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«FACCIAMO CHIAREZZA INSIEME SUL FALSO BIO»

da | 5 Feb 2024 | NEWS

falso bio

Si torna a parlare di falso bio, dopo “Mi manda Rai tre” e le accuse lanciate dal segretario di Federbio, Paolo Carnemolla, all’Ente Risi, cui Natalia Bobba ha replicato chiedendo la smentita. Ecco la contro replica.

Federbio accusa ed Ente Risi replica e chiede scuse e rettifica. Che fate, rettificate?

 
Non c’è nulla da rettificare, eventualmente precisiamo. Anche perché l’attuale Presidente di Ente Risi si è insediata da poco e forse non conosce tutti gli aspetti di una vicenda nata dal mio incontro con l’allora Presidente della Federazione nazionale riso di Confagricoltura Gallarati Scotti. Costui mi chiese di far scendere in campo FederBio (ne ero allora il Presidente) per condividere un’azione di messa in trasparenza e sicurezza del comparto riso biologico rispetto a una situazione che già allora era sotto gli occhi di tutti. Il confronto con Confagricoltura proseguì in maniera fattiva sulla base di linee guida di coltivazione del riso biologico messe a punto da FederBio, su cui si è sviluppato anche il coinvolgimento delle due Regioni risicole (Piemonte in particolare), oltre che degli organismi di certificazione al tempo soci di FederBio. Era il 2017 ma solo dopo forti pressioni e l’arrivo di Luciano Nieto al ministero agricolo si è finalmente riusciti a confermare che anche il riso biologico, essendo riso, doveva entrare nell’ambito di competenza dell’Ente Risi e cessare l’esenzione di fatto per i risicoltori biologici dagli adempimenti obbligatori e dalla sorveglianza sul mercato di Ente Risi.

Basta consultare il sito web di Ente Risi per leggere fra l’altro che: “compiti di grande rilievo indicati nel D.lgs. 04/08/2017 n. 131 sono: lo svolgimento dell’attività di controllo del prodotto commercializzato in Italia…”, attività di sistema che non compete agli organismi di certificazione dei prodotti biologici, dato che ogni azienda della filiera biologica ha un proprio organismo di certificazione e non esiste un Consorzio di tutela del riso biologico che possa svolgere questo ruolo per tutto il comparto.

Nella trasmissione ho fatto riferimento alla mancanza di evidenza di attività di questo tipo e di segnalazioni agli organismi di certificazione o denunce alle Autorità competenti da parte di Ente Risi, almeno per quanto a mia conoscenza e quindi del settore e del pubblico. Affermazione che confermo, pur prendendo atto delle dichiarazioni della Presidente di Ente Risi rispetto al fatto che queste segnalazioni e denunce sarebbero fatte con regolarità e ripetutamente. Mi chiedo quindi perché in tutti questi anni e nonostante anche le nostre di segnalazioni non sia successo nulla. Poi, mi piacerebbe sapere, ad esempio, se Ente Risi è a fianco della Procura di Pavia nell’inchiesta che ha riguardato le aziende risicole della Lomellina o intende costituirsi Parte Civile nel procedimento giudiziario.


Ma se i dati ci sono e sono accessibili a chi deve fare i controlli perché si arriva alle indagini della Guardia di finanza?

Intanto credo sarebbe necessario capire se davvero questi dati sono utilizzati dagli organismi di certificazione del biologico, ovvero se tutti hanno attivato l’accesso alla banca dati di Ente Risi e scaricano regolarmente i dati relativi ai risicoltori biologici da loro certificati. Se così non fosse mi chiedo se Ente Risi ha segnalato la situazione al Dipartimento ICQRF del MASAF che vigila sugli organismi di certificazione e se questo Dipartimento ha mai svolto specifiche attività di vigilanza rafforzata almeno sugli organismi di certificazione maggiormente operanti nel comparto riso biologico (e sempre presenti anche nelle indagini delle Procure) in collaborazione con Ente Risi e ACCREDIA, l’Ente nazionale di accreditamento. Questa “ignoranza” da parte di molti organismi di certificazione dei prodotti biologici rispetto alle rese produttive delle aziende biologiche controllate è una realtà che FederBio denuncia in ogni sede da anni e non solo per il riso biologico.

Ma nel caso del riso biologico c’è Ente Risi, che può fornire elementi tecnici e dati per singola azienda e di sistema che gli organismi di certificazione non possono ignorare. Eppure l’ignoranza pare imperare, perché?

Lei voleva fare un database simile a quello dell’Ente Risi. Perché è stato abortito?

Non io ma FederBio, lo abbiamo fatto con risorse proprie e in anni in cui anche i maggiori organismi di certificazione dei prodotti biologici erano nostri soci e la collaborazione con ACCREDIA era fattiva e concreta. Quella piattaforma consentiva di segnalare in automatico agli organismi di certificazione le rese produttive anomale dichiarate nei piani annuali di produzione dagli agricoltori rispetto a una tabella di rese colturali definita assieme a esperti agronomi e addetti al settore, oltre a impedire l’ingresso nelle filiere di prodotto “sulla carta” e garantire una comunicazione fra gli organismi di certificazione operanti sulla stessa filiera in tempo reale e un eventuale intervento rapido degli stessi su incongruenze di documentazione e informazioni.

Dopo che abbiamo ceduto la piattaforma a una rete di impresa costituita in FederBio dagli organismi di certificazione, questi hanno deciso di modificarla. Poi, si è deciso di uscire quasi tutti dalla federazione, costituendo AssocertBio. Inoltre già con il D.Lvo 20/2018 il ministero avrebbe dovuto attivare una analoga piattaforma affinchè fosse a gestione pubblica. L’unica cosa che è successa da allora è che con un nuovo Decreto legislativo pubblicato lo scorso ottobre 2023 l’attuale Governo ha nuovamente previsto l’attivazione di questa piattaforma. Piattaforma destinata ai consumatori. Sarà la volta buona o continueremo con la carta anche nell’era dell’AI?

I dati sul riso bio ci sono, ma sugli altri cereali?

No, per questo continuo a credere che la banca dati e il ruolo di Ente Risi per il biologico siano un’esperienza unica e di eccellenza anche a livello UE. Inoltre, mi sarei atteso dalla nuova Presidente piuttosto che una richiesta di scuse quella di un incontro per chiarire eventuali malintesi e, soprattutto, condividere un progetto per dare attuazione effettiva al ruolo che l’Ente deve svolgere per Statuto e per norma anche rispetto al comparto riso biologico. Anche sul versante tecnico, del mercato e della promozione e non solo del controllo e della statistica. FederBio c’è, anche per questo.

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