Ricerca Avanzata





Data inizio:

Data fine:

QUANTO RISONE RIMANE?

da | 11 Giu 2022 | NEWS

Vercelli

Brutte notizie per i produttori in seguito alla seduta di borsa tenutasi a Mortara venerdì mattina.
Si consolidano tutti i deprezzamenti visti martedì a Vercelli. Si registrano, infatti, l’allineamento di Sole (a 70 €/q lordi), gruppo S. Andrea (a 70 €/q lordi), gruppo Baldo (a 65 €/q lordi), gruppo Carnaroli (a 105 €/q lordi il classico e 100 €/q lordi i similari) e lunghi B (a 55 €/q lordi, anche se i compratori non sembrano disposti a spendere tale cifra).

Scendono ulteriormente, rispetto ad inizio settimana, le due voci rimaste stabili. Si tratta di Selenio (a 95 €/q lordi) e lunghi A generici (a 65 €/q lordi). Il gruppo Roma (a 65 €/q lordi), che pareggia il similare gruppo Baldo, e, seppur leggermente, il gruppo Arborio (a 75 €/q lordi).

QUANTO RISONE VENDIBILE RIMANE?

La domanda continua ad essere disinteressata all’acquisto. Contemporaneamente procedono i ritiri del risone acquistato. Abbiamo di recente appreso da fonti ben informate che le riserie, soprattutto le più importanti, preparano ordini di acquisto per i due mesi successivi. Ordini che ritirano gradualmente nello stesso arco di tempo. Conoscendo questo dato è stato semplice calcolare la reale disponibilità di risone.

Basta prendere il dato relativo al trasferito settimanale. Il trasferito è pari mediamente all’1% (14.655 tonnellate), dividerlo per 7 (i giorni della settimana) e moltiplicarlo per 60 (i giorni di due mesi). Il risultato è 125,6 mila tonnellate. Considerato che il risone trasferibile ad oggi è 151,5 mila tonnellate (dato Ente Risi), significa che il risone vendibile è circa il 2% del totale (26 mila tonnellate/1,5mlin di tonnellate). Il risultato sarebbe 1,8% ma il calcolo è approssimativo.

Un dato sorprendente considerando che siamo al 10 giugno. Tali valori si riscontrato solitamente a fine agosto nel calcolo delle giacenze prima del nuovo raccolto. Il mercato è quindi sostanzialmente terminato. Per questo le riserie, che hanno anche ricevuto importanti carichi di merce estera di recente (principalmente di riso indica dall’est e tondo dalla Grecia), si possono permettere un quasi completo disinteresse all’acquisto. Chiunque decida di vendere si vede offerti prezzi al continuo ribasso.

MEGLIO NON VENDERE

Altro importante elemento che abbiamo individuato in questo complesso mercato riguarda il periodo di grande crescita dei prezzi. Le riserie hanno acquistato come di consueto in quel periodo, spendendo di più sicuramente anche a causa delle difficoltà nelle importazioni. Oltre allo squilibrio tra domanda e offerta qualcos’altro potrebbe aver alimentato la crescita. Abbiamo appreso, infatti, che per poter ritrattare i contratti di vendita periodica alla grande distribuzione (spesso fissati con cadenza semestrale) è necessario che il prezzo della materia prima vari almeno del 25% (noi abbiamo avuti aumenti superiori al 30% di recente).

Le riserie, che avevano interesse a far assorbire gli apprezzamenti avvenuti in precedenza, forse per questo hanno spinto ancor più in alto il prezzo, riuscendo così a discutere nuovamente i contratti di vendita. Oggi hanno ottenuto questo obbiettivo. Inoltre, non hanno più bisogno di molta merce. Quindi se acquistano, a questo punto spinti dall’offerta, vogliono farlo a prezzi più bassi, così da aumentare anche la loro marginalità rispetto al prezzo di vendita del lavorato attuale.

Ai pochi risicoltori che abbiano ancora merce vendibile, dunque, non rimane che avere pazienza in questo frangente. Vendere precipitosamente rimane una scelta probabilmente contro producente, mentre trattenere la merce almeno fino alla seconda metà di agosto sembra possa essere più remunerativo. Ancor di più in una condizione come quella attuale in cui la superficie investita a riso è calata e ci sono forti dubbi riguardo la produttività della campagna in corso.

PARLA IL NEO PRESIDENTE DI MEDI@RICE

Altra notizia di settimana è il rinnovamento della presidenza di Medi@Rice (Associazione Nazionale Mediatori Merceologici specializzati nel settore Risoni, Risi e loro derivati). In seguito alla riunione di martedì, infatti, è stato eletto presidente Pier Marcello Castelli, pubblico mediatore dal ’95 dopo 20 anni di lavoro nel commercio del riso iniziato nel ’74 in Curti. Lo abbiamo intervistato per conoscere i nuovi progetti dell’associazione ed analizzare la situazione attuale di mercato: «Nei prossimi anni puntiamo a collaborare con tutti i mediatori risicoli, anche chi non faccia parte della nostra associazione, affinché si ottenga una più autorevole rappresentanza dei mediatori di risone nei vari tavoli della filiera e all’interno delle istituzioni di settore. In questo senso sarebbe molto importante riuscire a collaborare anche con i mediatori vercellesi, con i quali abbiamo faticato a dialogare fin dalla nostra fondazione.

QUALITA’ DELLE PARTITE

«Lavoreremo anche affinché venga predisposta una bozza di contratto tipo da presentare agli attori della filiera, che riesca ad essere uno strumento di lavoro migliore di quelli attualmente in uso e che Medi@Rice, fin dalla sua costituzione nel 2014, aveva definito lacunoso. Ad esempio, vogliamo fissare limiti piu’ chiari per quanto attiene la tolleranza in peso della partita contrattata e successivamente consegnata ed in particolare definire chiaramente il significato del termine “fine magazzino”. Inoltre, lavoreremo sul tema della responsabilità della qualità della partita consegnata relativamente ai metalli pesanti, che a nostro avviso non può essere oggetto di contestazione anche fino a due anni dal ritiro, come vorrebbe l’industria, ma dovrebbe essere valutata a monte tramite le analisi del terreno, di cui dovrebbero dotarsi tutti gli agricoltori».

IL MERCATO

«Riguardo alla situazione attuale di mercato, ritengo che le riserie abbiano già acquistato il risone utile a coprire i prossimi due mesi circa di lavoro ed ai risicoltori restino circa 30-40mila tonnellate di merce vendibile. In queste condizioni, considerando anche i recenti arrivi di merce dall’estero, all’agricoltore potrebbe convenire trattenere il risone invenduto sino alla fine del mese di agosto se non l’inizio di settembre, piuttosto che vendere oggi al ribasso. A quel punto le riserie dovrebbero avere di nuovo bisogno di prodotto. Le Difficolta’ di irrigazione attuali, inoltre, potrebbero aggravarsi nel prossimo futuro e determinare una riduzione importante della produzione risicola italiana, alterando quindi il rapporto domanda offerta sul mercato dei risoni».  Autore: Ezio Bosso.

Iscriviti alla nostra Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter e al servizio Whatsapp!

Informativa sulla Privacy

Informativa sulla Privacy - WhatsApp

Cliccando "Accetto le condizioni" verrà conferito il consenso al trattamento dei dati di cui all’informativa privacy ex art. 13 GDPR. *

* Campo obbligatorio