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SOSTENIBILITA’ LONTANA IN CINA

da | 9 Ott 2021 | NEWS

irrigazione

Il riso è l’alimento base per più del 65% della popolazione cinese ed è la coltura di sussistenza per la maggior parte dei risicoltori e dei consumatori nelle zone rurali della Cina. La superficie totale annua coltivata a riso è stata di 29,4 milioni di ettari in Cina nel 2010, pari al 19% della superficie mondiale coltivata, ed è la seconda più grande dopo l’India (dati Fao). Nel 2021 sono stati coltivati 30 milioni di ettari, come conferma il rapporto The Rice, edito ogni settimana online da Gaotrade.

La Cina è al primo posto nella produzione totale annuale di risone (circa 184 milioni di tonnellate) e nel 2010 ha prodotto il 29% del riso del mondo. Nel 2020/2021 la produzione è cresciuta a 212 milioni di tonnellate. Tra tutte le colture di cereali alimentari in Cina, il riso occupa il 35% della superficie coltivata ma rappresenta il 41% della produzione totale di cereali secondo i dati Fao. Il riso è coltivato in quasi tutte le province della Cina. Tre quarti dell’area coltivata a riso sono piantati con varietà di riso Indica e il resto con varietà di riso Japonica.  Le varietà di riso Indica sono generalmente coltivate nel sud e le Japonica nel nord. Le varietà di riso ibrido occupano circa il 50% dei seminativi. Nelle province meridionali si possono coltivare da due a tre raccolti di riso in un anno, mentre nel nord si coltiva solo riso monostagione. Più del 95% del riso è prodotto in aree irrigate.

Produzione di riso in Cina

La produzione di riso in Cina è più che triplicata negli ultimi cinque decenni, principalmente a causa dell’aumento delle rese: la resa media nazionale del riso è stata di 6,27 tonnellate per ettaro rispetto alla media mondiale di 4,11 tonnellate per ettaro nel 2010, raggiungendo le 7 tonnellate per ettaro nel 2020. In base all’aumento della popolazione previsto, la Cina ha bisogno di produrre circa il 20% in più di riso entro il 2030 per soddisfare il suo fabbisogno interno, se il consumo di riso pro capite resterà al livello attuale. Negli ultimi 30 anni, come si sa, c’è stata una tendenza generale di aumento della produzione di risone in Cina, da 140 milioni di tonnellate nel 1980 a 195 milioni di tonnellate nel 2010, fino ai 212 milioni di tonnellate nel 2020. Tuttavia alcuni problemi strutturali impediscono un aumento sostenibile della produzione totale di riso.  Il prezzo di commercializzazione del riso e l’occupazione fuori dall’azienda agricola sono due questioni che toccano la produzione di riso.  Nel 2005, il governo cinese ha stabilito un prezzo minimo protetto per l’acquisto del risone dagli agricoltori. Questo prezzo minimo è aumentato nel corso degli anni. Il 25 febbraio 2021, la Chinese National Development and Reform Commission ha rilasciato il Minimum Support Price che prevede un aumento del 20% rispetto al prezzo base dell’anno precedente, sia per l’indica di inizio stagione, sia di mezza stazione. Il riso Japonica è stato mantenuto allo stesso livello dello scorso anno.

I cinesi fanno di tutto per incrementare le rese. La produttività media del riso in Cina è passata da 2,1 tonnellate per ettaro nel 1961 a 7 tonnellate per ettaro del 2020. Questo è stato accompagnato da un notevole aumento dell’applicazione di fertilizzanti azotati. La Cina è passata a consumare dall’8 al 35% della quantità totale di fertilizzanti utilizzati nel mondo. I fattori che non contribuiscono a mantenere questo trend di crescita sono la diminuzione della terra arabile, che negli ultimi 20 anni, è diminuita di 0,25 milioni di ettari ogni anno. C’è poi un problema legato alla crisi dell’acqua: dagli anni ‘90, circa 26 milioni di ettari di terre arabili sono stati colpiti dalla siccità ogni anno. Ciò che ha portato direttamente a una perdita di 70 milioni di tonnellate nella produzione di colture alimentari.  La Cina è nota per la sua scarsità di risorse idriche, con meno di un quarto della media mondiale pro capite, e la sola produzione di riso consuma circa il 50% delle risorse di acqua dolce. A livello di campo, il riso irrigato richiede da due a tre volte più acqua di altre colture cerealicole come il grano e il mais.

