mancanza di certificazione della semente “bio”, che fine ha fatto l’erbicida non utilizzato? O più semplicemente l’erbicida è stato utilizzato di nascosto?
La spiegazione crediamo che sia più semplice: un banale errore di impostazione del modulo informatico, che presenta la variabile “bio” anche per una varietà che bio non può essere. Quindi un errore che sarà presto corretto.

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