Stress da siccità

La scarsità di risorse idriche minaccia – ovviamente – la produzione di riso in Cina, principalmente a causa della crescente competizione da parte dei settori urbano e industriale. Lo stress da siccità è considerato il vincolo più importante nella produzione di riso in molte aree risicole della Cina.  La frequenza dei disastri naturali come siccità e alluvioni è aumentata in parte a causa del cambiamento climatico globale. Il riscaldamento globale riduce la resa del riso aumentando la sterilità dei chicchi e diminuendo la produzione di biomassa. Una gran parte dei chicchi rimane vuota quando la temperatura  è superiore a 35ºC. La resa dei chicchi di riso diminuisce del 10% quando la temperatura notturna aumenta di 1ºC durante la stagione di crescita del riso. Inoltre l’espansione delle aree urbane ha portato a una carenza di manodopera per la produzione agricola nelle zone rurali. E con il miglioramento degli standard di vita, la domanda di riso di alta qualità è aumentata: a partire dal 2010, il 50% dell’area coltivata a riso è stata piantata con varietà di riso di alta qualità.

L’uso di agrofarmaci nella produzione di riso in Cina

Soprattutto, va notato che la Cina è attualmente il più grande consumatore di fertilizzanti azotati (N) al mondo. Già nel 2005, il consumo annuale di fertilizzanti di questo tipo in Cina era di 25,4 milioni di tonnellate o il 30% del consumo globale.  Il tasso medio di applicazione di fertilizzanti azotati per la produzione di riso in Cina era di 180 kg per ettaro, circa il 75% in più della media mondiale. Nella provincia di Jiangsu, il tasso medio di N ha raggiunto 300 kg per ettaro in alcune contee. Nel 2013 il tasso di applicazione dei fertilizzanti (NPK) in Cina era in media di 420 kg/ha contro una media mondiale di 115 kg/ha (statistiche Fao). Nel 2018, il consumo di fertilizzante ( tutte le colture ) per la Cina era di 393,2 chilogrammi per ettaro. Il consumo di fertilizzanti della Cina è aumentato da 34,5 chilogrammi per ettaro nel 1969 a 393,2 chilogrammi per ettaro nel 2018 crescendo ad un tasso medio annuo del 5,73%.

È chiaro che anche gli agrofarmaci sono usati in modo improprio nella produzione di riso in Cina (Fang et al., 2004). In alcuni casi, gli agricoltori irrorano il raccolto di riso settimanalmente per controllare parassiti e malattie. In media, i coltivatori di riso in Cina hanno fatto un uso eccessivo di pesticidi di oltre il 40% già nel 2005. Vanno aggiunte anche alcune considerazioni in merito alle tipologie di riso coltivate: in Cina il 50% della superficie coltivata a riso è occupata da riso ibrido. La conseguenza diretta è la ben documentata bassa diversità genetica nelle cultivar di riso coltivate commercialmente e la loro vulnerabilità agli stress biotici e abiotici. Nel 1998-2005, 34 varietà di riso ibrido “super” rilasciate commercialmente sono state coltivate in un’area totale di 13,5 milioni di ettari e hanno prodotto ulteriori 6,7 milioni di tonnellate di riso grezzo in Cina   Pertanto, non è facile ottenere rendimenti elevati con le varietà di riso “super” in modo coerente attraverso le stagioni e le località. A causa della scarsità di acqua e delle questioni ambientali, la sfida ora è quella di aumentare la resa del riso con meno acqua e meno agrofarmaci. Molti agricoltori usano le stesse pratiche di gestione per le varietà di riso convenzionali e “super” ibride con risultati non adeguati.

Il progetto Green Super Rice Gsr

Di fronte alla sempre più grave scarsità di risorse, all’inquinamento ambientale e al degrado dei sistemi ecologici, gli scienziati cinesi hanno proposto il progetto Green Super Rice Gsr nel 2005, che mira a sviluppare nuove varietà di riso con vari tratti sostenibili, tra cui la resistenza a più insetti e/o malattie, l’alta efficienza d’uso dei fertilizzanti, il risparmio idrico, la tolleranza alla siccità e la resistenza allo stress sulla base dell’alta resa e qualità dei chicchi. Alla fine del 2018 sono state registrate in Cina 66 nuove varietà sviluppate da questo progetto: la superficie occupata da queste cultivar nelle cinque principali regioni ha superato i 6,67 milioni si ettari dal 2014 al 2018, ponendo una solida base per promuovere lo sviluppo sostenibile della produzione risicola. Nel novembre 2020, il parco scientifico del riso ibrido, aperto a maggio nel distretto di Pidu nella capitale provinciale di Chengdu, è stato intitolato al famoso agronomo cinese Yuan Longping.   Si avvale di 9.087 metri quadrati per la prima fase di costruzione, insieme a 133,33 ettari di terreno agricolo esterno.

Il riso ibrido di terza generazione sviluppato da Yuan Longping, il “padre del riso ibrido” e dal suo team ha raggiunto una resa di 911,7 kg per mu (circa 667 metri quadrati) in un esperimento nella provincia cinese centrale di Hunan. ( Per fare un ettaro servono 15 mu). L’obiettivo è arrivare ad una resa di 900 kg per mu.

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